mercoledì 12 agosto 2020

Il tipico tempismo ramblingzucchiniano


La vacansia continua e la mattina dopo una sveglia tarda, andiamo a salutare per l’ultima volta lo spagnolo, con prima di instradarvi verso Wanaka.
La strada da Queenstown a Wanaka offre qualche bello scorcio, ed in un’oretta si giunge a quella che Matteo ha definito la versione kiwi di Queenstown...monti, il grande lago e...il nulla. 
 
 
Una cittadinella proprio da nulla, eeeeeeestremamente tranquilla, che ci fa ripensare a quando il ceco ha detto che Queenstown è troppo caotica e pensava di trasferirsi qui...
Ma vabbè, il bello di questa nostra condizione è che, a parte noialtri, la gente che viene a vivere in questo Paese in genere finisce per stabilirsi nel luogo che più rispecchia la propria personalità e gusti.
E come dicevano i latini, questi non disputandum est.
Con Silvia ormai cacca-o, Matteo decide di coadiuvare il proprio sistema immunitario con un bel bagno nel lago di Wanaka, non proprio ghiacciato ma abbastanza fresco...la foto originale a quando le scaricheremo 

Come vedete altri hanno preso ispirazione e cercato di emularlo

Dopo un bel pranzello in riva al lago, siamo andati a fare due passi, a vedere il celebre albero in mezzo al lago che rende Wanaka un luogo turistico

Preso atto della pochezza del luogo, seppur molto bello, e non volendo esplorare la zona dato il peggiorare delle condizioni di Silvia, abbiamo quindi proseguito verso norde, dove Matteo aveva la speranza di piazzare Silvia in un bagno turco o sauna per scaldarle un po’ le ossa.
Naturalmente, il nostro solito tempismo non poteva non raggiungerci e siccome Silvia ha il raffreddore, squilla il segnale di allarme atomico nei telefonini per dire che hanno scoperto 4 casi di coronavirus ad Auckland e quindi il Paese è immediatamente ripiombato nell’allerta livello 3 (seconda più alta) per la zona di Auckland, e livello 2 per il resto del Paese. Traduzione: se dovesse arrivare il livello 4 non possiamo prendere il volo di ritorno.
Ci toccherà prolungare le vacanze 😎
Quindi, dicevamo, ci allontaniamo da Wanaka, e come sempre la strada regala ad ogni metro panorami da sfondo del pc, ma mentre Silvia apprezza molto lo scenario, Matteo lo trova noioso e soffocante. Che strano, abbiamo gusti opposti!
La ragione è che, anche se nelle foto che vedrete una volta scaricate non sono visibili, questa bellezza è resa inutilizzabili da una infinita distesa di reticolati che seguono il nastro d’asfalto, perché qui tutta la terra è privata. Matteo trova tutto ciò soffocante, anche se sa di essere, caso strano, in minoranza.
Giungiamo verso l’imbrunire nella zona di Mount Cook, a Lake Pukaki, dove sono presenti diversi campeggi gratuiti, specie ora che abbiamo il famigerato mezzo “self contained”, ovvero il gabinetto sul van. Questi campeggi hanno il bagno pubblico, ma sono riservati a mezzi con il bagno proprio.....logica che ancora non cogliamo dopo 4 anni.
Tramonto e risveglio sono idilliaci 



E la notte, come facevano gli antichi, ci addormentiamo rimirando le stelle, cercando stelle cadenti e scoprendo sfumature della via lattea che escono a poco a poco che l’occhio si abitua al buio.
La zona di Lake Tekapo, a 50 km, è considerata avere uno dei cieli più puri del mondo, e Matteo avrebbe voluto andare a vedere le stelle col telescopio, ma ‘sto nuovo delirio del virus e la condizione di Silvia rendono il tutto impossibile. Per questo anche portarla in una sauna non è praticabile visto la mitragliata di colpi di tosse che spara.
La mattina, visto che ormai siamo in anticipo di due giorni sulla tabella di marcia per non essere più andati a sciare, e con ben poco da fare visto le condizioni della gnoma, facciamo una capatina a Twizle, simpatica cittadina nei dintorni dove il solo nostro passaggio ha permesso un arricchimento genetico del 437%, per fare la spesa e comprare uno sciroppo per la tosse ed uno spray per la gola per Silvia...la farmacista probabilmente stava accarezzando il fucile sotto il bancone mentre parlava con Matteo, visto che ora tutti sono terrorizzati per aver visto alla tv che ci sono 4 nuovi casi nell’isola del nord, quindi per evitare di finire in gattabuia ed in prima pagina sul giornale locale, appena finito gli acquisti abbiamo frustato i cavalli di Tatanka per allontanarci da lì, direzione Aoraki, Mount Cook, per passare il pomeriggio, Silvia a riposare e Matteo a salutare lo scenario di tante avventure passate coi suoi amici ora sparsi per il Paese.
Prima di ciò, capatina veloce al centro turistico di Lake Pukaki per verificare lo sfottó di Matteo a Silvia, che nei supermercati di Auckland fa sempre la punta al salmone di Mount Cook sperando sia in sconto, per poi scoprire qui dove viene prodotto, che non è selvatico ma di allevamento. La commessa ha detto che “Non è permesso vendere quello selvatico”...figurarsi se qui a sud nel Canterbury non perdono occasione per vietare qualcosa...cosa potevano vietare qui? Respirare, fare il bagno nel lago e vendere salmone selvatico...il bagno non lo fa nessuno quindi rimane solo vietare il salmone!
Vabbè che importa, noi si galoppa verso Aoraki mentre Silvia si scorna al telefono con le segretarie ciccione degli studi medici per avere una appuntamento per il tampone, da mostrare in aeroporto in caso di problemi, con collaborazione nulla dall’altro capo della cornetta.
Se durante questo giretto Silvia ha deciso che Milford Sound è il suo posto preferito in Nuova Zelanda, ritornando qui Matteo ha deciso che il suo di posto preferito è Mount Cook, dove finalmente la bellezza è libera e di utilizzabile, senza recinzioni a privatizzare il paesaggio, ed uno ha la libertà se vuole di inchiodare, uscire di corsa dalla macchina e scarpinare sul crinale che più gli aggrada e perdersi dove vuole. Chiamatelo fissato, ma il suo concetto di bellezza è questo.









Così, mentre Silvia riposava, Matteo è andato a fare uno dei suoi giri idioti nei dintorni, e dopo aver pucciato i piedi nell’acqua che arriva dal ghiacciaio, scrutava il Monte Cucco alla ricerca di una linea, sebbene l’alpinismo in questa zona non lo sconfinferi affatto

Confermata dal suo amico ceco che lo ha già scalato, come una delle più facili per raggiungere la vetta...per una volta Matteo ci ha preso!
Chissà che in un qualche futuro parallelo.....
Finito il giro e salutata la montagna, Matteo si è quindi impegnato in un rally (tale solo perché Tatanka ha sotto il motore della 500) per portare Silvia a Lake Tekapo in tempo per la sua videochiamata programmata.
Sembra si stia riprendendo, speriamo continui a migliorare!
Ciaobbelli!

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