mercoledì 13 novembre 2024

Anniversario da (o di?) paura

 

Beneamati,

eccoci ivi riuniti a celebrare un altro post del vostro blogghe di fiduzia. 

Procediamo in ordine cronologico nell'esporre gli avvenimenti del mese di Novembre.

 

Si inizia con il Diwali, la festa indiana delle luci, che se avete tempo e voglia di leggere il link wikipediano, vi espone anche il punto di vista Sikh, che e' quello cui abbiamo preso parte.

Quest'anno veniva celebrato il primo di Novembre, cosi' mentre la citta' era travestita per Halloween (c'e' da dire che al giorno d'oggi, a queste latitudini, non si nota la differenza tra Halloween ed un giorno qualsiasi......purtroppo bisogna viverle sulla propria pelle certe cose per capire davvero cosa si intende), noi ci siamo travestiti per unirci ai nostri amici col turbante ed andare nel loro tempio. Matteo ha finalmente potuto esibire il vestito indiano preso in India.

Sara' fortuna o forse no, ma i Sikh, nonostante un'immagine abbastanza talebana che li caratterizza, con noi sono sempre stati assolutamente accoglienti, generosi, inclusivi. Delle persone pie e buone, anche se i veri sikh vanno in giro con una mini scimitarra per motivi religiosi (sembra per proteggere le donne in caso si emergenza), che viene pure fatta passare al metal detector dell'aeroporto.

Quindi, a parte doversi coprire il capo (copricapo offerto dal tempio) e togliere le scarpe ed avere vestiti lunghi, fanno entrare chiunque al tempio e, offrono anche il pasto.

Prima abbiamo approntato le lucine a casa nostra





e poi, come detto, siamo andati al tempio




Matteo continuava a guardarsi in giro come fosse a Disneyland






Poi ci siamo spostati a casa loro per accendere le candele, come da tradizione.











 

L'avvenimento successivo e' stato realizzare il nostro primo prodotto commerciale di sartoria profescional, frutto del nostro lavoro di squadra: fodere per un "divano"

Notate l'espressione contrariata di Matteo dopo la prima prova, avendo realizzato che la cerniera era troppo corta e le cuciture avevano gia' iniziato a cedere, ma a caval donato non si guarda in bocca!

Orbene, passiamo dunque al prossimo capitolo (questo Novembre e' pieno di avvenimenti).

La Vox Populi acclama Matteo come modello di fama internazionale! Ammirate infatti come il vero giornalismo d'assalto a queste latitudini inizi il proprio articolo riguardante l'apertura di un nuovo bar che Matteo si e' smazzato dassolo per la parte elettrica, lodando la dilui belta'

Sparky=elettricista in iwikese

Quindi Matteo e' finito, oltre che sui giornali italici, anche se quelli neozelandiani. Una star internazionale proprio.

In ultimo, ecco cosa ha trovato Matteo in un negozio di articoli da casa mentre lavorava

Tende personalizzate
 

Ecco terminata la parte di riscaldamento di codesto post, ora si passa alla parte di paura!

Il caso vuole che in questo mese ci fosse anche l'anniversario di matrimonio dei ramblici zucchini, e cosi' ci siamo levati dai piedi per una manciata di giorni, spostandoci da windy-Welly a smelly-Rotorua, una citta' dove un peto non desta alcun sospetto grazie all'odore di zolfo ubiquo, navigando sull'onda del programma imbastito dall'agenzia turistica tripSilvia.

Il venerdi' mattina abbiamo strappato Carrella dalle torpidi fauci del suo sonno avvolto in coperte di muschio, ed abbiamo frustato i suoi cavalli per 7 ore per raggiungere la puzzolente Rotorua, che avevamo gia' visitato brevemente in passato in questo post.

Durante il lungo viaggio, il primo avamposto di interesse arriva dopo 4 ore, il monte Ruapehu, dove fra l'altro sta svernando il nostro amico Lo Spagnolo, ma che non ci siamo fermati a salutare causa tempi ristretti



 
 
Tiriamo dritti verso il nostro alloggio, che raggiungiamo a meta' pomeriggio: una tiny house, che negli ultimi anni stanno crescendo in popolarita' e che hanno sempre incuriosito Silvia, mentre Matteo rimane guardingo in materia
Carrella al pascolo, meritato riposo

