Scritto da Matteo:
Il giorno dopo, il numero di ferite doloranti era sceso a 3 e quindi ho deciso di andare in avanscoperta nuovamente. Con riferimento all'ultima immagine, contavo di raggiungere a nuoto i punti 1 e 2. Lungo quel lato la roccia era più invitante, senza fila di cozze a fare la guardia, ma la roccia era comunque inavvicinabile, perché troppo affilata prima e perché ci volevano le zampe di un geco per salire, poi. Il via vai delle longtail boats causava anche onde particolarmente fastidiose. Ovviamente l'unico babbo a nuotare da quelle parti era il sottoscritto, e fare come altri che avevano noleggiato una canoa sarebbe stato più furbo e godibile. Ma la mia tirchieria e soprattutto il mio ottimismo nel trovare qualcosa da arrampicàre mi hanno spinto piano piano fino li. Ad un certo punto, passando sotto una grande volta con piccole e rade stalattiti, vedo appesi dei segnalatori gialloneri, e realizzo che 1 o 2 doveva essere quella roba lì, per la serie "se non sei in grado di arrampicàre a testa in giù, la mattina stattene pure in letto". Arrivato fino li, quantomeno uno ci potrebbe provare, ma non se sono una o due ore che nuota ("nuota"...), con le mani ridotte una poltiglia e i piedi doloranti coperti da saldali che bagnati diventano anti aderenza. Sicuramente scenica come via.
Demoralizzato, proseguo a cercare 1, che non trovo, ma affianco un murettino patetico, per lo meno verticale, sul quale mi alzo un paio di metri e mi rituffo in acqua.
Tristezza.
Sempre con riferimento all'immagine, arrivo poco prima della Ao Nang Tower e me ne torno indietro (ma forse li c'era qualcosina per me, sigh...), pensando che devo imparare a pensare anche al viaggio di ritorno quando faccio ste cose...infatti ci sono volute molte più soste.
Verso le 14 sono alla capanna e decido di provare il ristorante davanti a dove dormo, sempre strapieno. È l'unico posto che la mia smilza guida citi. Porzioni abbondanti (per i miei nuovi miseri standard), ma troppo unte (per i miei nuovi miseri standard).
Il pomeriggio se ben ricordo l'ho passato a riposare per dar tempo al duoderm di agire sulle mie ferite.
La notte faccio una decina di visite alla tazza del cesso.
La mattina indugio nel letto fino alle 10 non troppo in forma, poi decido di mettere qualcosa nello stomaco e mentre vado nel mio posto di fiducia (qui in thailandia ho la tendenza a trovare un posto con rapporto qualità prezzo elevato e frequentarlo assiduamente fino alla mia partenza) capisco che probabilmente qualsiasi cosa mangerò la vomiterò poco dopo. Finisco con estrema fatica una ciotola di frutta musli e yogurt, mi alzo, vedo nero, e vado in bagno, come una fontana barocca, a far sgorgare liquidi da tutti i versi.
Cerco di ricompormi, ritiro il resto della colazione inscatolata e me torno alla capanna. Dopo una doverosa doccia (rigorosamente fredda, è pur sempre una capanna senza elettricità), mi corico in letto ed inizia il mio trip da funghetti tossici. Avevo la testa pesantissima, ma ancora di più gli occhi. Volevo dormire ma ero sveglio, finché non mi sono arreso.
Ho passato tutto il pomeriggio in letto, rendendomi conto di quanto duro fosse il materasso. Continuavo a fare sogni dinamici, di spostamenti e costruzioni, e quando mi svegliavo per il dolore ai fianchi dovuto al materasso, mi ributtavo a dormire, a metà tra l'obbligo ed il bisogno, aspettando che il mio travaglio finisse. Alle 20 la situazione inizia ad instradarsi verso il meglio, ma le volte in cui devo far visita al gabinetto, la testa gira ancora molto.
Capisco che avendo dormito tutto il pomeriggio, la notte sarà in bianco.
La mia lotta greco romana col malessere adesso è più lucida, ma continuo ad obbligarmi a dormire, tra dolori al coccige e ai fianchi.
