sabato 1 ottobre 2022

Prove di insediamento a Wellington

 

Ecchece.

E' un po' che non scriviamo, o almeno cosi' e' che pare a noi, visto quante cose si e' fatto in questo periodo.

Come al solito la decisione di partire da Christchurch e' stata presa al volo, visto che l'amico che ci ospitava non ci metteva fretta e ci invitava a restare, Silvia aveva avuto un colloquio recentemente, ecc. Cosi', davanti alla schermata del traghetto tra le due isole, dopo aver scoperto che praticamente la solita ricerca esaustiva di Silvia aveva riportato che c'era solo una camera disponibile a Wellington dentro un budget sensato, e che gia' altra gente ne aveva fatto richiesta, sul "Allora che si fa?", abbiamo pigiato il pulsante "Prenota la prossima fase del tuo incerto destino".

 


Traghetto prenotato e camera assicurata.

I muri di Chch sottolineano la santita' di Matteo


Quindi con obiettivo traghetto il Mercoledi', abbiamo caricato Carrella, salutato il nostro amico itliano cui dobbiamo sempre cosi' tanto, e preso appuntamento con il nostro altro amico (lo Spagnolo), a Nelson, all'incirca nei paraggi di dove si e' stabilito per il momento dopo un anno errante ed in attesa di andare a salutare la sua famiglia in Spagna a Novembre. Carichiamo Carrella e via, verso l'infinito e oltre!


Solita notte insonne pre-cambiamento

Carrella nella versione Afgan Profug +

Ci fermiamo per pranzo a Kaikoura a salutare le foche, ma ne troviamo solo una, la quale mostra una strana somiglianza con Silvia subito dopo la sveglia mattutina

Kaikoura riporta semre a Matteo dei cari ricordi.


 

Arrivati a Nelson, andiamo a cercare il nostro alloggio, imbattendoci nella locale sede massonica

quindi, dopo esserci insediati, andiamo a fare incetta di vettovaglie e scopriamo un dolcetto alquanto sospetto, dal quale rimaniamo alla larga nonostante la curiosita' per la scelta del nome

Mentre aspettiamo il nostro amico quindi facciamo amicizia con la popolazione locale e prepariamo la cena

E cosi', passiamo due giorni e mezzo con lo Spagnolo tra gite e chiaccherate





La Nuova Zelanda in Maori si chiama Aotearoa, che significa all'incirca "Paese della lunga nuvola bianca"



Lunedi' sera e' il momento di salutarsi, e noi ci trasferiamo nella minuscola Picton in attesa del traghetto del Mercoledi'
Minuscolo anche il nostro tavolino

Proviamo a riempire il tempo con una gitarella, ma le piogge di questo periodo unite al terreno molto argilloso, rendono il tutto poco divertente. Inoltre Matteo ha la bella idea di battere un fuoricampo con un sassolino ed il nostro ombrello antivento e ne fa esplodere il manico...

Arriva ordunque il momento della partenza, benedetta da piogge torrenziali che ci accompagneranno per molti giorni

Grigiume
 
Il viaggio in traghetto procede senza intoppi e, una volta sbarcati a Wellington, ci dirigiamo a Lower Hutt, citta' a 16 km da Wellington (altrove sarebbe semplicemente un quartiere, ma qui ci tengono a sottolineare la totale estraneita' dei due centri).
Arriviamo quindi al nostro alloggio, accolti calorosamente dal segretario cileno che parla qualche parola di italiano, il quale addirittura ci stampa un foglio di benvenuto!
La camera purtroppo e' poco piu' grande del letto, pertanto Carrella continuera' a fungere da armadio e rimarra' carica delle nostre cose per un altro mese abbondante.
Il posto (trovato provvidenzialmente da Silvia come detto), non e' un ostello, ma...un ostello per tossici.
Il che, a mente fredda, se ce lo consentite forse e' pure meglio, se non altro dentro sono tutti carini e ti salutano, mentre all'ostello sono sempre tutti troppo fighi o occupati per darti retta.
Essendo un posto del genere, la direzione ha anche fatto in modo che alla sera vengano distribuiti viveri avanzati dalle scuole, il che e' una cosa sacrosanta (che se non sbagliamo in Italia e' vietata per qualche menata burocratica). Non che a noi interessi il fatto di avere cibo gratis, ma l'idea che tutta questa roba andrebbe dritta nella pattumiera fa pensare, e ripensare.....
Pasti serali
 
