domenica 29 dicembre 2019

Tanah Rata, Cameron Highlands


La seconda ed ultima notte ad Ipoh, non abbiamo dormito granché perché fino alle 2 di notte passate la discoteca li vicino ha portato avanti quel mix di suoni da cantiere stradale (e la receptionist ci aveva detto che hanno ben 3 deejay...per far quellla porcheria li??).
Ad ogni modo la mattina rinunciamo a raggiungere di corsa la stazione dei bus e decidiamo di optare per una tranquilla colazione per poi prendere il bus delle 11 per le Cameron Highlands...ottima scelta perché il nostro bus accumula più di un’ora e mezza di ritardo, così che arriviamo a metà pomeriggio.............
 
 
 
In pratica ci sono le vacanze scolastiche e la strada per Tanah Rata è una coda immobile.
Nonostante la pochezza offerta dal luogo a parte il clima fresco, Matteo aveva un bel ricordo grazie al suo giro improvvisato di cui potete rileggere qui
questa volta però le cose non potevano andare allo stesso modo e non lo hanno fatto.
Tanto per rispolverare i ricordi, Matteo si è diretto alle Robinson falls con il sentiero 9. Siccome il pezzo di sentiero per scendere al fiume stavolta era chiuso, ha provato a proseguire nel caso si ricordasse male, ed è finito in fondo alla valle, dove per la prima volta in tanto tempo ha visto coltivazioni ed orti, fa quasi strano il fatto che faccia strano...
Stavolta, essendo armato di maps.me a portata di mano, ha deciso di risalire alla città per il sentiero 9a, visto che la mappa diceva “difficile da seguire in salita” (eggià, maps.me è così avanti!), ed ha pensato che fosse una bella idiozia da fare. Grazie all’aiuto dei braccianti locali ha trovato l’inizio de sentiero e poi è finito a ravanare in mezzo a canne e sterpaglie, perfettamente fuori percorso ma per nulla intimorito, probabilmente grazie ad anni di attività simili su per il Monte Tullo, uno dei luoghi dove è cresciuto.
Comunque avere il gps in tasca lo ha aiutato a farsi largo nella giungla per ritrovare il sentiero perduto. 
Ad un certo punto incontra una coppia olandese appena addentata da un cane randagio che sperava di fare il giro contrario ma dopo la descrizione di Matteo hanno desistito, nonostante molto probabilmente seguendo il sentiero in discesa sarebbe stato difficile perdersi.
Lei era in viaggio da 3 mesi, lui è venuto a trovarla per qualche settimana in Malesia e poi lei avrebbe continuato per altri tre mesi. Il periodo migliore della sua vita probabilmente, si è discusso un po’ sull’argomento ma poi quando una cagnetta con le mammelle gonfie ci si è accodata lui ha messo il turbo e sono spariti senza manco salutare. La cagnolina era evidentemente una mamma con altro cui pensare che addentare turistelli sprovveduti, Matteo nel dubbio ha provato a minacciarla alzando il suo bastone e lei ovviamente si è accucciata piegando le orecchie come chi di bastonate ne ha prese tante ed è tutto tranne che feroce.
Comunque, un altro bel giro scemo per Matteo per sgranchirsi le gambe e ritornare nel giusto spirito.
Il giorno dopo abbiamo cercato di raggiungere la Mossy Forest ma il tour guidato era già partito (e meno male visto che la gente sale sui Defender da terminator in camicia tutto fighetto...) e i taxi costavano una cifra insensata. I motorini erano un’altra opzione, ma senza patente per i motocicli lo spagnolo non avrebbe potuto noleggiarli, e la mafia locale vieta pure ai motorini di andare fino in cima alla montagna perché “la strada è troppo pericolosa”.
Bloccati, insomma. Aggiungete a tutto ciò il fatto che dalle 10 del mattino l’unica strada è una coda immobile, a causa del turismo locale generato dalle vacanze scolastiche.
Anche se suona male, Matteo deve ammettere che gli fa ancora strano vedere questa società di persone vestite alla musulmana, che fanno una vita identica alla nostra occidentale. Siamo più abituati a vedere queste genti povere che non possono permettersi nulla, men che meno le vacanze, invece in Malesia per fortuna loro non è affatto così, anche se ci sono le eccezioni, tipo il tassista di origini indiane Tamil, che in vita sua non si è mai potuto permettere di uscire dalle Cameron Highlands, e che dice “se mai un giorno potrò mettere piede in un altro Paese, vorrei andare nella terra di origine dei miei genitori”.
Alla fine decidiamo appunto di ingaggiare questo autista per portarci alle piantagioni di the e affidandoci alla sorte per il viaggio di ritorno, invece di fare come tutti gli altri che si fanno portare indietro dallo stesso tassista.
Come nel giochino della settimana enigmistica, cercate di individuare Silvia nelle foto seguenti