Posto che l'ultimo pasto era stata una tarda colazione vomitata, al mio risveglio ho appena superato la cosa più vicina mai affrontata ad un digiuno purificatore. E non avevo fame! Verso le 3 del mattino però ho provato a mangiare la frutta che avevo fatto mettere in una scatola, ma l'odore liquoroso che ha acquistato durante tutto il giorno, mi ha fatto desistere.
Siamo quindi al 28 novembre. Ristabilito, me ne vo bel bello al mio luogo di fiducia e faccio una piccola colazioncina, quindi, come avrei dovuto fare il giorno prima, acquisto il biglietto per raggiungere l'aeroporto di Phuket. È un peccato perché se il 27 non fossi stato male, sarei voluto andare a Ko Hong come suggerito da Palm. Ho visto le foto e pare davvero essere spettacolare.
Come avrei voluto andare a perlustrare i luoghi 3, 4, 5 e 6, ma appena ripresomi e con i piedi sempre afflitti da stigmate, era meglio evitare. Sono così andato in spiaggia ad ammirare quelli che arrampicavano, che erano pochissimi e, con tutto quel bendiddio, facevano la fila sulle solite tre vie.
Questa è rimasta un'ora a trovare il coraggio di saltare...e poi ha rinunciato |
Forse la via più facile del settore |
Potete vedere il fondale ASSASSINO e immaginare di attraversarlo al buio... |
Ao Tonsai Bay |
Railay West e Phra Nang sono dietro l'angolo |
Alla fine sono rimasto quasi una settimana qui, e per colpa dei piedi ho visto e fatto pochissimo. È pur vero che non volevo neanche ritornare in Australia troppo stanco, anche per questo mi sono fermato così tanto. Come è vero che probabilmente ho avuto la fortuna di arrivare forse nellunico posto nel sud del paese, in cui potevo stare. Troppo costosi gli spostamenti, troppo costoso alloggio ed il cibo, troppo pallosa la vita da spiaggia, troppi turisti con cui sgomitare. Il sud ed il nord sono molto differenti.
Ton sai è stato il mio micromondo per un lungo periodo di tempo, ma la possibilità di fare tante cose, oltre alla bellezza del luogo, mi hanno fatto apprezzare la sosta. Peccato non aver più raggiunto Phra Nang a causa dei miei svariati problemi. E peccato non aver trovato da arrampicàre. Alla fine pare che i posti giusti non siano a ton sai, ma a Poda Island, vicina a chicken Island (Isola a forma di gallina...vi avevo detto che un luogo da pirati!), rendendo virtualmente impossibile non aggregarsi ai tour organizzati. Là pare si possa arrampicàre facile, a vedere dalle foto.
È così la mattina del 29 la longtail boat mi riporta ad Ao Nang e alla civiltà. Guardavo tonsai allontanarsi e non ho provato nessun particolare sentimento struggente, se non un po' di dispiacere come qualcuno che deve abbandonare un paradiso nascosto e sconosciuto, conscio che paradiso, data la sporcizia e la noncuranza, non lo è più da chissà quanti anni, e che se mai tornerò, probabilmente la prossima volta al posto della jungla dietro la spiaggia, troverò resort con piscine.
Cavolo faccio sti pensieri io, arrivato già ad ambiente compromesso, chissà come deve essere stato per i primi viaggiatori negli anni '70, che arrivavano a ko samui, phuket o anche Railay, a bordo di barchette di pescatori e non trovavano niente altro se non mare e foresta. Che tempi che dovevano essere.
Altro che long tail boat a scoreggiare tutto il giorno e catamarani ultra veloci ad unire le isole.
Il minivan che viene a prenderci, fa numerose soste per riempire i sedili disponibili, ed il nostro viaggio stile scatola di sardine finisce alla stazione dei minivan, dove ognuno sarà reindirizzato alla propria destinazione. Dopo mezz'ora, altra scatola di sardine fino all'aeroporto di Phuket. Sono le 14:30 del 29 novembre, il mio volo è alle 6:45 del 30. Perché sono arrivato così presto? Perché non sapevo come altro fare. Il check out della mia capanna era alle 11, avrei potuto viaggiare in modo indipendente, raggiungere la stagione dei bus di krabi e poi prendere un bus. Non credo avrei risparmiato molti sodi, ma ci avrei messo di più. Inoltre non avevo altra opzione che dormire in aereoporto e prendendo lo spostamento precotto speravo di limitare sforzi fisici e sudate, essendo senza doccia.
