martedì 18 agosto 2020

E anche ‘sta zingarata si è conclusa


Ecco l’ultimo capitolo di questo giretto.
Sveglia a Tekapo nel campeggio e via verso Christchurch, con l’idea di andare all’ospedale e fare un test per il coronavirus in modo da poterlo mostrare in caso di crisi di tosse di Silvia sul volo di ritorno.
Arrivati ad Ashburton decidiamo di provare nell’ospedale locale, sperando di trovarlo meno intasato che a Christchurch, essendo a solo un’oretta di distanza.
 
 
Silvia con il suo fare italico, trovo il modo di saltare ore di coda e finire tutto in pochi minuti, tanto ai kiwi piace stare in coda, li aiuta a livellare l’elettroencefalogramma, quindi non abbiamo sottratto niente a nessuno.
I risultati non sarebbero comunque arrivati prima di lunedì, ovvero già arrivati ad Auckland, ma noi abbiamo fatto quel che potevamo.
Percorso la poco-interessante distanza che ci separava dalla meta, abbiamo dirottato su Akaroa, dove Silvia voleva ri-immergersi nelle sue adorate colline Christchurchesi. Avevamo detto che Milford Sound era il suo posto preferito in Nuova Zelanda, ma le colline di Christchurch sono il suo posto preferito sul pianeta. Trovate discordanza nell’affermazione? Benvenuti nel fantastico mondo di Silvia.
Ad Akaroa troviamo la seconda e terza giornata di pioggia del nostro giro. Prima di arrivare però Matteo è preso dalla sonnolenza e rinuncia a guidare gli ultimi km, così si stende nel retro del van e Silvia decide di mettersi alla guida, distruggendo la speranza di Matteo di riposare dato lo stato delle strade e la realtà del sedersi nel retro di un camper durante la guida.
Visto che siamo “self contained” abbiamo un bel parcheggio gratuito sul porticciolo di Akaroa.
Il giorno dopo, liquidata questa caratteristica località insapore (per Matteo), siamo andati a camminare un po’ sulle colline quel tanto che le condizioni di Silvia permettevano.
Matteo non riusciva a scongelarsi le mani e non capiva il perché, poi ad un certo punto insieme alla pioggia è sceso qualche fiocco di neve e tutto ha avuto senso.
Così nel pomeriggio siamo ripartiti alla volta di Christchurch, dove la sera ci siamo incontrati con amici lasciati laggiù e che per l’occasione si sono riuniti, non facendolo tra di loro molto spesso in quanto Christchurch è una città dove alla gente piace “starmene per i fatti miei”. Prima di ciò però capatina alle piscine comunali per fare una doccia decente ed essere presentabili, ma siccome a causa del virus non volevano prestare un asciugacapelli a Silvia, lei è tornata indietro furibonda ed ha preferito farsela sul van, tanto essendo tascabile per lei non è un problema stare lì dentro.
Arrivati quindi dai nostri amicici per cena, Silvia non volendo passare il virus letale agli infanti è rimasta fuori nel van come un cane ad aspettare il rancio in versione pizza portatole da Matteo, che invece abbracciava tutti senza crearsi troppe paturnie  per un raffreddore, e per fortuna anche i nostri amici non erano preoccupati della cosa.
A fine serata si è comunque aggregata per un dolce e saluti.
Arriva quindi “finalmente” il sabato, penultimo giorno e dedicato alle colline tanto amate da Silvia, che come terminator, macchina fotografica al collo come un mitragliatore ha immortalato paesaggi, scorci e pecore, le sue amiche elevate al rango di “secondo animale preferito dopo il cammello”.
Erano infatti tutte imbarazzate ed riconoscenti per cotanto onore







Abbiamo anche visto due parapendii librarsi nel cielo, o meglio planare verso il mare visto che l’aria si raffreddava velocemente e non c’erano molte speranze di ascesa


La sera, dopo una corposa merenda dal nostro “amico” del ristornate indiano vicino a dove abitavamo a Christchurch, nominato “miglior ristorante indiano del Paese” secondo la prestigiosa guida ramblingzucchini, una persona davvero umile e gentile, siamo andati a cena dal nostro vecchio coinquilino italiano, che ci ha anche gentilmente fatto dormire nel vialetto di casa, visto che la sera prima eravamo mezzi ribaltati a lato della strada a schiena d’asino li fuori.
Il giorno seguente, dopo aver salutato gli amici con una colazione in un nuovo complesso che Silvia voleva tanto mostrare a Matteo, una specie di mercato all’aperto con bancarelle, però al chiuso, che ha seriamente messo alla prova  i nervi ansiotici della fidanzata kiwi del nostro amico italiano, in quanto c’erano più di 5 persone nel raggio di un km, abbiamo fatto due passi nel centro città, incrociando anatre transgeniche mezze subacquee con occhi e becco dai colori fantascientifici e murene 


Dopo di che siamo tornati per l’ultima volta sulle colline. Indigestione di colline per Silvia, un luogo decisamente bello e che non la stanca mai




È scaduto quindi il nostro tempo qui, e prima di lasciare Tatanka per sempre ai suoi proprietari, c’è un’ultima lezione di vita che dobbiamo imparare da questo furgoncino, che ci parla dalla sua carrozzeria 


Grazie Tatanka, hai proprio ragione, e dovremmo ricordarcene spesso.
Nell’ultimo atto del nostro racconto, Silvia con grande orgoglio porta Matteo a sperimentare un po’ della vita che ha fatto per un annetto qui in Nuova Zelanda. Siccome per lavoro viaggiava spesso tra Auckland e Christchurch in aereo, accumulando miglia è diventata un membro gold di Air New Zealand, con accesso alla lounge vip, con inservienti riverenti e cibo e bevande infinite.

Ebbrava Silvia, te la sei spassata per un po’ finché è durata eh! L’impegno e la dedizione hanno finalmente portato qualcosa di buono!
Scenetta comica non facile da riportare, tra un maggiordomo ossequioso ed una cameriera che riempiva piatti con gioia, una inserviente arriva a sparecchiare il tavolo a Matteo, che non abituato  a farsi riverire dice “Grazie!”, e questa qui con tono ammiccante stile film a luci rosse risponde “More than welcome...”. You are welcome vuol dire prego, non riusciamo a tradurre il dialogo mantenendone il tono.
Vaaaaaaabbè il nostro volo è annunciato e noi siamo satolli, così saliamo sul volo tutti mascherinizzati, diretti ad Auckland. Per (s)fortuna il nostro volo non è stato cancellato, perché siccome devono distanziare i passeggeri sugli aerei adesso, invece che aggiungere voli....li cancellano. Logica iwik.


Si conclude così un altro giringiro, grazie Tatanka per questo mantra che ci hai insegnato:

Il bicchiere è mezzo pieno, e la metà vuota era deliziosa

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