E ora vediamo se riuscite a vederla qui

Se non ci siete riusciti, è perché non c’è, quindi se invece ce l’avete fatta...complimenti! (?)
Il tassista ci dice che la nebbia che circonda tutto non è il massimo per le foto ma è di grande interesse per coloro che vengono dalle pianure, perché non hanno mai visto nulla de genere, troppo caldo da dove vengono loro.
Una volta finito, percorriamo i 3,5 km fino alla strada principale in mezzo alla coda di macchine ferme e smog, e dopo qualche tentativo di autostop Silvia riesce a convincere un tassista a portarci a Tanah Rata controvoglia (nessuno si vuole incastrare in coda a quell’ora).
Quindi niente Mossy Forest, e Matteo realizza che alla fine il suo giro imbecille di 30 e più km dell’altra volta lo aveva inconsapevolmente portato a vedere le maggiori attrazioni in modo casuale e gratuito, trasformando delle attrazioni turistiche di poco fascino in una grande avventura indelebile nella memoria. Tra l’altro anche volendo, a quanto pare il sentiero numero 1 questa volta era chiuso. Un gran peccato.
Nel pomeriggio Silvia inizia a sentirsi poco bene così decide di rimanere al paese ed assaporare i dolcetti di un pasticcere locale con un sacco di diplomi presi a Singapore sulla pasticceria francese, molto umile e talentuoso, mentre Matteo e lo spagnolo partono sotto la pioggia per forse l’ultimo giro imbecille del viaggio, attraverso i sentieri 4, 6, 3 ed 8, partendo dalle cascate Parit Falls fino in vetta al monte Gunung Berembun

Almeno posso dire di aver raggiunto qualcosa in questa giornata.
Ecco altre foto del giro, poco adrenalinico ma soddisfacente a livello fisico



Vicino a questo bel ricciolo si sono fermati a guardare le scimmie saltare tra gli alberi in lontananza.

Una volta rientrati, ormai Silvia aveva maturato una bella febbre e Matteo ha cercato di prendersi cura della bestiolina dopo essersi fatto i fatti propri tutto il pomeriggio.
Addio Cameron Highlands, è proprio vero che ogni luogo si abbina ad una magica combinazione di eventi e situazioni per creare impressioni e ricordi, e questa amalgama è sempre e comunque irripetibile.
Il giorno seguente ci imbussiamo per Kuala Lumpur, sul bus più lussuoso che noi si abbia mai sperimentato 

Con tanto di prese usb. Naturalmente l’unico di tutto il bus che ha vomitato durante tutte le curve di uscita dalle colline, era seduto davanti a noi, ma questo era più che scontato.
Percorrendo l’autostrada Matteo ha capito che la Malesia è un Paese molto più sviluppato sia di Australia che Nuova Zelanda, ci sono infrastrutture che negli altri due Paesi se le sognano, poi che sia più  povero è un altro discorso.
Silvia pian piano iniziava a riprendersi 

E la sosta all’autogrill ci mostra quanto siano avanti in questo paese: distributore di pasti locali, con annessi due microonde per scaldarli

Contiamo di stare molto poco a Kuala Lumpur, vediamo che succede!
Ciaooooo


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