mercoledì 16 gennaio 2019

Si dia inizio alle danze!


Eccoci dunque!
Dopo aver faticato non poco per rimanere entro i 7kg di bagaglio ed aver per questo rinunciato al mio fidato tablet, il primo stop è stato ad Auckland a trovare Silvia e portarle un po' di bel tempo, altrimenti avrebbe creduto di vivere in Scozia... 
 
 
 
Ultimo saluto di Christchurch, a parte l'immancabile pioggia, è stato trovare l'ingresso di casa distrutto da due tredicenni che, annoiate, hanno rubato una macchina e, in fuga dalla polizia, han deciso di finire la loro fuga contro la colonnina di internet e della luce di casa nostra

Ogni parola sarebbe superflua...di sicuro non hanno subito danni, e la recente scoperta che se un genitore dà due sberle a suo figlio in Nuova Zelanda, finisce in prigione, spiega moooooolte cose.
Ad Auckland abbiamo passato un paio di giorni molto tranquilli dove ci siamo anche improvvisati pizzaioli.



Speriamo che i complimenti dei coinquilini fossero sinceri!
Matteo ha anche provato ad usare la paddle board, che qui è sempre più popolare, ma mentre Silvia filava come una scheggia lui provava ad intrattenere il pubblico locale con nuovi tipi di capitomboli.
Senza contare che andando a recuperare Silvia in balia della corrente si è affettato un piede con una conchiglia...quale inizio di viaggio migliore? Inoltre, tempo di arrivare Silvia ormai aveva capito come fare a virare.
Il lunedì mattina Silvia parte per una settimana a Christchurch nel suo primo viaggio di lavoro (sappiamo cosa state pensando, ottimo tempismo eh?). Eccola felice ed emozionata


Mentre Matteo fa trascorrere la giornata in attesa che arrivi la sera ed il suo volo.
Un paio di note a chi potesse servire:
- all'aeroporto di Auckland in Nuova Zelanda, partenze internazionali, di fronte ad airasia, ci sono un paio di bilance gratuite per essere sicuri del peso del vostro bagaglio (il mio era un chirurgico 7.0 kg bhuahahah!)
- all'aeroporto di Gold Coast in Australia, se state transitando con airasia non servono ne visti né permessi che tanto non vengono controllati qualsiasi sia la nazionalità, al contrario di quanto dicono airasia e l'immigrazione australiana.
-all'aeroporto di Kuala Lumpur in Malesia, se pensare di comprare acqua per il volo lasciate perdere perché passando attraverso i metal detector ve la ritirano. A quanto pare le borracce vuote sono invece universalmente accettate e ci sono parecchi distributori gratuiti di acqua.
- all'aeroporto di Vientiane in Laos, non c'è il Wi-Fi e i numerosi ATM a cui fa riferimento internet sono in realtà 2 (io di più non ne ho trovati). Stessa banca, il primo mi ha rifiutato la carta il secondo no.
Inoltre, non avendo nessun timbro di uscita dai Paesi per i quali sono transitato, hanno voluto vedere tutti i miei biglietti aerei. Per fortuna tutte le volte li tengo proprio per casi come questo, altrimenti non immaginio che guaio se li avessi buttati uno alla volta.

Giusto prima di partire dalla Malesia ho scoperto che recentemente hanno messo un bus dall'aeroporto al centro, cosa utile ed economica che riporto per incentivare i mezzi pubblici
Dal sito:
Sono quindi arrivato in centro città verso le 9 e siccome dovevo aspettare l'ora del check-in, ho deciso di usare da subito il tempo per girare la città, a detta di molti un niente di che (a ragione).
Essendo la stazione centrale dei bus vicino al mercato ho deciso di fare un giro, un vero mortorio. Ho pensato che fosse troppo presto e dovessero ancora scaldare i motori, così mi sono fatto guidare dal mio languirono ed ecco un banchetto di bananine alla brace...che delizia! Poi ho esagerato con dei succulenti spring tolls fritti e il mio amico bamboo sticky rice, anche se quello della Thailandia me lo ricordavo assai più buono.
Praticamente la sola cosa da fare in città è rimbalzare da un tempio all'altro.





Il primo, come ben vedete, è notevole, ma gli altri...tra l'altro una parte di essi era chiusa, non so se per la pausa pranzo o che so io.
Il traffico in città è alla moviola, peggio di Christchurch ma non perché sono fermi in coda ma perché come in nella città kiwi vanno al rallentatore.
Visto che il taglio nel piede quasi non mi dava fastidio e visto che era presto e visto che non sapevo che altro fare dopo il check-in, ho deciso di aggiungere altri 13 km a quelli già fatti andando a piedi al That Luang, il monumento nazionale e luogo più sacro del Paese.
La strada passa per l'arco di trionfo ad ispirazione degli ex occupanti francesi, il cosiddetto Patuxai, che per completezza avrei dovuto documentarvi, ma proprio non mi è piaciuto e non ho visto il senso di fare la foto. Potete cercarlo se volete.
Mentre mi avvicinavo al That Luang ho detto "beh vediamo se almeno nell'unico posto sicuramente visitato da chi arriva in città, c'è un po' di brio"...invece nulla...la cosa più emozionante sono gli autisti di tuktuk che nell'attesa dei clienti appendono un'amaca nel tuktuk e sonnecchiano con un occhio al cellulare.
Avevo letto che il Paese è molto rilassato ma gente io arrivo da Christchurch! Mi serve fermento dovete capire.
Comunque eccolo
E così me ne sono tornato indietro godendomi un sole che a 32 gradi è caldo ma non ustionante come il sole in Nuova Zelanda. Un sole vero come dovrebbe essere sul pianeta terra.
In giro ci sono parecchi fuoristrada e la cosa è davvero sospetta visto che è un Paese povero, a meno che non ci sia un grosso divario tra ricchi e poveri.
Ogni tanto si sente odore di Vietnam, ma poi sparisce subito. Decenni addietro la migrazione di vietnamiti è stata molto corposa.
Arrivato nella mia suite presidenziale io preso subito il biglietto del bus per la prossima destinazione e come ben sapevo, non c'era motivo di prenotare nessuna stanza per il primo giorno visto che ci ho rimesso qualche spicciolo...la città sembra troppo assopita per rischiare di rimanere a spasso!
Per chi fosse interessato, a circa 25km dalla città c'è un sito artistico con statue di Buddha in cemento rivisitate in chiave moderna, ma la cosa proprio non mi attira.
Raccolte le ultime forze, ho deciso di dare un'ultima possibilità alla Vientiane by night. Prima, passeggiata lungo i mercatini notturni sulla sponda del Mekong. Di sicuro un'esperienza genuina, in quanto non c'è manco un occidentale e la merce venduta non è per i turisti ma per i locali. Quindi niente borsette etniche, soprammobili, pantaloni a zampa di tricheco, ma accessori per cellulari e mille varianti di jeans. Per chi apprezza il genere.
Perciò permanenza 7'38" e virata verso Ban Anou Night Market, dipinto come l'apoteosi del vero cibo laotiano.
Anche questa esperienza genuina in quanto tutti i turisti sono accomodati nei vari pub e ristorantini attorno alla zona dei backpackers, mentre al mercato non ci va nessuno. Non lo dico per tirarmela da esperto, dico solo che sia un peccato. Devo ammettere che il primo incontro con i manicaretti locali mi ha preso un po' in contropiede ma comunque non mi sono tirato indietro. Se non altro i prezzi sono minuscoli.
Ora vi saluto 
Domani si riparte!
Ciau


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