Spazi ristretti

Casa su ruote

Dopo tante ore seduti in auto a bruciare preziose calorie, ed in preparazione al sabato mattina, decidiamo saggiamente di fare visita alla bananasplitteria del posto. Dovete sapere che ultimamente Matteo ha deciso che il 65.38% delle domande nella vita possono essere risposte con "Banana split", e il caso vuole che esista un'istituzione locale che serve questa merenda dei campioni in millemila varianti.
Il piano di Matteo era avere 5 foto sui 5 giorni di permanenza con una faccia ebete di fronte alla risposta alle domande della vita, invece ne possiamo mestamente esporre solo 2:
 

Peccato. Essendo un piatto completo ricco di tutti i nutrienti necessari alla sopravvivenza, meritava di piu'.

Ma eccoci indi al sabato mattina e alla paura!

Il piano prevedeva il rafting, affrontando quella che e' "la cascata piu' alta al mondo per scopi commerciali"....bla bla bla l'ennesimo qualcosa piu' qualcosa al mondo tanto per cambiare.

Purtroppo non abbiamo foto personali da mostrarvi ma se cliccate su questo link e guardate le immagini in movimento in cima alla pagina, potete vedere cosa abbiamo fatto

https://kaitunacascades.co.nz/tour/kaituna-river/ 

Dopo esserci vestiti di tutto punto ed aver fatto la mini introduzione alle manovre da fare sul gommone, Silvia era gia' presa dal panico all'idea di che dove si era cacciata, e voleva tornare in macchina. Ma da donna coraggiosa quale e', continuava a camminare verso il suo destino, con passo tipo carcerato nel giorno dell'esecuzione. Matteo provava a rassicurarla ed incitarla, e se non altro era riuscito a farla salire sul gommone.

A detta di Silvia, troppa enfasi era stata messa nel descrivere i potenziali scenari, e ad ogni piccola cascata preparatoria, diceva "ma come, questa era gia' una delle cascate alte che ci avevano descritto??".

Trova anche il modo di divertirsi nel momenti piu' tranquilli della dicesa lungo il fiume Kaituna.

Si ride e si scherza, ma infine arriva il momento della verita'. La cascata di 7 metri! La piu' alta al mondo! Panico! Paura! Terrore!

Silvia guarda Matteo terrorizzata e si prepara al momento catartico!

(mentre leggete riguardatevi le immagini sul sito del rafting)

3-2-1....Accucciatevi!!!!!!

In teoria bisognava tenere la testa tra le gambe per evitare di essere sfigurati dai remi altrui, ma Matteo sbircia lo stesso...e WHOOOOSHHH finiamo immersi dentro la cascata ma perfettamente in equilibrio e riemergiamo tutti sani e salvi! 

Sul volto di Silvia si stampa un sorriso a 65 denti e batte il 5 con Matteo! Ora possiamo stare a guardare gli altri gommoni fallire nei modi piu' disparati, chi si cappotta, chi perde solo qualche membro del gruppo, chi arriva in derapata, chi rimane intrappolato del turbine ai piedi della cascata, ma alla fine tutti escono sani e salvi ed elettrizzati dall'esperienza.

Adesso mancano ancora una manciata di cascate minori e Silvia, sapendo di aver superato la prova piu' ardua, puo' godersi il resto del giro appieno, persino dicendo che la cascata di 7 metri era durata troppo poco e non si era manco accorta di cosa stesse succedendo.

Ci si tuffa nel fiume finendo nella giostra di correnti che ci fanno fare il giro tondo, si fa anche una piccola cascatina immersi in acqua ed appesi al gommone, e via dicendo.

Proprio un bel giro, ma possiamo farvi vedere la cascata solo da fuori, le foto che ci hanno fatto erano veramente scadenti







Mentre qui di seguito a quanto pare una cascata che si puo' fare solo in canoa perche' troppo difficile, notate la portata d'acqua!


Torniamo quindi alla nostra magione, e facciamo poi un giretto nel lago dietro casa con le canoe incluse nel soggiorno.

Per fortuna che l'indecisione di Silvia unita al suo sesto senso ci portano sempre in bei posti!

Ecco un breve video degli anfratti esplorati


E per oggi ci possiamo dire soddisfatti! Specie finendo la giornata col secondo banana split di cui sopra.

