venerdì 5 gennaio 2024

Jaipur 10- Silvia 2


L’India accorcia le distanze nel match contro Silvia, grazie alla squadra di Jaipur. Marcatori nella partita sono stati:
-Per la squadra di Jaipur: i mercati, le stoffe, i cammelli, gli elefanti, la relativa tranquillità, la cortesia dei locali, l’architettura, un negozio di thè, la prima notte di sonno riposante, il treno per Ajmer con lettino
-Per la squadra di Silvia : la puzza di piscio di gatto esattamente dove abbiamo posato il sedere per mezz’ora  come prima cosa alla mattina, la seconda notte di poco riposo
 
 

Ma veniamo al resoconto della gara!
Fuori dalla stazione

Giunti in condizioni zombianti a Jaipur, scendiamo un paio di stazioni prima per evitare la possibile calca umana delirante, ed arriviamo al nostro Airbnb, dove siamo accolti ed accuditi dal nostro host, che con il suo passato nel settore turistico, ha piacere a fornire il miglior serviZio possibile si suoi ospiti.
Ci fornisce un foglio Excel coi posti da visitare e quelli da evitare dato il tempo a disposizione, oltre ai posti migliori per mangiare, indicandoci il miglior modo per disegnare il nostro giro nel giorno e mezzo che abbiamo a disposizione.
Andiamo quindi a pranzare li vicino del cibo abbastanza imbarazzante, ma almeno abbiamo risolto la questione pranzo, dopo di che, con calma, andiamo in centro.
Stanchezza
 
Jaipur, come dice La lonely planet, è un paradiso dello shopping, praticamente un enorme bazaar a cielo aperto.
Essendo la prima città disegnata a tavolino nell’India del nord, e capitale del Rajasthan, è piuttosto “ordinata”, con due corsie per senso di marcia divise da muretti e rotonde a profusione.
 
 
Distanza tra gli autorikshaw

Siccome i mercati sono la prima entità che ti avvolge, ci infiliamo subito dentro un paio di essi per vedere di cosa di tratta



Nel mentre ci dirigiamo nel palazzo reale, in parte ancora abitato dalla famiglia maharajale
Teglie da farinata di dimensioni opportune
 
“Holy Cow!!!”

Dopo aver pagato l’ingresso maggiorato da turisti, entriamo nel palazzo. Stiamo iniziando a capire che questi edifici hanno una bellezza differente, il primo impatto è abbastanza insapore, ma continuando  girare, come per il forte di Agra, il fascino esce timidamente e si lascia ammirare.
Non c’è lo sfarzo cui siamo abituati ad esempio in Europa, ma è innegabile come gli angoli giusti abbiamo un potenziale fotografico esotico incredibile.
 
Di fianco all’ennesimo scracchiatore seriale

Si trovano anche gli oggetti d’argento più grandi del mondo, anfore usate dal maharajah per trasportare l’acqua del Gange in Inghilterra.

I maharajah non erano dei giganti e non vivevano a lungo, vi chiedete che faccia abbia un maharajah?

 

 
In attesa della mazzetta pro foto

Purtroppo, come già mugugnato, la “foto” in epoca recente è diventata una entità la cui importanza è maggiore della stessa vita umana, e se una volta la bontà della foto era di incastrarla in mezzo alle dinamiche della vita, adesso tutto passa in secondo piano agli occhi dell’Homo socialnetworkiis, e ci sono orde di galline russe tutte agghindate in abiti pseudo etnici indiani che  spazzano via tutti gli altri turisti non solo per fare foto in posa, ma addirittura video di qualche secondo che andranno ad agghindare i loro profili online.
Tutto ciò lascia un po’ di amaro in bocca a Matteo, al quale sembra quasi che l’esoticità Indiana si riduca ad una mitragliata di foto, con questi esseri che saltano di posto in posto a succhiare quel poco che decidono che il posto possa offrire, per ingigantirlo su internet.
Restauri
 
Per fortuna Matteo può concentrarsi sulla sua perversione, le porte di ottima fattura



 

 

Dolenti di non potervi per il momento mostrare prospettive più interessanti di questi luoghi, e che dobbiate sorbirvi i nostri giri attraverso gli occhi di Matteo. Quando potremo caricare le foto di Silvia, avrete un’idea più dettagliata ed ampia di cosa possano offrire questi luoghi.
C’è anche la possibilità di visitare una stanza tutta blu e bianca che sfonderebbe su Instagram, ma il prezzo d’ingresso proibitivo ci fa desistere.
Saltiamo il parco astrologico dall’altra parte della strada, date le poche energie, ed in strada troviamo un cammello nero con taglio scalato di peluria per abbellirlo, ed essendo il cammello l’animale preferito di Silvia, Jaipur inizia ad allungare le distanze rispetto al suo risentimento verso l’India.
Persino la cacca di cammello a pallini è affascinante per lei, tanto da descriverla come “dorata”.
Poco oltre, dopo varie HOLY COW! (Espressione esclamativa inglese tipo “porca puzzetta”), ecco che Jaipur segna un’altro goal improvviso con un tranquillo elefante in mezzo al normale traffico



Elefante sotto l’arco

Quindi ci dirigiamo, per concludere la giornata, verso il simbolo della città e forse dell’intero Stato 
 
Alberi epici
 


Questa parete/edificio fu fatto costruire dal sovrano per permettere alle donne del palazzo di ammirare la vita di strada senza mescolarsi con la realtà.
Ci dirigiamo verso la cena, incrociando Albert Hall, sede di un qualche museo, con luci cangianti.


