martedì 11 agosto 2020

Vacanze inaspettate



Ossequi!
Come conseguenza dell’ormai ben nota incapacità di fare programmi della Nuova Zelanda, elevato a potenza nell’azienda dove lavora Silvia, hanno deciso da un giorno all’altro di chiudere baracca per le vacanze (non meglio definite), e così Matteo ha chiesto una settimana di ferie e ci siamo catapultati nell’isola del sud!
 
 
Senza soffermarci sui prezzi dei biglietti, che pensavamo dovessero incentivare il turismo interno ed invece si abbattono come una scure sulle teste degli sfigati come noi a cui non viene dato preavviso per fare vacanze, ci siamo diretti a Queenstown!
Appena arrivati siamo andati a prendere il nostro van-camperino trovato da Silvia e dopo un saluto ultra rapido al nostro vecchio amico spagnolo che era al lavoro, siamo immediatamente partiti alla volta di Milford Sound.
Visti i muggiti che il nostro mezzo faceva durante le scalate di marcia in salita, lo abbiamo prontamente soprannominato Tatanka.


Al campeggio, insieme ai Kea, Matteo ha trovato un oggetto che non vedeva da lustri ormai, un vero calorifero!






Il tempo era particolarmente inclemente e Silvia era già in stato lamentoso perché le foto delle sua amica erano col bel tempo. Dovete sapere che Milford sound ha tipo più di 180 giorni di pioggia all’anno quindi arrivare con la pioggia non vuol dire essere sfigati affatto.
Ad ogni modo Matteo predicava fiducia ed ottimismo, e come conseguenza la mattina dopo abbiamo preso una giornata senza nemmeno mezza nuvola in tutto il giorno


Siamo indi partiti per la nostra cruociuera nei fiordi neozelandici, di cui al nostro ritorno potrete ammirare le foto fatte da Silvia, in versione reporter dopo aver rimediato una macchina fotografica seria da un collega






Durante il giro abbiamo visto anche un pinguino e 3 foche nel loro ambiente naturale, con Silvia che ha notato una somiglianza, affermando “Eh sono come me al mattino!”






Il nostro giro si è concluso con una capatina della barca sotto la cascata dove certi inguaribili estimatori dei selfie (o magari solo sommelier della vita) hanno preferito farsi una doccia di cascata.
Il viaggio di ritorno verso Queenstown è stato assai più lento, con la reporter Silvia impegnata nel suo report fotografico.


La sera ci siamo ritrovati con lo spagnolo per una uscita glamour in città, dove si respira un’aria decisamente più europea, con costruzioni che paiono in pietra e gente vestita in modo decente invece che ciabatte e pigiama.
Il giorno dopo si è unito il nostro amico ceco a farci da guida per una passeggiata tranquilla in un bosco pieno di muschio. Lui ormai ha messo la quarta e dai tempi delle nostre uscite scapestrate di Christchurch ormai è diventato un alpinista autodidatta dagli ottimi risultati, riuscendo tra le altre cose a scalare la montagna più alta del Paese, Mount Cook.



La sera siamo andati ad assaporare cibo vietnamita, mentre Silvia iniziava a montare un bel raffreddore.

Purtroppo a causa di questo raffreddore i nostri piani di andare a sciare sono scemati, ed abbiamo ripiegato su una passeggiata sul sentiero Queenstown hills, perché ovviamente Silvia non poteva stare tranquillina a guarire, così adesso è completamente ko.

La sera quindi cena d’addio con lo spagnolo, con una compagine di brasiliani che vivono qui da anni e non spiaccicano mezza parola di inglese.
Matteo ha così scoperto che immigrare in Nuova Zelanda è più facile a Queenstown, si trova lavoro in nero più facilmente e gli immigrati sono richiesti molto più che a Christchurch o Auckland, una realtà diametralmente opposta a quello che abbiamo sperimentato negli ultimi 4 anni da quando siamo qui.
Si parla ovviamente di lavori semplici, niente di diverso da quello che facevamo in Australia.
Questo è il motivo per cui tanto sudamericani vengono a Queenstown e risponde alla domanda di Matteo sul perché vengano qui visto che odiano il freddo, invece che andare ad Auckland che è più caldo e ci sono le spiagge come sono abituati loro.
Sempre nella sessione “non si smette mai di imparare”, la cena, rigorosamente alle 22:30 dopo numerose partite a carte, era un piatto brasiliano di origine russe con pollo e riso, dove al posto del pane si usano.... patatine fritte! Ma non quelle tagliate a listelli dalle patate, ma quelle a dischetti nei pacchetti che compri al bar...
Ogni volta crediamo di averle viste tutte e più giriamo e più scopriamo di queste cose!



Adesso iniziamo a spostarci verso nord, alla prossima!

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