domenica 10 novembre 2019

Tesori nascosti tra le Alpi Apuane


Buongiorno e bentornati.
Oggi parliamo di un giro di estremo interesse. Per dirla col solito mugugno, il tipico giro che in qualsiasi altro Paese del mondo verrebbe pubblicizzato e reso accessibile al pubblico e a tutta la ruota economica che gli va dietro, mentre in Italia non se lo fila nessuno.
Sarà perchè l'Italia è cosi carica di bellezze ed attrazioni che son fin troppe dicono...sarà...
La storia comincia con Matteo che dopo anni va a far visita al suo amico (e mentore alpinistico) Alessandro, il quale decide di sfruttare l'occasione per andare in ricognizione per una delle sue future uscite in montagna con l'apprendista numero 2 (di gran lunga migliore dell'apprendista numero 1, ovvero il Matteo dell'anno 2009).
Destinazione il Monte Altissimo, nelle Alpi Apuane, dove Alessandro punta a ripetere una via dimenticata da decenni, come nel suo stile.
 
 
 
Per raggiungere la meta, Matteo lo incontra alla stazione di La Spezia, dove Alessandro lo recupera con il suo Suzuki Jimny modificato illegalmente, che in autostrada oltre gli 80 km/h inizia a vibrare talmente forte da sembrare cadere a pezzi. E' ancora un prototipo, d'altra parte.
L'itinerario ha seguito Passo degli Uncini, Cava Colonnoni, Sentiero 32, una via di lizza diretta a Cava Macchietta ed incrociandosi con la Via dei Tavoloni, di cui rimane poco, ovvero un sentiero artificiale formato da staffe metalliche piantate nella roccia verticale, dove un tempo erano posate tavole, che i cavatori usavano un tempo per spostarsi da una cava all'altra.
Il sentiero della Tacca Bianca poi,  scavato nella roccia verticale, ha fatto un po' tremare Matteo, che si muoveva al rallentatore, per poi arrivare al Passo del Vaso Tondo e quindi in vetta al Monte Altissimo attraverso i sentieri usati durante la guerra dai partigiani, scendendo poi per la cresta.
Per chi fosse interessato alla parte "archeologica" del giro, ecco i seguenti link che espongono in maniera sicuramente più precisa ed utile come arrivare:



Tornando al racconto, una volta raggiunto il parcheggio, Alessandro decide di mostrare a Matteo la potenza del suo bolide, inserendo le ridotte e percorrendo una cinquantina di metri su una mulattiera in disuso in mezzo al bosco, senza poter fare molta strada in quanto presto diventava sentierino. E così tornano indietro sballonzolando tipo così

Da lì, i due iniziano la salita verso il Passo degli Uncini, raccontandosi le proprie vite degli ultimi anni da quando si sono visti l'ultima volta. Nel frattempo li raggiunge un gruppo di amici in escursione, il primo che arriva a prima vista pare eritreo e Matteo non sa bene come salutare, ma poi è proprio questo ragazzo che, in perfetto toscanaccio, chiede che giro s'è fatto e dove si vuol andare d'eh! Immagini della nuova Italia che Matteo conserva con piacere.
Inizia quindi la parte esplorativa, con Alessandro che guida Matteo come sempre fuori sentiero, ma stavolta senza pericoli,  scesi fino ad innestarsi al sentiero 32, per poi raggiungere il luogo di studio.
Alessandro che scruta la sua prossima via
Fin qui il sentiero è anche attrezzato con un cavo quindi assolutamente fattibile. Proseguendo, arrivano in breve a Cava Colonnoni, ormai in disuso, che lascia Matteo letteralmente a bocca aperta, non tanto per la cava in sè, quanto per i muri a secco che sulle pendici di questo monte facevano da cantiere e da scivolo per i blocchi di marmo verso valle. Matteo non è mai stato, per dire, a Machu Picchu, ma due cose in giro per il mondo le ha viste, e così non ce ne sono
La rampa è la via di lizza