Nonostante cio', il posto ci sta comprensibilmente stretto, e fin da subito iniziamo (o, meglio, Silvia, la quale si smazza tutto il processo di selezione) a cercare una casa vera. Probabilmente gia' la mattina successiva siamo a vederne una a Wellington.
La pioggia e' incessante e le nuvole cosi' basse che non capiamo manco dove siamo. Dopo 4 giorni ci sembra di essere gia' li da un mese e siamo davvero disorientati.
Mercato di Lower Hutt, con pioggia

Iniziamo la frequentazione assidua di tutte le biblioteche disponibili, per avere internet, un posto caldo, e spazio per sederci per fare le nostre ricerche.
Le piogge continuano e arrivano notizie di allagamenti e frane in tutto il Paese, specie a Nelson (dove eravamo poco prima) e anche nella nostra zona
Matteo, cercando casa su internet, scopre che il fiume che attraversa Lower Hutt ha gia' straripato tipo 4 volte in 100 anni, e forse adesso hanno messo su un progetto per fortificare gli argini.
In Europa ci sara' dii sicuro troppo cemento, ma c'e' un motivo se gli argini non sono piu' verdi lussureggianti come si ostinano a lasciarli in Nuova Zelanda.....ma che qui siano indietro si sapeva gia'.
Nonostante siano indietro, su alcune cose invece sono molto piu' avanti che nel vecchio continente: se a Matteo continuano ad arrivare email dal Comune di Auckland che continua a a fare questionari su come migliorare le risorse ed l'utilizzo di capitali della citta' piu' grande del Paese, sfogliando il "giornale", a Lower Hutt ha potuto vedere questo
ovvero il Comune chiede ai cittadini di esprimersi su che tipo di sistema usare alle elezioni. Checche' ne abbiate da dire, fantascienza in Italia, dove per arrivare a tanto si sarebbero gia' seccati la lingua in diversi da Santoro o dalla Gruber, per poi forse arrivare ad un qualche referendum pagato salatamente dall'utilizzatore finale.
Trovarsi una email nella casella di posta o leggere una pagina del genere sul giornale infonde un gran stato di leggerezza che vi auspichiamo di provare prima o poi.
Finita la solita filippica buca-acqua predicata al vento, passiamo a farvi vedere come dopo una settimana Carrella si sia trasformata in vettore per la creazione di vita
Segni di vita aliena

Questa panchina ci fa capire che le cose sono parecchio spinte a riguardo

 

Nel nostro primo giro a Wellington, Matteo fa subito a braccio di ferro con la pioggia ed il vento, credendo di fare una furbata, col risultato che esplode il nostro ombrello antivento. Bravo babbeo, e dire che stava cercando di capire come riparare il manico rotto a Picton. Da qui capiamo come mai tutti vadano in giro con il kway invece che con l'ombrello. 

Indi, Silvia dopo qualche giorno dice a Matteo "Vabbe' meglio se inizi a cercare lavoro".

Detto fatto, al secondo giorno di ricerca lavoro, Matteo lo aveva gia' trovato, tramite agenzia (la via semplice, ma essendo Wellington una citta' vera - l'unica in NZ - ci sono poche posizioni generiche, sono praticamente tutte specializzate), e cosi' inizia dopo una manciata di giorni a macinare tran-tran.

Per Silvia le cose sono meno immediate e, mentre continua la sua ricerca di lavoro, organizza anche tutte le visioni delle case, ricerca eventuale mobilia e via dicendo.

Una sera dice di aver trovato un materasso  per 30 euro, andiamo a vederlo, lo carichiamo sul portapacchi di Carrella, e lo portiamo all'ostello....non abbiamo una casa ma abbiamo il materasso! E per 30 euro dobbiamo dire che fa il suo eccome.

Cosi', oltre ad aver messo il materasso di Carrella sotto quello dell'ostello (per permettere a Matteo di stendere le gambe oltre la "piediera" del letto), ora abbiamo un terzo materasso nello stesso letto....si sprofonda come a dormire su un pandoro ahahah! Ma vabbe' e' un primo passo.

Con base a Lower Hutt e lavoro a Wellington e passaggi dei colleghi non sempre disponibili, Matteo sperimenta l'uso del treno, cosa che lo ha fatto sentire in un Paese moderno invece che arretrato di 200 anni come nel resto della Nuova Zelanda.

Il viaggio in treno e' godibile, e Matteo ha la sensazione che il controllore sia li' per aiutarti ad avere il biglietto valido, piuttosto che beccarti senza e farti la multa. Aiuta certamente il fatto di poter acquistare il biglietto in carrozza, ma comunque sembra come di "fare squadra" durante il viaggio, invece che giocare a ladri e poliziotti.
Un giorno, mentre aspetta il treno alla stazione di Epuni, Matteo vede questo bel pezzo in corten della mappa della Nuova Zelanda:

E mentre lo ammira, nota una strana somiglianza...la notate anche voi?

