giovedì 2 gennaio 2020

Capodanno a Malacca e i problemi di stomaco


Il viaggio per Malacca è stato piuttosto breve, ed abbiamo deciso di farci un regalo sfruttando i prezzi stracciati della città per accaparrarci la camera executive dell’albergo (“albergo” e “executive” in un post di ramblingzucchini, ingredibbile!!!). Lo spagnolo trova un letto per pochi spiccioli più centrale rispetto a noi, in un ostello dove una spagnola originaria di un paesino vicino al suo si prende cura del posto in cambio di alloggio gratuito, insieme al suo compagno con il quale ha girato l’Italia, l’Albania e la Malesia in bici (in viaggi diversi). Com’è piccolo il mondo...
 
 
Siccome Silvia stava ancora male, rimane per il resto del pomeriggio nella suite imperiale mentre Matteo va con lo spagnolo a fare un giretto di mezzo centro storico (solo mezzo per non finire subito la città in cui saremmo rimasti 3 notti).
Malacca come le altre città malesi è da passeggiata tranquilla, sotto i 35 gradi del benevolo sole locale.
Anche qui nel giro di 200 metri si incontra un tempio cinese buddista (quelli incentrati sugli antenati di cui Matteo dovrebbe anche un po’ studiare per capire come funzionano), un tempio buddista più classico, la moschea, una chiesa e via dicendo.



Il giorno dopo, 31 dicembre, Silvia è ancora inservibile e così Matteo va a recuperare lo spagnolo per fare un altro giretto in città, ma la cera di quest’ultimo non è delle migliori, dice di aver vomitato un pochino ed incolpa lo street food locale. Quando più avanti Matteo scopre che il suo modo di tagliarsi le unghie è rosicchiarsele, anche il nostro novellino esploratore asiatico realizza la connessione tra mettersi le mani in bocca in Asia e quell’esplosione di freschezza che si materializza quando sono quasi di ritorno all’ostello e lui, sentendo odore di cibo, finisce accovacciato sopra uno degli ubiqui canali di scolo della città a rigurgitare tutta l’acqua bevuta durante il giro mattutino. Ma Matteo era fiducioso che fosse la solita reazione del corpo che si risolve (e si è risolta) nel giro di 24 ore circa.
Sulla sponda ovest, nei dintorni di Jonker street, sono numerose le case “signorili” riconvertite a museo

Come vedete nella stessa via si passa dalla casa ristrutturata senza pecche al rudere.
Lasciato quindi lo spagnolo a fare i conti con i suoi virus, Matteo torna all’albergo per vedere Silvia come se la passa, ma lei è già partita per andare a fare un giro in centro, così Matteo molla due confezioni di medicine sotto la porta dello spagnolo e va in centro con una mezza intenzione di intercettare Silvia, ma senza impegnarsi più di tanto.
Ad un certo punto sente strisciare i piedi dietro di lui e Silvia era lì he lo seguiva da un bel po’. Eccola mentre di li a poco se la deve vedere con un felino famelico che le girava attorno minaccioso sperando di poter giocare con lei


Ovviamente le energie sono piuttosto basse e dopo un pranzo allietato da un gruppetto di bambini che cantavano canzoni natalizie sperando in qualche soldino da parte degli spettatori, siamo tornati nel lusso per riposare un poco in vista della mezzanotte, anche perché Silvia era ancora malata.
Con relativa sorpresa di Matteo, Malacca era veramente tranquilla, praticamente tutti i locali della via più animata della città erano vuoti e deprimenti ed alcuni iniziavano ad aprire per le 20-22. Probabilmente il capodanno occidentale non è un gran evento (anche se a quanto pare il capodanno cinese che ci sarà in 1-2 mesi è più una festa in famiglia che altro, quindi anche lì pochi festeggiamenti).

