giovedì 24 gennaio 2019

Come uno sprint tra lumache


Indi dicevamo, la mattina mi desto a Nong Khiaw guarito e l'unica cosa che devo fare è far venire le 16 per essere prelevato dalla mia limousine con piscina. Quindi non mi resta che bighellonare avanti ed indietro e trovo una versione locale di ambulanza
 
 
 

Siamo un po' a partire, i più con destinazione VangVieng. Il bus notturno ha due posti per letto e la cosa sembra abbastanza da scatola di sardine

Ma se si è di misure asiatiche tipo Silvia ci si può stare anche in una famiglia intera 

Io parto come unico occupante del mio letto ma non mi illudo di certo, infatti il bus si ferma a raccogliere come sempre più gente possibile e presto finisco accoppiato con un ragazzino. Visto che si dorme uomini con uomini e donne con donne (a meno che non si abbia un compagno di viaggio) e che donne locali che viaggino sole non ce ne sono molte, la più fortunata è una turista che si fa fino a Vientiane nel letto da sola.
Ero un po' preoccupato per per tratto di strada infernale fatto all'andata, ma il bus non vi si cimenta e facciamo un giro più largo, almeno vedo dalla mappa perché nella mi cuccia la visuale è nulla.
Totalmente inutile chiedere a chi vende i biglietti di farsi dire l'orario di arrivo perché sono solo esecutori di un compito, il bus non lo hanno mai preso, non parlano inglese e la risposta è totalmente a caso. Arriviamo a VangVieng con 4 ore di ritardo, verso le 5 del mattino, così posso appropriarmi di un letto mio fino a quando il costume locale non impone la sveglia forzata in stile boy-scout. Non credo sappiano manco perché lo fanno. Gran cagnara e musica intorno alle 6:30 poi tutto tace di nuovo. I bambini così silenziosi durante tutto il viaggio iniziano a piangere e così mi tiro su. 
Verso le 8:30 sono alla stazione nord dei bus di Vientiane, prendo il mio zaino dalla stiva coperto di polvere di terra e prendo un mezzo per la stazione sud (che è più a nord della nord) per vedere cosa offre il mercato per spostarmi a sud. Saluto quindi gli altri che si fermano in città.
Tutta la manfrina prende un'ora e più e quando poco prima delle 10 vengo scaricato in stazione, chiedo ad uno per Pakse, città nel sud del Paese.
La seconda ed ultima settimana in Laos volge al termine quindi devo quagliare (e quando c'è da quagliare sono un maestro). Tutti gli appunti sulla mia mappa parlano di posti di vago interesse quindi salto Thakek e le sue mille caverne con possibilità di fare il rodato "loop" ovvero un anello di qualche giorno in motorino. Salto Savannakhet e vaghe notizie di attività outdoor, perché quando il bigliettaio mi dice "Vuoi partire ora? Hai 5 minuti". Chiedo a che ora arriva a destinazione e mi dice le 5. "Del mattino??". Affermativo.
Beh, se ci vuole così tanto ad arrivare a Pakse non ha tanto senso fermarsi a Savannakhet e poi farai un'altra culata di km per il confine. Devo decidere in 3 secondi e così lo prendo, corro al bagno per l'ultima pipì e poi a prendere acqua e qualcosa da ingurgitare per colazione.
Leggendo dalle guide scopro che si può prendere il bus vip e il bus locale. Il bus vip è comodo spazioso con wc e fa poche fermate,il bus locale si ferma ad ogni pisciata di cane a raccogliere gente e far salire venditrici ambulanti di snacks. Viene descritto come una autentica esperienza di Laos.
Su quale sarò mai capitato?
All'inizio è un supplizio, ogni borsa per terra lungo la strada viene attaccata sonoramente dal clacson dell'autista, speranzoso di caricare ulteriori passeggeri.  Poi realizzi che per quanto inspiegabile non ci puoi far niente e ti arrendi.
La strada (principale collegamento tra nord e sud del Paese) segue il Mekong, che è il confine con la Thailandia, nella sua forma migliore è così

