sabato 12 dicembre 2020

Periodo impegnativo


Ciao a tutti, eccoci dopo tanto tempo a scarabocchiare qualche aggiornamento.
 
 
In questi ultimi 6 mesi siamo diventati zii da entrambe le parti, prima di Silvia e poi di Matteo. Le nostre nipotine crescono a vista d’occhio e la distanza si fa sentire!
Silvia che guida il muletto come una brava manager

Matteo con la New York pizza delle tartarughe ninja
 
A casa di amici

Gli ultimi 2-3 mesi sono stati discretamente impegnativi. Matteo ha dovuto passare attraverso una selezione del personale in stile grande fratello, lavorando senza sosta per un paio di mesi, per svariate ragioni. Una è che siccome causa visto gli serviva sia il lavoro che una lettera da parte della ditta, così ha deciso non non lasciate niente di intentato e dare disponibilità incondizionata, dall’altra parte in caso fosse stato nominato, nel frattempo avrebbe fatto un po’ di cassa con gli straordinari. Inoltre se uno con il visto lavorativo perde il lavoro ha un tot di settimane per trovarne un altro uguale, sennò deve fare le valigie e tornarmene da dove è venuto, come successo a gente che abbiamo conosciuto.
Nonostante, in modalità tipicamente kiwesca, i capi gli avessero detto di non preoccuparsi che era già tutto deciso, ha deciso di non cambiare atteggiamento perché la stessa storia l’aveva già sentita altre 3 volte in quattro anni che siamo qui, e finora era sempre rimasto fregato.
Ovviamente il fisico ha reclamato il suo dazio ed ora si trova pieno di acciacchi più o meno seri, con i quali dovrà adesso fare i conti.
Per festeggiare l’ultimo giorno di straordinari insensati, il capo aveva invitato la truppa ad alcolizzarsi da qualche parte. Matteo invece ha deciso di approfittare del primo giorno con orario di lavoro normale per andare dal dottore (tanto non beve).
Come ricompensa, il fato ha deciso di premiarlo con un bell’incidente stradale dove il suo motorino è stato reso inservibile. 


Appena accertato che tutti gli arti fossero ancora funzionanti, Matteo si é alzato, levato il casco e ha cominciato ad urlare a quella incapace al volante che da brava rintronata cittadina  non ha trovato di meglio da fare che mettersi a picchiettare sullo schermo del suo dannato telefono.
Alchè uno esce dalla macchina e gli dici “Ehi rilassati è stato un incidente”.
Quindi?
“Tu vai a fare in c...o!” Gli ha risposto prontamente Matteo, e sto qui sorpreso da una ferocia inaudita tra i pallemosce kiwi ha detto “Ma...ma io sono il testimone”.
(Facciamo finta di non notare quanto sia grottesco questo dialogo) 
Così Matteo comincia un’invettiva nei confronti dei kiwi e di come guidano da decerebrati perché ogni giorno deve schivare 3-4 potenziali incidenti del genere solo perché sti qui quando guidano lasciano il cervello sul comodino, ma il comodino vecchio, quello che hanno buttato anni fa.
Le uniche parole che escono dalla bocca di quella ippopotama sono “Ma io non sono un’idiota!”.
Certo, hai ragione, in questo Paese probabilmente sei un premio Nobel.

Quando la cicciona sposta il suo suv a bordo strada (qui nessuno si azzarderebbe a mentire sulle dinamiche dell’incidente quindi niente documenti da firmare o vigili da chiamare che tanto non arriverebbero, perché qui si chiamano polizia, sanno solo fare multe armati di pistole e manganelli), i “testimoni” raggruppatisi come piccioni vanno ad assicurarsi che lei stia psicologicamente bene, nessuno si azzarda ad avvicinarsi a Matteo, e meglio così perché era ancora avvolto nella sua nuvola di nervosismo e frustrazione.
Quando lo stormo si volatilizza, una gentile signora cerca di redimere un po’ la fauna locale fermandosi e prendendosi cura di Matteo finché Silvia non giunge poco dopo.
L’ambulanza decide che Matteo si è meritato un viaggio in ospedale e Silvia rimane a sbrigare scartoffie e telefonate. Quando tutto finisce, come ciliegina sulla torta, Scorpacciata decide di non partire più.
265000 km sono passati e 50mila con noi, e forse ha ragione a voler andare in pensione. Il carro attrezzi che ha scortato Ronzinante nel suo ultimo viaggio torna indietro a rianimare la mitica Scorpa, così che Silvia possa raggiungere il ferito.
In Nuova Zelanda tutto quello che rientra nella sfera degli incidenti viene coperto dalla sanità pubblica, e Matteo non ha niente da recriminare sul trattamento ricevuto in ospedale.
Verso le 22 finalmente ritrova Silvia, la quale appunto non era ad aspettarlo da molto visto l’intoppo con la macchina.
Siccome Matteo è stato bravo si è meritato una notte in ospedale e così spedisce Silvia a casa a riposare. Alla fine di tutti sti esercizi alle 3 di notte viene parcheggiato a riposare.