Vabbe' ancora un aiutino


interessante no? Ecco una sovrapposizione gentilmente segnalata da un fedele lettore giusto il giorno prima della pubblicazione di questo post:


Ora, che la Nuova Zelanda sia l'esatto opposto dell'Italia non e' piu' solo un idea nella testa di Matteo, ma e' addirittura evidente, e l'opposizione e' molto piu' profonda di quanto possa sembrare: come ripete spesso Matteo, piu' stiamo qui e piu' ci rendiamo conto che i due Paesi sono uno l'opposto dell'altro, in tutto, in tutti i frangenti della vita quotidiana, sia negli aspetti positivi che neli aspetti negativi di entrambi.

Un giorno andiamo a fare due passi su una spiaggia vicino a Lower Hutt, e notiamo muscoli di dimensioni post-atomiche

Chissa' se sono buoni da mangiare?
Nel frattempo Silvia va a fare una mitragliata di colloqui (sempre una piccola percentuale dei curriculum inviati). Eccola qui mentre prova vestiti da colloquio a modo suo, e mentre li stira nella lavanderia dell'ostello

Che fenomena!
 
Dopo un paio di settimane di ricerca spasmodica e frustrante, finalmente troviamo un posto a Wellington da usare come tana. E cosi' facciamo il terzo trasloco in un mese. Alla faccia di quanti ci chiedono sorpresi "Ma non avete ancora trovato casa?" oppure "Ma non avete ancora trovato lavoro?" ahahaha!
Cosi' finalmente Carrella puo' scaricare le sospensioni dopo piu' di un anno poveraccia.
Mentre Silvia procede a selezionare lavori ed aziende, trovare i pezzi per la casa oltre che stipulare contratti per corrente ed internet, Matteo inizia ad esplorare Wellington da una prospettiva diversa, andando a lavoro a piedi dalle alture, e anche grazie al suo lavoro. E la sua sensazione iniziale si conferma, ovvero che Wellington e' assai simile a Genova dal punto di vista morfologico e topografico. La citta' e' stretta tra colline e mare, tutto e' stretto (perfino, udite udite, strade a doppio senso su una corsia sola)e ci sono perfino la versione locale delle creuze!
 
Creuza de mä
 
Finalmente ci sono stradine che tagliano in mezzo ai palazzi senza dover fare il giro dell'oca per andare da A a B. Ecco uno dei possibili percorsi per andare in citta' che usa Matteo
 


Da qua vicino abbiamo anche una vista decente della zona



Alba

Come gia' detto nel post dell'anno passato, a Wellington c'e' anche la funicolare (altra somiglianza con Genova)

che pero' non abbiamo ancora sperimentato anche se passa nei pressi di casa nostra.
Le persone qui sanno perfino parcheggiare! Wellington e' finalmente una citta' in Nz che sembri una citta' e non un centro commerciale all'aria aperta o un grande paesone deserto, il che rende tutto molto piu' complesso ed articolato che nel resto del Paese.
Ecco di seguito un semplice scorcio durante la pausa pranzo di Matteo, senza pretese, ma almeno pare di essere in un luogo abitato da umani invece che infestato da fantasmi come altrove 
 
E' vero pero' che alcuni aspetti sono stranamente disfunzionali, ad esempio la raccolta rifiuti. Niente cassonetti che in Nz non esistono, ma dove abitiamo noi, contrariamente ad altri quartieri, non ci sono manco i bidoni, quindi i sacchetti vengono lasciati a bordo strada (piu' tipo Napoli che Genova, che anche tra di esse di assomigliano) 


e, dato che Wellingtron e' soprannominata "citta' ventosa", ovviamente quei sacchetti poi finiscono ovunque trasportati dal vento, oltre che dalle sempre presenti piogge.
Ogni citta' ha le proprie dinamiche, e capirle porta via altro tempo da sottrarre a ricerca casa, lavoro e arredamento.
Dato che il maltempo e' quasi una costante (speriamo solo in questa stagione), andare al lavoro con l'ombrello non e' un'opzione, ecco quindi come si concia Matteo per far fronte alle intemperie

sembra peggio di quel che e' comunque!
Attraverso le scorciatoie nel bosco abbiamo trovato una foglia secca locale, della cui forma abbiamo visto anche visto degli orecchini fatti  di metallo, bellissima!



Eccovi pertanto aggiornati su quello che e' successo nell'ultimo mese, che a noi sono parsi 6 mesi per quante cose sono successe, ma ad andare in giro e' sempre cosi'.
 
Un caro saluto e fatevi sentire!

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