Il nostro giro in giro non sembra condurre a niente di interessante, con lo spagnolo che piuttosto che proporre un’attività o prendere una decisione sarebbe entrato in catalessi. In compenso, passando sotto un albero carico di volatili chiassosi, Matteo riceve una qualche sbobba in testa e Silvia una cacca sullo spallaccio della sua borsetta firmata Luigi Vuittone.
Le vie sono tappezzate di questi trabiccoli epilettici tipici di Malacca


Ed alla fine Silvia ci grazia decidendo il posto dove fermarci per il nostro sontuoso cenone di capodanno

Dumpling in brodo per Silvia e Laksa della tradizione Nyanya per Matteo (i nyanya a quanto pare sono una popolazione cinese che si è spostata in Malesia secoli fa).
I problemi gastro-intestinali della maggioranza del gruppo non lasciavano spazio ad esagerazioni culinarie

Aspettando la tarda ora in ostello per minimizzare gli sforzi, abbiamo poi seguito un caricaturista malese di origini cinesi che dalla natia Ipoh al momento viveva a Malacca e che se non avesse inzuppato il passaporto quello notte avrebbe dovuto trascorrerla a vagabondare per la Cina. Se non altro con enorme pazienza ci ha portato a vedere i fuochini d’artificio locali, mentre Matteo trovava una scusa per stemperare il nervoso dato dalla collaborazione nulla dello spagnolo.
E così da un momento all’altro eccoci nel 2020...
Adempito l’obbligo di essere vigili all’arrivo del nuovo anno, ognuno torna alla propria stanza sperando in un primo di gennaio più performante.
E così accade, il giorno dopo lo spagnolo è riabilitato e Silvia ha abbastanza energie per concedersi una colazione francese.
Tipico pandoro italiano

Dopo di che ci dirigiamo al giardino botanico vicino allo zoo, a Gunung Tampin, tanto per fare qualcosa visto che la città ormai l’avevamo girata.
Matteo che scappa da Christchurch

Dopo pochi passi lo spagnolo adocchia le sue adorate scimmie, ma stavolta sono dei muscolosi maschi di babbuino che più che farsi fotografare, sono interessati al suo rumoroso sacchetto di plastica arancione e partono decisi and impossessarsene, ovviamente non interessati ad una futile lotta fine a se stessa, ma all’eventuale cibo che normalmente è racchiuso nei sacchettini degli sprovvisti turisti.
Senza voler darsi arie, per fortuna che Matteo era lì vicino e la sua reazione è stata opposta alla fuga ma anzi è andato ad intimidire le bestie con bastoni e pietre. Altamente improbabile che nessuno di noi sarebbe stato più veloce dei babbuini a meno che lo spagnolo non avesse abbandonato il sacchetto con le magliette appena comprate, visto il loro primo scatto.
Tamponata l’emergenza iniziale Matteo decide che la miglior difesa è l’attacco e forza la ritirata babbuinica preso da un orgoglio evoluzionistico pensando che nessun uomo dovrebbe avere l’ansia peggio contro le scimmie, ma poi Silvia decide che avremmo fatto un altro giro invece di spingerci oltre su quel sentiero.
Il resto del giro lo facciamo armati di bastoni e pietre e Matteo già assapora l’aneddoto da qui a 50 anni quando dirà “ti ricordi quella volta in Malesia quando abbiamo lottato coi babbuini?”.
Che vita di avventure...
Dopo di che visto che non si riusciva a trovare una piscina per stemperare la calura, Silvia ci ha portato sul fiume a fare un aperitivo (forse sperando di uccidere gli ultimi batteri), giocando ad un gioco di carte spagnolo




Dove sperimentiamo l’ebbrezza di finire tutti i nostri soldi, alchè lo spagnolo ci deve offrire l’ultimo laksa nyanya (1€..)

Adesso siamo diretti a Singapore per gli ultimi giorni, speriamo che problemi sentimentali dello spagnolo non gli rovinino gli ultimi giorni di vacanza.
Buon 2020 a tutti!

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