venerdì 9 aprile 2021

Giretto Pasquale

Pasquale

Ciao folto pubblico, come ti va? Prego, siedti ed ascolta le epiche gesta dei ramblici zucchini!

In questo numero un sacco di "prime":

- prima scalata di un vulcano (con Matteo in tenuta estiva a -6 gradi , secondo sito meteo, per praticare il verbo di Wim Hof)

- prima annusata di vera cultura Maori

- primo contatto con una specie di Earthship, per toccare con mano il pensiero di Michael Raynolds

- prima volta a fare Canyoning (no, ti prego non chiamarlo canyonig che mi vergogno, implorava Silvia)

- prima arrampicata a mani ignude di una cascata, per ricordare Dan Osman

Per la peppa e la peppina! un niumero imperdibbbbile!!!

 

 

Orbene, il piano era di metterci per strada alla mattina per niente presto, tipo verso le 8, ma riusciamo a battere noi stessi, con una bella sveglia alle 9. O meglio, Matteo apre gli occhi e, visto lo spazzaturamento di tutti i buoni propositi, decide di rincarare la dose e cominciare col piede giusto e, mentre Silvia cerca di spaccare il letto a forza di ronfare, va a prenderle una colazioncina francese per soprenderla una volta svegliata. E questo va ad agiungersi alla lista di sopra, perché dopo lustri....

- prima volta in cui Silvia non rovina una sorpresa a Matteo

indi, dopo una indigestione di cruasson, carichiamo la vettura e partiamo al galoppo.

Mattero fa il finto tonto e finge di non sapere dove siamo diretti, perché gli piace lasciare a Silvia la libertà di fare sorprese (cosa che a parti invertite invece non succede.....) e dopo sei ore siamo a Stratford, localita di utilità dubbia, ma strategicamente a ridosso di Mount Taranaki, un vulcano dormiente aguzzo tipo il monte Fuji giapponese

Per quelli cui il nome Fuji non dice nulla, di sicuro questo dipinto aiuta a ricordare

 

In quel di Stratford i nostri amici ci aspettavano da lungo tempo, essendo lor'altri partiti ad un'ora degna.

Col rinnovato proposito di svegliarsi presto, si va a letto di conseguenza, ma il nostro piano si infrange contro lo scoglio multietnico della realtà locale: il buonsenso viene messo da parte, ed oltre ad un trattore russante e uno che tossisce fino a notte fonda con versi tipo vomito, la formazione sfoggia gente che parla al telefono alle 2:30 di notte e gente che alle 6 del mattino sta già facendo dei discorsi in barba a tutti.

------ segnale acustico a coprire le parolacce di Matteo------

quando suona la sveglia, nessuno ha veramente dormito, e Silvia annuncia già la sua rinunzia all'ascesa alla vetta del monte. Che lieta notizia, così Matteo può gettarsi sul croissant farcito alla tripla nutella e banana con la scusa di dover accumulare energie per la gita...ma la caparbia Silvia invece si presenta in cucina per la colazione, dicendo che magari accompagnerà il gruppetto per un paio di ore prima di battere in ritirata presa dal sonno potente. Peccato, il croissant è già andato!

Arriviamo al parcheggio dopo aver guidato attraverso la fitta foresta che circonda il monte in modo perfettamente circolare

E la montagna ci accoglie infuocata del primo sole













Dopo un’oretta inizia la scalinata verso le nuvole





Il gruppo si spacca subito per svariati motivi  e questo dà il via libera morale a Matteo per non stare ad aspettare ulteriormente. La nostra amica colombiana arranca un po' in salita, Silvia viene da una notte insonne e l'amico jesino non si scompone per l'ascesa "ognuno al suo ritmo". Ci ritroveremo in cima!



La parte centrale consiste in una noiosa pietraia, 

poi finalmente tornano le rocce dove procedere è più facile.

L'ultimo tratto prima del cratere innevato è un pochino a strapiombo ma non ce ne si accorge seguendo il sentiero. È li che uno che viene in giù consiglia a Matteo di coprirsi perché il vento gelido abbassa la temperatura bruscamente. Matteo ringrazia ma decide di toccare con mano. Il vento è freddino ma sopportabile, ormai manca poco!


Ed infine ecco la vetta!


Poco dopo lo raggiunge Callaro, come soprannomineremo d'ora in poi l'amico jesino, che appena dato uno sguardo attorno è già ad addentare un panino dietro l'altro in maniera compulsiva, in barba alle donne che stanno ancora sfacchinando.

L'arietta fredda incalza e Matteo, abbastanza soddisfatto della prestazione, decide di non passare il resto della vacanzina col raffreddore e si veste un po', anche perché ci vorrà un'altra ora e mezza prima che le donne raggiungano la cima. Ognuno ha dato il meglio di sè e siamo tutti soddisfatti e contenti. Dal parcheggio a quota 1000 m SLM fino in vetta a 2500!