Potete vedere la via di lizza in questo link
https://www.flickr.com/photos/154322124@N02/36201973845
e qui
inoltre con i link messi ad inizio post potete vedere gli stessi luoghi anche lì con foto più chiare.
Percorsa la via di lizza in discesa, Matteo ammirava il perfetto equilibrio di questa moltitudine di sassi che restavano lì nonostante i secoli. Ai bordi si potevano vedere i buchi dove venivano piantati i pali di legno su cui far scorrere le funi alle quali era assicurata la slitta. A detta di Alessandro, alcuni cavatori dovevano stare in punta alla "slitta" per direzionarla, ed in caso di incidente "morivano come mosche". In alcuni tratti la via di lizza è franata, riportando alla luce il terreno originale sottostante. Matteo era a bocca aperta a pensare a quanto tempo ci sarà voluto per iniziare le fondamenta di questa rampa, pietra su pietra in equilibrio perfetto su questo pendio, il tutto solo per arrivare alla cava, ancora prima che il cantiere iniziasse a sventrare la montagna.
Nei pressi c'è anche cava Michelangelo, dove si dice che Michelangelo Buonarroti venisse di persona in queste zone a scegliere i propri blocchi di marmo, il che fa capire quanto siano antiche queste opere umane.
Come vedete il mugugno di inizio post ha anche i suoi motivi, in quanto ci sono tutti gli ingredienti per far conoscere questi luoghi a tutto il mondo.
Alcuni dei templi e luoghi storici di interesse mondiale non sono più antichi (Machu Picchu 1450-1539, Angkor Wat 12esimo secolo, ecc) e sicuramente sono di un livello differente, ma fidatevi che in giro per il mondo gli altri Paesi fanno di un qualsiasi luogo anonimo un richiamo per turisti.
Parlando della sopracitata Via dei Tavoloni, impraticabile,  non si può non notarne l'audacia, e per la cronaca, il tanto pubblicizzato "sentiero più pericoloso del mondo", Hua San in Cina, si presenta così
da http://www.cosa-vedere.com/sentiero-piu-pericoloso-del-mondo-hua-shan/
mentre ciò che resta della Via dei Tavoloni è questo
da https://www.girovagandoconstefania.it/2014/06/la-cava-della-tacca-bianca.html
Continuate a non essere convinti che ci siano tutti gli ingredienti per suscitare interesse?
Da una parte abbiamo gente da ogni parte del mondo che va apposta in Cina per farlo (e pure Matteo in una delle mancate visita si prefissava di andarci), dall'altra invece abbiamo un sentiero lasciato al degrado, che potrebbe essere riabilitato per farne una cosa analoga, magari riqualificando un po' lo scempio circostante formato dalle cave
Sembra un castello, invece è un monte distrutto...
Di sicuro i romantici della montagna posso avere da ridire nel portare masse di gente in questi luoghi, ma va pur sempre ricordato che le Apuane purtroppo sono forse le uniche montagne al mondo dove si va a camminare o arrampicare con in sottofondo rumore di cantiere e/o di esplosioni, quindi tanto peggio non si può fare.
Quando si arriva alle cave, inutile provare a fare delle foto perchè queste voragini geometriche scavate nella montagna non si possono catturare con l'obiettivo.
La sensazione è un po' di essere davanti alla città sotterranea del film Matrix.
Notate, comunque, in queste foto la pazzia del costruire muri a secco nella montagna, a quelle quote, con tale perfezione
aggirando sulla destra dopo una ripida scala a pioli, si sale oltre il muro a secco, che si scopre essere la rampa di accesso alla voragine superiore
La cava nella montagna più piccola che Matteo ha trovato è questa, che almeno stava in una foto unica

proseguendo, si arriva ad un trabiccolo ormai storico, usato al tempo per trasportare materiale a valle, davvero impressionante pensando a dove è stato installato (e tralasciando la solita meraviglia per come hanno ricavato lo spiazzo su cui appoggia)
Proseguendo, il sentiero della Tacca Bianca è la parte adrenalinica, dove Matteo ha esaurito la scorta di pannolini. Di seguito (e nei link precedentemente menzionati) se ne può vedere uno scorcio, l'unico in cui Matteo si sentiva di fare una foto, dove si nota anche uno degli edifici della cava che appoggia su uno di questi terrazzamenti sbalorditivi.
L'ultimo tratto prima del Passo del Vaso Tondo ritorna ad essere tranquillo, e da li arrivare in vetta è una formalità sbrigata via sentiero
Matteo in vetta all'Altissimo...cavolo suona bene!
La parte archeologica è terminata e il ritorno è una passeggiata in montagna seguendo la cresta sulla sinistra di questa foto


Che foto tetra...

Ed insomma, questo è quanto, solo per dire che ci sono posti di estremo interesse di cui nessuno parla in Italia, magari più intriganti di tanti luoghi assai più famosi.
Esplorate gente, esplorate!


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