Il giorno dopo a mezzogiorno viene dimesso con un permesso di 7 giorni per stare a casa. I muscoli, evidentemente irrigiditosi a mo’ di armatura durante la caduta, tirano quasi a livello di crampi e la settimana a casa la passa a fare stretching e a cercare un nuovo motorino, oltre che a cercare di riconnettere le sinapsi mancanti di quelli dell’assicurazione che le cose qui le fanno con molta flemma.
Come detto, la presa di posizione di Scorpa ci ha messo di fronte all’evidenza che, sebbene la vita delle auto sia di gran lunga superiore a quella che viene sbandierata in Italia, non ci potevamo più affidare ciecamente a lei, anche perché un meccanico ha diagnosticato un problema con la guarnizione di testa del motore, non necessariamente la diagnosi esatta, ma comunque ci ha fatto capire in che zona stavamo finendo. E così, nonostante andando adagio tra un rivenditore e l’altro Matteo non avesse riscontrato problemi, abbiamo infine trovato un mezzo nella nostra sfera di possibilità.
Ovviamente Scorpa aveva li spirito da rally nonostante la guidassimo come un passeggino, e quindi Silvia che usa la macchina per andare al lavoro ha subito notato la differenza, soprannominando la nuova macchina Carrella. Matteo non è ancora convinto, ma per intanto date il benvenuto a Carrella


Che con i suoi 7 posti sembra una buona base per poterci dormire dentro alla bisogna, come ha fatto Scorpa prima di lei.
Nel frattempo di tutto questo, stavamo anche raccogliendo i vari documenti da inviare per i nostri visti, tra cui la visita medica, anche qui con scenette tra il serio ed il faceto dove noi cerchiamo di spiegare ai dottori come evitare problemi e rifare esami, ma loro, siccome sono kiwi e i problemi li vedono solo quando si palesano, sempre a minimizzare e poi richiamarci per i problemi che avevamo anticipato, così per un motivo o per l’altro siamo poi noi a perdere tempo e denaro 3 volte, la prima volta a metterli in guardia, la seconda a fare esami inutili, la terza a fare quello che si poteva fare già la prima volta.
È un peccato che non riusciate a capire il nostro punto di vista perché giustamente voi non siete abituati a tale inefficienza.
Nel frattempo del frattempo, Matteo ha dovuto prendere un motorino al buio su internet perché ad Auckland ci sono solo cinquantini che date le dimensioni di Matteo, su e giù per le colline della città un mezzo del genere gli avrebbe fatto da monopattino, quindi ne ha trovato uno a 3 ore da qui, ma senza macchina non poteva andarlo a vedere e, siccome non è proprio il ritratto della fortuna, aveva paura che se lo aggiudicasse qualcun altro.
Il concessionario spergiurava che non ci fossero problemi e così ha provato a fidarsi.
Dopo due settimane glielo hanno portato in zona per andarselo a prendere e pronti via i manicotti dell’aria erano tutti spaccati. Naturalmente oooops, il meccanico non l’aveva notato, e ora prova a fartelo riparare gratis da un meccanico che sta a 3 ore da qui! Così di nuovo tra i nervi a fior di pelle e sti qua che spacciano la loro serietà con frasi tipo “Se vuoi me lo riprendo e ti rimborso il costo”, si è inventato il solito tapullo momentaneo mentre aspetta i pezzi dall’italia.
Anche qui il nome è ancora in fase di elaborazione, ma per ora gli è venuto in mente Anchilosato, perché quando parte sembra faccia fatica e i freni vanno a strattoni, ma dopo pochi km si scioglie e va bene.

Nei Paesi anglosassoni il mercato dell’usato va molto forte in tutti i settori, ma diciamo che i nostri ultimi acquisti su trademe non sono andati molto bene e quindi nonostante sia l’unica piattaforma del genere in Nuova Zelanda, probabilmente ne staremo alla larga in futuro.
Tra le altre missioni da completare per i visti c’era l’esame di inglese di Silvia, il famigerato IELTS, che ha preparato in una settimana continuando a ripetere che non l’avrebbe passato e poi ha preso 8...secchiona!
Così abbiamo attraversato il mare mosso di questi ultimi mesi ed ora aspettiamo la sentenza dell’immigrazione sui nostri visti e ci appropinquiamo alle vacanze di natale, le prime che non potremo spendere in Asia dopo tanti anni, e per le quali non abbiamo ancora nessun programma, sia perché non abbiamo avuto tempo di farne e perché qui notizie sulle ferie ovviamente te le fanno un mese prima de sei fortunato come Matteo, sennò Silvia ancora non ha ricevuto una risposta. Gli va bene così quest’anno a sti kiwi perché c’è il virus sennò...
Adesso Matteo è sull’aereo che vola a Christchurch a fare una sorpresa a Silvia,

 che per il suo compleanno è stata spedita laggiù a lavorare, mandando ovviamente all’aria altri piani che Matteo aveva fatto in segreto come regalo, ma che come sempre il fato ha deciso di scompaginare. Per la cronaca l’ultima volta che Matteo voleva fare una sorpresa a Silvia è arrivato il lockdown mondiale, tanto per farvi capire....
Vabbè a sto punto manca atterrare ed un viaggio in taxi, riuscirà il nostro eroe a farcela??
Vi faremo sapere.
Stateci bene ed ecco alcune foto della nostra prima uscita ufficiale con Carrella!













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