martedì 10 agosto 2021

1-0 palla al centro


Primo ostacolo superato.
Si parte lunedì verso le 13 con la macchina carica in modo delirante, entrambi nervosi e con poche ore di sonno alle nostre spalle.
Come previsto la situazione delle strade dopo Taupo era critica, con persino la variante verso Napier chiusa per neve.
Lo avevamo messo in conto, per quello partiamo con tanto anticipo, ma questo non ferma Matteo da iniziare la giornata a suon di imprecazioni.
 
 

La mattinata si raddrizza quando un (ormai ex) collega di Matteo gli manda questo messaggio

Dove, al netto degli errori di scrittura, fa sapere a Matteo che il supervisore ora lo odia perché non era al corrente della sua partenza....MHUAHAHAHAH dolce spietata vendetthahhhhhh!

Ma voialtri lettori non avete ritenuto opportuno compiere il sacrifizio propiziatorio, indi non resta che sperare che le cose migliorino una volta a Taupo. Cosa che ovviamente non avverrà.
Tutto questo spostamento è intriso di difficoltà oggettive e soggettive, e nonostante si ripeta a noi stessi di mantenere la calma, è il nervosismo a farla da padrone.
Stendibiancheria a ripararci da scatoloni volanti

Giunti a Taupo, andiamo a posare le nostre cose in ostello, dove un bulldog mastodontico fa in modo di mantenere alto il fetore di piedi+cane nella reception.
Dopo svariate ore in macchina andiamo a sgranchirci le gambe, ma il vento tipico della zona ci prende a schiaffi in faccia dalla parte delle nocche.
Onde tipiche del lago Taupo 

Così verso le 18 rincasiamo con cena+film, anche perché Taupo è abbastanza deserta.
La scelta della sveglia è difficile: meglio presto per avere più tempo di trovare il valico tra la mole di strade potenzialmente chiuse, o meglio tardi sperando che il sole sciolga i problemi?
Cambia poco, Matteo fa di nuovo fatica a rilassarsi e tiene svegli entrambi.
Alle 8 del mattino il sito di aggiornamento della situazione rincalza la dose di imprecazioni svincolate da Matteo: tutte le alternative sono chiuse, ad eccezione di Napier che però era chiusa il giorno prima, quindi non convince.

A cui si aggiungono lavori sull’unica strada per New Plymouth, perché qui le cose le fanno ragionate. Altrimenti l’altra alternativa sarebbe stata questa

Silvia, con palpebre da 35kg, chiama il centro informazioni dove ovviamente non sono di aiuto e così Matteo decide, invece di stare a sperare che la temperatura si alzi o gli iwik si sveglino, di partire per Napier, con in mente una immagine che definisce un popolo che preferisce avere mezzo Paese bloccato piuttosto che darsi da fare: dei trogloditi.

Deviazione che, pure da sito ufficiale, incrementa il giro di 4-5 ore...
Conseguenze dell’arretratezza tecnologica

No, così almeno potete constatare che non diciamo fandonie.
Così Silvia rivive il percorso del suo viaggio in bici con condizioni ambientali similari.
Il primo tratto da Taupo a Napier è sempre orrendo, dal punto di vista stradale, specie con temperature di 1-2 gradi e camion come sempre decerebrati che stanno alle costole.
Per fortuna la strada è in condizioni migliori del previsto ed in qualche modo si giunge a Napier.
Da lì, recuperata una decina di gradi centigradi, il viaggio è in discesa e possiamo pensare a dove passare le prossime due notti a Wellington, prima del traghetto di giovedì per il sud, dove anche li la sferzata invernale sta causando qualche disagio.
Silvia alla guida, munita di reggipetto per le occhiaie, gioisce alla vista di pecorelle ed agnellini, e dice di aver visto “le due pecore più belle di tutta la Nuova Zelanda”, e porta Matteo a vedere uno dei punti in cui ha campeggiato nel suo viaggio in bici, nella fattispecie a Woodville, ridente località copia e incolla come il resto di qualsiasi altro paesino in Nuova Zelanda

Guida che ti riguida, ora la neve rimane in lontananza  ad incorniciare scorci molto belli di paesaggio, ma la mancanza di aree di sosta non permette di fermarsi a fare foto decenti 


ed infine giungiamo a Wellington verso le 16:30.
Ad una prima occhiata questa città ha un qualcosina di Genova, costretta tra mare e colline, con persino una strada soprelevata che abbiamo percorso per un certo tratto, mentre sopra di noi passavano cavalcavia in salita e sotto di noi Matteo ha intravisto un tunnel di una funicolare.
Abbastanza cotti da questi giorni di sonno centellinato, siamo andati a farci una doccia e a mangiare, sperando stanotte di riposare un pochino.
Ora metaforicamente ci asciughiamo la fronte dal sudore, aspettando di ricominciare la partita.
Eddayyye! Sgozzate quel capretto!


Nessun commento:

Posta un commento

inserisci il tuo commento, scegli il profilo (anonimo va benissimo) e pubblica il commento, quindi aspetta che noi lo si approvi!