tratto dal primo numero di ramblingzucchini
Science Journal
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Lo straniero che decidesse di visitare
l’Australia, dovrà affrontare l’impatto con la cultura locale in fatto di
comunicazione.
Rivolgendo l’attenzione al settore
sudoccidentale della Nuova Olanda, nella fattispecie Bremer
Bay, con particolare attenzione ad una delle due factory dedite alla pesca
delle sardine, da notarsi è la propensione degli impiegati e del datore di
lavoro, nell’usare il medesimo vocalizzo, di seguito “verso”, per differenti
scopi, in differenti situazioni, con differenti significati.
Colui che avesse la sfortuna di chiamarsi
Matteo, verrebbe, per comodità, chiamato Matt., la cui pronuncia, alle suddette
latitudini, assomiglierebbe ad una sorta di latrato.
Ebbene, tale vocalizzo è il medesimo per dire
“Ok”, “Su”, “Giù”, “Destra”, “Sinistra”, “Fermo”, “Procedi” “Come? Puoi
ripetere?”, “Ah si, ho capito”, “Eh certo, hai ragione”, “Vieni qui”, “Stai
li”, e via discorrendo.
Lo straniero in questione ne sarebbe
costantemente turbato, potendosi affidare solo all’intuito per capire le
direttive.
E’ possibile, con buona approssimazione,
ridurre ogni parola dotata di rilevanza all’interno di una frase, al verso
“Aarrrghhh!”.
Da notarsi, inoltre, l’utilizzo smodato del
termine “fucking”, che si presenta, all’interno di una frase, all’incirca ogni
2 parole, senza eccezione. Neanche “belin” viene usato con la medesima
frequenza da un genovese per esprimersi quotidianamente.
I locali provano soddisfazione e orgoglio per
un altro termine onnipresente: “Yep!”, tanto da correggere stranieri di altra
provenienza, incoraggiandoli nell’uso di quest’ultimo al posto di più
comprensibili parole quali “Yes”, “Up”, oppure “Stop”.
Se il lettore avesse tempo di immaginarsi la
fonetica di un discorso a queste latitudini, visualizzerebbe probabilmente un
remix elettronico di quelli udibili in qualche museo di arte contemporanea, e
non si sbaglierebbe poi di molto.
Al di fuori dell’adrenalinico momento della
pesca, frustrazione aggiuntiva sarebbe apportata dal tentativo di comunicare
con un membro della factory per qualsivoglia discorso di qualsivoglia natura.
Risposte ricorrenti, previo aggrottamento di sopracciaglia, sarebbero “Ahmm…say
it again..” oppure il famelico “Ehm…you lost me”, portando l’interlocutore
straniero qui in oggetto, a rinunciare all’esposizione dei propri pensieri nel
momento stesso in cui andrebbe a prendere fiato per favellare.
Si sconsiglia pertanto la frequentazione dei
soggetti in questione, preferendovi australiani o anglofoni di diversa
provenienza, una maggiore soddisfazione e gratificazioni sono garantiti.
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