Matteo comunque non vuole fare il fenomeno, e a dirla tutta c’erano una manciata di altri baldi che non raggiunto la vetta con vestiario simile.

È comunque interessante notare come gli usi e costumi del luogo influenzino la scelta dell’abbigliamento: essendo un Paese con molti cantieri, più d’uno si è fatto la scarpinata in scarpe antinfortunistiche, e alcuni al posto dei guanti da freddo avevano quelli anti taglio da cantiere. Un po’ come a Christchurch, dove c’erano quelli che andavano a sciare col giaccone catarinfrangente solo perché impermeabile e magari imbottito. Una aberrazione estetica per gli occhi italiani, lo sappiamo, ma ormai siamo abituati a modi differenti di fare le cose. Come Matteo ha sempre sostenuto, si può fare quasi tutto anche senza abbigliamento tecnico!

Dopo una pausa pranzo in vetta ed una pausa riposo  dietro l’angolo fuori dal freddo, è ora di tornare a valle.


Giunti alla pietraia o ghiaione che vogliate chiamarlo, Matteo segue il consiglio di Silvia ed invece che procedere in modo cauto e posato, i due si abbandonano all’instabilità del terreno e in una sorta di sciata secca su sassi, con alcuni degli altri camminatori che ammirando Matteo che scende a rotta di collo urlano “Ehi guarda quel tizio là!”.

Visibilità durante la discesa
Ma ecco che arriva Silvia!
Con la testa fra le nuvole, stanca e capricciosa

Grazie a Silvia la parte più noiosa di è trasformata in quella più divertente, e purtroppo è finita subbbbito!


Al campeggio, noi ci spostiamo distanti dalla cagnara mentre i nostri compari, con fare mafioso, fanno capire alla gestrice del posto che se non vuole trovarsi una testa di cavallo nel letto, è meglio che assicuri il buon riposo a tutti. D’altronde ci sarà un motivo se la mafia marchigiana e colombiana sono le più temute al mondo. Matteo, galvanizzato dall'impresa, propone di fondare un club elitario di gite estreme, ma ha il sentore che non succederà nulla.

Il giorno dopo, a Pasqua, andiamo a vedere la mirabolante New Plymouth. Se è vero che le città neozelandesi non sono attrazioni turistiche, questo è vero al millemila percento per New Plymouth. Tranne che per Silvia, a lei è piaciuta molto.


Mentre il giro in città si sta per spegnere nella tristezza (a parte la foto immancabile delle 4 facce +1)


Silvia tira fuori un altro asso dalla manica, attaccando bottone come le riesce tanto bene: sul lungomare un gruppetto armato di lance si sta allenando in una sorta di danza maori, e lei chiede qualcosa al tizio corpulento seduto. Matteo come sempre guarda da lontano finché lei non gli fa un cenno, alchè lui si avvicina. Purtroppo si è perso la prima parte, ma cerca di riportare quello che ha sentito, prendetelo con il beneficio del dubbio.

Allora, la società maori è difficile da penetrare per chi viene da fuori, sono abbastanza bravi a mettere un muro invisibile con gli estranei. Solo in alcuni festival e certe occasioni si può vedervi dentro.

La danza che stavano facendo, scopriamo alla fine, è una specie di lezione scolastica al modo maori. È la prima di 12 haka, e racconta di come secondo loro tutti gli esseri umani sulla terra siano divisi in 4 tipi di leader: l’equivalente del maschio alfa che tutti vogliono seguire, quello che fa un sacco di domande e vuole ricercare la verità, il guerriero che difende quello che è importante ed infine chi si preoccupa degli altri e si mette al loro servizio.

Le lezioni si svolgono sempre di fronte al mare per poter vedere il cielo al di sopra (che equivale alla mascella), ed il mare e la terra al di sotto che equivalgono alla mandibola. La mascella è collegata al cielo ed ai leader di tipo 2, la mandibola alla terra e ai leader di tipo 1. Secondo loro per far funzionare bene le cose i due tipi di leader devono collaborare in ogni cosa. Nella foto che segue, casualmente il gruppo è nella posa del terzo occhio, mentre il maestro rispiegava di nuovo la storia sul secondo tipo di leader 


Dice inoltre che la lingua Maori è unica e con solo una variante aulica, oltre a circa 16 dialetti. All’interno della loro società, tutta questa conoscenza non sta svanendo, anzi il numero di maori che parla maori è in aumento, dopo un periodo in cui la loro cultura era stata messa fuori legge decenni fa. Il gruppo di ragazzi nella foto è mandato dalle proprie famiglie ad imparare tutte queste cose durante le varie festività comandate, che tra l’altro qui appunto hanno poco senso.

Ovviamente a Matteo appena annusato nell’aria l’odore di un po’ di cultura locale, stavano crescendo i canini tipo Dracula ed aveva già una mitragliata di domande da fare, ma il gruppo decide che vuole rientrare e quindi niente, ma finalmente uno spiraglio per vedere oltre quello strato di plexiglas che rende tutto così asettico, e se lo è gustato per bene.

