lunedì 4 gennaio 2021

Prima settimana di cicloviaggio!


Arriva dunque il momento di ripartire, e la mattina una fitta nebbia ci aiuta ad impacchettare tutte le nostre cose belle umide.
I nostri amici, da bravi sudamericani, dormono ancora e quindi non possiamo salutarli, ma Matteo scopre durante la giornata di aver dimenticato il suo preziosissimo coltellino svizzero da loro e così nello stesso momento loro ci scrivono che lo lasceranno a dei loro amici ad Auckland prima di volare per l’isola del sud dove vivono.
Rifacciamo indietro tutta la strada e ci fermiamo di nuovo dalla signora della verdura, ma essendo relativamente presto, troviamo solo la honesty box a prendere i nostri denari. È davvero una cosa stupenda che esista ancora questo!
 
 

Oggi km ne abbiamo pochi da fare e così Matteo prende l’occasione per fare un po’ di reportage, e ovviamente mentre attraversiamo i punti più brutti di tutto il nostro percorso...


La strada diventa sterrata ma anche lì le foto sono piuttosto orripilanti

Anche se facciamo pochi km a volte manchiamo dell’agguerritezza dei primi giorni e frignamo per le condizioni instabili della strada



Le mucche, come fatto notare dal nostro compagno di viaggio del primo giorno, sono sempre molto rapite dal ciclisti per qualche strano motivo




Finalmente lo sterrato finisce ed in breve raggiungiamo Kaitaia per l’ora di pranzo.
Commander Silvia intima di fermarci al centro informazioni e Matteo, per evitarsi il solito teatrino di quelli che ci lavorano che non sanno niente, resta fuori con le bici.
Silvia esce estasiata dalla hall centrale formata da totem scolpiti nel legno e dalle info avuta e ricorda a Matteo che dovrebbe iniziare ad essere un po’ meno brontolone e più fiducioso nelle persone.

Dopo di che andiamo alla ricerca senza speranze di un posto per dormire, ma Silvia continua a credere che lo troveremo 😅
Il primo ostello fatiscente per fortuna non ha posto, e di fronte al secondo ostello c’è un motel che espone un chiaro cartello “no vacancy”, che vuol dire che non c’è posto, ma la caparbietà e fiducia di Silvia, unita alla pena che suscita nelle persone per la sua corporatura minuta, fa si che dopo un primo rifiuto, mentre ci approntiamo ad andarcene la gestrice la richiama perchè si ricorda di avere una stanza in ristrutturazione, che prendiamo senza esitazione e per la prima volta Silvia non prova a trattare nonostante il totale disequilibrio prezzo/qualità. 
Ah, quanto aveva ragione Einstein con la sua teoria della relatività! Date tutte le circostanze eravamo perfino felici di aver già trovato una stanza a quest’ora del giorno.
Il fisico di Matteo fiuta la possibilità di pareggiare tutte le notti mezze insonni e scomode e tempo di sfiorare il letto, lo falcia un abbiocco che manco la bella addormentata.
Vorremmo andare a vedere cosa offre la zona, visto che ci sarà qualcosa se anche qui è tutto fully booked, ma poi la pigrizia prende le redini della situazione ed in men che non si dica è ora di cena.
Per cena ci viene servito un trattato di inettitudine locale, quando ci sediamo al tavolo e dopo un’ora e un quarto siamo ancora ad aspettare di mangiare e guardiamo le due cameriere portare una bottiglia alla volta e servire cibo a tavoli arrivati dopo di noi. Così, sazi di cotanta abilità, ci alziamo e ce ne andiamo, probabilmente poco prima che arrivasse la nostra cena, ma come sapete entrambi abbiamo molta pazienza😸
Finisce con una pizza sul letto alle dieci di sera con Matteo che affonda le fauci nel cartone come le leonesse di Piero Angela sulle povere gazzelle.
La mattina seguente, sapendo di dover fare solo una manciata di km, decidiamo di gustarci il materasso più  lungo del solito, ma un qualche inserviente ignaro cerca di entrare in camera e quindi ci sveglia. Cionostante essendo l’unico letto delle nostre ferie partiamo solo alle 10:30, che pelandroni 🦹🏽‍♂️
Deviamo leggermente fino ad Ahiapara, dove la 90 miles beach inizia, andando fino a Cape Reinga, il punto più a nord del Paese. Il nostro progetto iniziale era di pedalare fin lassù, ma poi abbiamo capito che per evitare l’autostrada, l’unica alternativa era fare come fanno altri di pedalare sul bagnasciuga della spiaggia, ma sale e sabbia distruggono tutto e quindi non ce la siamo sentita in fase di ideazione del giro. Anche perché erano altri 350 km circa da aggiungere e non siamo proprio dei fulmini.
Così abbiamo fatto solo una capatina in spiaggia a vedere con la bici cosa avrebbe voluto dire, e già la bici di Matteo ora è un macinino da caffè con tutta la sabbia nel cambio.


I km di oggi sono pochi ma impegnativi, ma tra una imprecazione e l’altra ci sono le more!
Arrivati a Herekino (o orecchino come dice Matteo), la prospettiva era dormire nella foresta, visto che abbiamo chiamato l’unico campeggio ed era al completo. Così di nuovo la convinzione di Silvia che in sto posto in culo ai lupi non ci sia nessuno ci fa fare le ultime salite e quando arriviamo al campeggio...è deserto, ed il gestore dice che possiamo mettere la tenda dove vogliamo o dormire al coperto. Forse la moglie non aveva voglia di avere gente? Bah 🤷🏽‍♀️
E brava Silvia guarda che ogni tanto sei anche utile, meno male che tutti provano pena a guardarti...sarà che vedono che devi girare con Matteo... 💆🏻‍♀️🤦🏽‍♂️
Montiamo la tenda e siamo sistemati anche oggi!
Ciaooo





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