Ma nella pratica più spesso così


Tutti questi deliziosi ingredienti vanno a formare il minestrone di un tragitto di 654 km fatti alla velocità media di...boh aspetta che calcolo...39,6 km/h in 14h30'.
Questo va ad unirsi con i precedenti 519 km fatti in 15 ore per la scorticante velocità di 34,6 km/h.
Alla prima pausa bagno, torno al mio posto e vicino a me si è piazzato un signore, dannazione a lui ma che hai bisogno di affetto? Non vedi che siamo stretti? Comunque è carino e cerca di comunicare. Mi chiede dove vado e gli dico da Nong Khiaw a Pakse e lui mi dice che sta facendo da Luang Namta al nord vicino alla Cina, fino a Savannakhet a trovare la famiglia. Lunghezza similare. Lo osservo e ha il telefono figo, la tutina di acrilico ben tenuta e viaggia in bus quindi mi immagino uno abbastanza benestante, poi noto su suoi pantaloni una patacca che indica chiaramente un ente per i trasporti laotiano, con simbolo di acqua, aereo, strada e ferrovia. Gli dico che però le ferrovie in Laos non ci sono. Dopo molti tentativi di comunicare riesco a capire che quel cantiere che avevo visto a VangVieng gestito dai cinesi non è una strada, ma una ferrovia che andrà da Vientiane a Luang Namta. Quindi ora correggo il post vecchio.
Ora si spiega perché quello strada infernale stava subendo lavori lassù in cima alla montagna. Probabilmente i cinesi si stanno rivendendo come esperti in ferrovie.
Le pause pipì sono frequentissime, tanto per velocizzare il viaggio, ma le pause pranzo sono di 15 minuti, quindi la mia strategia è tenere d'occhio la crew de bus e quando si siedono a tavola faccio anche io lo stesso, trangugiando una zuppa e poi correndo finalmente a lavarmi i denti facendo in fretta per non essere lasciato lì.
Il paesaggio che attraverso mi pare assai desolato, non facendomi rimpiangere di non essermi fermato, almeno fino a Thakhek quando mi addormento. Noto tutte le cose che sono onnipresenti in Laos e di cui non ho mai scritto, come le mucche che decidono ritmi e sorte del traffico, bufali d'acqua, bambini di 8 anni che guidano il motorino con dietro il fratellino più piccolo, per il casco l'importante è il pensiero, versioni semplificate di asfalto dove viene gettata una pacciamatura per terra a mo' di colla e poi sopra un ghiaione spesso. Inoltre da queste parti sono degli artisti del cemento, con quelle impalcature di legni o bamboo tirano su degli edifici con tanto di colonne greche e cupole che paiono delle chiese, sempre un po' col loro stile in tono con le ringhiere cromate. È così via, chissà quante me ne sono dimenticato per l'ennesima volta.
Il mio compagno di ad ogni pausa torna con qualche cibo locale e resto fissare la semplicità dei cibi antichi: sticky rice con carne secca da mangiare con le mani, pesce secco da mangiare a piccole pezzi. Mi offre tutto ma non mi sento di sfidare ancora la sorte. Le uniche alternative sono pessimi dolci da forno e quindi me ne resto con il mio monastico pasto e mezzo al giorno e acqua ma non troppa per non dovermi tenere la pipì.
Trovando una posizione decente finalmente cado in un sonno profondo.
A Savannakhet lui scende. L'orologio digitale che era sempre rimasto 4 ore avanti segna le 5 e quindi tutto ok vuol dire che è l'una di notte. Aspetta che controllo...le 20:30.
Orcamiseria quindi a che ora arriverò a Pakse? All'una di notte???
Vado a chiedere conferma al l'assistente dell'autista e mi dice all'una...ooooooottima notizia. Ci manca solo il venditore di cibo ambulante dell'altra sponda che appena scendo dal bus urla "heyyy youuuuuu!! Hihihihi!".
Perfetto.
Torno su e mi metto a cercare qualche info su dove dormire ecc già sapendo che solo i posti molto costosi hanno la reception aperta 24 ore. Io volevo stare a Champasak, che però è a 30 km e non sembra i mezzi siano così abbondanti per andare lì.
Decido di prendere quel che viene e pensarci una volta sul posto. Sul posto meno male che mi sveglio io perché sennò que fenomeno mi avrebbe portato fino in Cambogia.
E così eccomi alle 2:30 di notte (meno male un ritardo di un'ora e mezza in meno che devo aspettare il sole) alla stazione nord the bus di Pakse, chiedo per il tuktuk per la città e mi indicano un songtaew vuoto. Chiedo ad uno che dorme su una panchina e mi dice per la città si è quel mezzo li, lui è l'autista e se voglio andare da solo mi fa segno con la mano aperta "5". Che immagino siano 50mila kip, 5 euro.
A ben pensarci in città che ci vado a fare? Almeno qui se voglio mi posso stendere fino al mattino su una panchina, il posto è deserto, c'è un bagno che posso usare dopo quasi 48 e posso rubare un po' di corrente.
Quindi sai che c'è, dormi pure che io me ne sto qui tanto albergo non ne ho (e menomale visto che non si può fare affidamento sugli orari dei trasporti).
Vediamo che succede quando il mondo si sveglia 

Quel rotolo sulla panchina a sinistra è il tuktukkista (poveraccio, se ci penso bene che cambia oggi rispetto ad altri giorni per lui? Quindi vuol dire che praticamente vive qui in stazione, come pure le venditrici dei chioschi di cibo) e io mi arrendo a mangiare uno di quei pessimi dolci da forno 

Visto che alternativa non ce n'è.
Ciau

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