Salutiamo i nostri amici, perché poveracci loro martedì vanno già al lavoro quindi il lunedì mattina devono ripartire.

Noi invece dopo la Pasqua dobbiamo festeggiare il Natale. Questi negozianti non sanno più cosa inventarsi per spingere il consumismo e non fa tempo a finire una festività che ti propinano subito quella successiva


Così Silvia con le ultime forze residue dalla stanchezza accumulata, guida fino ad Awakino, senza un motivo particolare ma solo perché le piaceva il nome, per passare la notte. Stavolta abbiamo un letto vero e, nonostante le nuvole, una bella vista sui monti, e ci cuciniamo un bel piatto di pasta.

La sveglia è tarda e Silvia di nuovo porta Matteo in giro a sorpresa, e lui da par suo non fa niente per indovinare per non rovinare tutto (Silvia già che ci sei potresti prendere appunti a riguardo, sai?).

Arriviamo quindi a Raglan, località famosa nel Paese per fare surf, e per lo yoghurt di cocco. Silvia guida fino su in collina e porta Matteo di fronte ad una vera casa in terra battuta! Una specie di earthship, come avevamo visto nel documentario “Garbage warrior”, che Matteo non si stanca mai di consigliare a tutti quelli che incontra, e lo fa anche stavolta: andatevelo a guardare!

 

Ovviamente questa è una versione assai semplificata ma a Matteo è piaciuta davvero tanto


Arriva quindi il Natale, ed eccoci infine all’ultima sorpresa preparata da Silvia, il “Per favore non scrivere canyoning sul blog che mi vergogno”.
Beh chiamalo come vuoi ma a Matteo e' piaciuto, era un giro facile per famigliole ma ha apprezzato l'opportunita' di fare un'attivita' insieme a Silvia

Riscaldamento con esperienza fogna!

no, niente fogna, ma si passava dentro due stretti tubi di cemento per lo scolo del fiume








Silvia in versione omino dei lego




Matteo segue le istruzioni e si lascia andare



 

Per finire, l'istruttrice propone di scalare una cascata a mani nude. Niente a che fare con le imprese del mitico Dan

ma facciamo quello che possiamo nel nostro piccolo
Guardate che impegno!



Grazie Silvia proprio bello!

Siccome manca ancora meta' giornata, ci spostiamo a Hamilton a vedere i giardini, suggeritici dall'istruttrice. E per la prima volta finalmente vediamo un po' di architettura che si possa definire tale. Cavolo, un' altra "prima"!

- prima testimonianza di costruzioni/edifici fatti come si deve, per durare

All'interno ci sono giardini in stile giapponese, cinese, inglese, italiano, indiano e via dicendo, in vera muratura, mattoni e cemento che Matteo non ci voleva credere!

La versione Maori con teste mozzate c'entra poco


La pacchia e' finita, dobbiamo forzatamente andare in pace e rientrare ad Auckland. Matteo, ancora gasato dallo scambio culturale coi maori, propone cena a base di Hangi, ma putroppo non ne rimaniamo estasiati, nel seppur unico negozio che pare venderlo ad Auckland.

Si conclude questo aggiornamento bello ciccio e farcito, ma lo avete visto Pasquale all'inizio, mica si poteva fare un post striminzito. A proposito di Pasquale, non perdetevi il messaggio subliminale che vi ha elargito.

Alla proxima!


2 commenti:

  1. Interessante. Peccato per quelle scalette in ascesa. Un po’ turistico. Noto che la galanteria e lo spirito di gruppo la fanno da padroni. Ma io non so.... molto figo comunque! Suca

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    1. Gentile lettore,
      La ringraziamo per il suo spunto e non mancheremo di tenerlo in considerazione in futuro.
      Noi di ramblingzucchini non siamo per la gita domenicale fuoriporta, quella la lasciamo a gente attempata come immagino sia Lei, cresciuto in altri tempi e con ben altri valori. Di sicuro l’educazione era già fuori moda quando invece galanteria e spirito di gruppo la facevano ancora da padroni. Sono i tempi che cambiano. Naturalmente ai tempi vetusti delle gita di comunità, “Suca” doveva essere in gran voga come saluto.
      Ma non siamo qui per giudicare, noi preferiamo spingere i nostri limiti e, facendo ciò, ispirate gli altri nel fare lo stesso.
      Il giretto è turistico come tutti quelli in giro per il Paese, qua le attrazioni turistiche non sono date città ed opere d’arte ma dalla natura, sittanto vengono rese accessibili anche a chi abbia più difficoltà.
      Ringraziandola per il suo prezioso contributo, la invitiamo a continuare a seguirci e darci costantemente il suo punto di vista, oltre che a far sfoggia del suo galateo ed educazione.
      Cordiali saluti,
      Il suo amico nel tempo e nello spazio
      Matteo

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