martedì 26 agosto 2014

Breve esposto sui vocalizzi australiani



tratto dal primo numero di ramblingzucchini Science Journal

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Lo straniero che decidesse di visitare l’Australia, dovrà affrontare l’impatto con la cultura locale in fatto di comunicazione.
Rivolgendo l’attenzione al settore sudoccidentale della Nuova Olanda, nella fattispecie Bremer Bay, con particolare attenzione ad una delle due factory dedite alla pesca delle sardine, da notarsi è la propensione degli impiegati e del datore di lavoro, nell’usare il medesimo vocalizzo, di seguito “verso”, per differenti scopi, in differenti situazioni, con differenti significati.
Colui che avesse la sfortuna di chiamarsi Matteo, verrebbe, per comodità, chiamato Matt., la cui pronuncia, alle suddette latitudini, assomiglierebbe ad una sorta di latrato.
Ebbene, tale vocalizzo è il medesimo per dire “Ok”, “Su”, “Giù”, “Destra”, “Sinistra”, “Fermo”, “Procedi” “Come? Puoi ripetere?”, “Ah si, ho capito”, “Eh certo, hai ragione”, “Vieni qui”, “Stai li”, e via discorrendo.
 
 
 
Lo straniero in questione ne sarebbe costantemente turbato, potendosi affidare solo all’intuito per capire le direttive.
E’ possibile, con buona approssimazione, ridurre ogni parola dotata di rilevanza all’interno di una frase, al verso “Aarrrghhh!”.
Da notarsi, inoltre, l’utilizzo smodato del termine “fucking”, che si presenta, all’interno di una frase, all’incirca ogni 2 parole, senza eccezione. Neanche “belin” viene usato con la medesima frequenza da un genovese per esprimersi quotidianamente.
I locali provano soddisfazione e orgoglio per un altro termine onnipresente: “Yep!”, tanto da correggere stranieri di altra provenienza, incoraggiandoli nell’uso di quest’ultimo al posto di più comprensibili parole quali “Yes”, “Up”, oppure “Stop”.
Se il lettore avesse tempo di immaginarsi la fonetica di un discorso a queste latitudini, visualizzerebbe probabilmente un remix elettronico di quelli udibili in qualche museo di arte contemporanea, e non si sbaglierebbe poi di molto.
Al di fuori dell’adrenalinico momento della pesca, frustrazione aggiuntiva sarebbe apportata dal tentativo di comunicare con un membro della factory per qualsivoglia discorso di qualsivoglia natura. Risposte ricorrenti, previo aggrottamento di sopracciaglia, sarebbero “Ahmm…say it again..” oppure il famelico “Ehm…you lost me”, portando l’interlocutore straniero qui in oggetto, a rinunciare all’esposizione dei propri pensieri nel momento stesso in cui andrebbe a prendere fiato per  favellare.
Si sconsiglia pertanto la frequentazione dei soggetti in questione, preferendovi australiani o anglofoni di diversa provenienza, una maggiore soddisfazione e gratificazioni sono garantiti.
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