Arriva quindi la domenica, con la sua dose di terrore e paura. Abbiamo accomodato la richiesta di Matteo di fare un giro a cavallo, essendo ancora in debito autoimposto di quando era bambino pirla (ma rimane pirla anche adesso), con i suoi genitori che gli volevano fare la sorpresa di un giro a cavallo e lui, che ci voleva andare, disse "no". Lasciamo a voialtri l'analisi psichiatrica di questo caso senza speranze.

Vabbe', ci presentiamo alla cavalleria e montiamo in sella, ma Silvia non se la passa bene, il suo ronzino galoppa a propria discrezione e lei minaccia sottovoce di tornare alla macchina per la paura di venir schiacciata. Ma, come detto, e' ormai una veterana del fronteggiare le proprie molteplici paure, anche se stavolta piu' che altro lo fa per non rovinare il giro a Matteo, il cui cavallo per altro si ferma ogni 10 metri a mangiare in barba ai comandi che lui gli impartisce, con l'istruttrice che dice di accorciare la briglia ma non tirarla per non far male a cavallo. Entrambi ancora non abbiamo capito come fare.








Il giro ci da anche un assaggio di cosa si celi negli immensi pascoli sempre nascosti dietro gli infiniti steccati neozelandesi, una nazione in mano a pecore e vacche.















Un bel giro di un paio d'ore (povera Silvia, ma d'altro canto forse si e' beccata un cavallo che faceva quel che gli frullava in testa, proprio come lei!), dopo il quale siamo andati a pranzare su un altro dei tanti laghi della zona


Visuale dalla panchina del pranzo

Pranzo coi cheerios e latte 😂(cereali)

Quindi siamo andati a fare due passi (di quasi 2 ore) sul Tarawera trail che avevamo gia' fatto nella prima puntata a Rotorua, ma stavolta non tutti i 15 km, e probabilmente anche la parte meno interessante, infatti il posto non ci ha affascinato come la prima volta, e Silvia sperava di raggiungere un posto di cui aveva un bel ricordo, ma alla fine abbiamo desistito e siamo tornati indietro.

Ritorniamo quindi a Rotorua per spostarci nel nuovo alloggio (ancora una tiny house), prescelto dalla nostra agenzia turistica (per info scrivete a tripSilvia) per la presenza della jacuzzi, e dopo aver posato i bagagli andiamo a fare un giro in citta', che oltre all'odore di zolfo, offre temperature piu' miti e soprattutto l'assenza dell'odiato vento, cosa che fa dire a Silvia l'ennesimo "Trasferiamoci qui!" che dice ogni volte che andiamo via da Wellington.

A Matteo salta all'occhio piu' che altro l'assenza di umani in giro, sembra quasi una Chirstchurch ma con edifici piu' vecchi, un po' apocalittico in termini di popolazione (che poi a Wellington gente ce n'e', ma e' assente mentalmente e socialmente).

Il giorno del nostro anniversario rimaniamo in panciolle a cercare informazioni su cosa potremmo fare di interessante, ma infine decidiamo di dare tregua al portafoglio e starcene tranquilli. Sembra che gli spunti di terrore siano finiti, ma quando decidiamo di fare due passi alla Redwood forest, Silvia trova modo di essere ansiata ed impaurita anche li per qualche momento....poveraccia abbiamo compassione di lei.

Di seguito potete ammirare quanto l'acqua sia cosi' cristallina che permette di vedere tutti i rami sommersi come se fossero al''aria aperta








Direte voi "Ma dov'era la parte paurosa?"....come siete puntigliosi! A noi serviva un filone da seguire per dare un titolo al post, e Silvia ha prestato il fianco (nello specifico, pare avesse paura degli UFO, probabilmente si sta cercando di mimetizzare coi locali in quanto a paranoie).

In giro per Rotorua inoltre, in questa stagione, era possibile vedere alberi in fiore, e le caratteristiche pozze infernali che sono anche in giro per la citta', sebbene in tono minore


Si conclude quindi l'ultimo giorno di permanenza a Rotorua, e sfruttiamo la jacuzzi per l'ultima volta


Il giorno dopo e' l'ora di ripartire, e viene a salutarci un insetto stecco gigante per augurarci buon viaggio

viaggio durante il quale Matteo si fa un tatuaggio dalla famosa body artist SilviaTattoo per ricordarsi che...


 Arrivati a Wellington, sembra essere esplosa l'estate, e con essa anche il nostro orticello!


Ne abbiamo fatta di strada dal primo orticello tutto argilla e pochi frutti!

Bene, eccovi aggiornati!

Un abbraccio a tutti e grazie per gli auguri!

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