 

Torniamo indietro a piedi, passando per un parco dove ci sono sciami di ratti come mosche.
 
 
 

Siccome Matteo ha fatto il figo finora e pensava di viaggiare leggero e semmai prendersi qualcosa qui se aveva freddo, nel frattempo ha iniziato a starnutire e soffiarsi il naso, quindi Silvia lo porta a prendersi una felpa

Giornata molto godibile, non si è visto molto, ma l’importante era ritrovare serenità. Il “non si è visto molto” di Matteo equivale comunque a 10km di camminata dove gli unici turisti stranieri siamo stati noi.
Il giorno dopo andiamo a vedere il forte di Amber, alla mattina presto per evitare la folla, come suggerito dal padrone di casa, ma di nuovo vi sconsigliamo di visitare qualunque cosa che implichi dei panorami la mattina presto a dicembre, infatti il forte è avvolto nella nebbia
Freddo becco e puzza di piscio improponibile

Iniziamo a salire per il sentiero e troviamo altri elefanti 
Nebbia ed elefanti




 

Il forte ci pare molto spoglio ed un po’ deludente, ma di nuovo, aspettava solo di essere scoperto

 

 

“Ce l’abbiamo anche a Genova”


Poi si arriva nel primo pezzo forte del forte, di cui non sappiamo l’utilizzo perché prendere una guida ci avrebbe fatto passare 4 ore al forte, ma va detto che le guide che parlano italiano non hanno nessun accento e secondo Silvia lo parlano meglio di lei.

 

 



Sarà un pezzo unico?


Poi si passa ad un altro angolino fotografico 

Praticamente se volete vivere di followers trasferitevi in India a fare un sacco di foto

 

Finalmente esce il sole e sembra di stare in India invece che a Gorgonzola di sotto



 

Prima di pranzo decidiamo di andare a vedere un pozzo a scalini, struttura tipica del Paese, incrociando sulla via un tempio a Ganesh, dove dopo un paio di foto chiedono a Matteo di pagare 25 rupie per aver fatto delle foto, e lui gli ride in faccia




Per qualche motivo non si può scendere giù per gli scalini

 

È giunta l’ora di ripartire, e finalmente si puo ammirare la struttura del forte nella sua interezza

Il glorioso Suzuki wagon R non è defunto, ma si è reincarnato e vive ancora per le strade dell’India, grazie alla sezione locale di questa marca

E, quindi, dopo pranzo ci rigettiamo nei mercati cittadini

Fucina di strada

 

 

Matteo rivuole un mondo dove anche una bocca di cannone viene abbellita, ‘sto semplicismo moderno ha stufato su tutti i fronti 

 
Silvia per i mercati del mondo


Fallite tutte le tappe di interesse marcate da Matteo sulla propria mappa, andiamo a Lassiwala, descritto come il posto migliore per provare il lassi. Devono fare gran buoni affari, visto che alle 16:30 hanno già chiuso baracca e lasciano i babbi come noi ad andare dai venditori rubanomi di fianco per assaporare la bevanda tipica, comunque strabiliante.
Silvia vuole camminare ancora un pochino, e la sua decisione la porta a trovare un negozio di thè, sua spassionata passione 
 

 

 
Sulla destra, uno che ci segue da Agra ma che non vedete in foto

Felice come un bambino in un negozio di giocattoli, in tenuta da freddo-mare (il costume e 5 magliette per tenerla al caldo)

Jaipur ha fatto il miracolo ed evitato la debacle totale. Torniamo a casa camminando e anche oggi siamo soddisfatti dei nostri 12km per vie turistiche e assolutamente non turistiche. Abbiamo sempre camminato tanto durante i nostri viaggi perché pensiamo che sia un ottimo modo per vedere la realtà locale e come vivono veramente le persone. Non c’è assolutamente nulla da poter riportare come bello ma i ricordi più forti son sicuramente impressi durante queste camminate inutili, condite di fumo, clacson e sporcizia. 
La giornata finisce con una cena a casa del nostro host, dove gentilezza e cortesia sono squisiti da parte di questi infedeli adoratori di Vishnu e Shiva, mammaliturchi terroristi e via di appellativi diffamatori che i poltronisti possono affibbiare senza conoscere la realtà dei fatti.
Nota della giornata: davvero impossibile poter aiutare anche solo un millesimo della popolazione in bisogno. Sfami una persona e dopo pochi metri ce ne sarebbe un altro o altra. Le persone qui, a differenza della NZ, non hanno davvero alternativa e vivono in condizioni disumane. Questo ci ricorda ulteriormente in che situazione di privilegio viviamo e ci fa andare a letto con un po’ di magone.
Stamattina sveglia presto a causa dei canti Shivaisti, ma un’ottima colazione a base di Idli e zuppa di Dahl ed il treno col lettino hanno ristabilito il buon umore
Corrispondenza binario-carrozza

Adesso siamo diretti alla città santa di Pushkar via Ajmer, continuare a seguirci per ulteriori sviluppi!



E buon 2024!



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