È così eccomi come Tom hanks a girare avanti ed indietro li dentro.
I prezzi erano da presa in giro. Vado a vedere il ristorante e un piatto costa come due pasti al nord, rido e vado in un bar, dove per un insalata in scatola, un pane, una bottiglietta d'acqua e un zuppa formato tazza, spendo pure di più, tipo 325 baht. Al nord in tre a mangiare al ristorante si spendeva di meno. Ecco perché parlavo dei prezzi del sud, l'aeroporto poi è sempre peggio.
Qualche ora la spendo ad istruirmi su come raggiungere la casa della zia giulietta dall'aeroporto di melbourne. Dopo di che è noia.
A cena, a sto punto, vado al ristorante, i cui prezzi pazzi sono la scelta più conveniente, a meno che uno non voglia andare da merdonald o rimpinzarsi di ciambelle di polistirolo. L'aeroporto è piccolo e chiassoso e con pochissimi posti a sedere. Trovo una fila di sedili di fronte al controllo documenti, leggermente fuori dal centro del casino, ma dove tutti dovranno prima o poi passare. Provo a rilassarmi e dormire, ma non riesco, troppo caldo e rumoroso. Cerco un posto migliore, e vado in bagno. Entro ed ho una visione.
Ok, questo è il punto dove perdo la stima del 93,67% dei miei conoscenti.
Perché non dormire nel cesso?
-Punti a favore del dormire in sala d'attesa:
1) la possibilità di vedere qualche sporadica bella straniera
- punti a favore del dormire seduto sul water:
1) silenzio (relativo)
2) pulizia. Non scherzo, lavavano i bagni ogni ora ed erano veramente puliti, al contrario del pavimento della sala d'attesa dove un miliardo di passi transitavano in continuazione, con scarpe che chissà cosa avevano calpestato prima
3) quiete. I bagni del secondo piano non sono poi molto utilizzati, specie di notte
4) possibilità di tirare puzzette. Quale posto migliore? Se ti scappa in sala d'attesa devi sempre guardarti in giro dieci volte.
Seduto per seduto, tanto valeva stare seduto sulla tazza. Data l'assenza di aria condizionata mi spoglio e uso i pantaloni come fodera e il sacco della roba sporca come schienale morbido.
Sembra tutto perfetto, ma non funziona. Cambio posizione, uso il pile per imbottire la seduta, metto il paraocchi sugli occhiali per non stringermi la testa, ma non riesco a dormire. Ho la tentazione di tornare giù, ma so già che ci sarà troppo rumore. Il tempo semplicemente è immobile e sono brutalmente annoiato.
Sembra tutto perfetto, ma non funziona. Cambio posizione, uso il pile per imbottire la seduta, metto il paraocchi sugli occhiali per non stringermi la testa, ma non riesco a dormire. Ho la tentazione di tornare giù, ma so già che ci sarà troppo rumore. Il tempo semplicemente è immobile e sono brutalmente annoiato.
Forse verso le 2 crollo e dormicchio un'oretta, poi mi sveglio, ed arriva l'ennesimo servizio pulizia, quello delle 3 del mattino, con una cicciona che ascolta musica a tutto volume e lava il pavimento a sguazzo. Scatto in piedi per evitar che lo zaino si bagni, mi arrendo e me ne vado. In sala d'attesa ci sono tre posti liberi, e mi raggomitolo, dormendo più o meno fino alle 4:30.
Cioè qui l'ho scritta in due righe, ma è stata veramente difficile far passare il giorno e la notte.
Faccio quindi il check in e quando sono già nel braccio che porta al l'aereo, mi guardo la vita e non ho più il mio pile. Chiedo permesso di cercarlo, mi danno tre minuti, torni di corsa al metal detector e per fortuna lo avevano lasciato lì in bella vista.
Il primo volo di due ore passa abbastanza bene. A Kuala Lumpur stavolta ho quattro ore da aspettare e posso rendermi conto meglio di come sia fatto l'aeroporto. Internet è gratis, ci sono stazioni di ricarica per i dispostivi elettronici, ed è moooolto quieto. Non ho la moneta locale però è non mi fanno pagare in baht, così pranzo con una spremuta di barbabietola e carota pagata a caro prezzo con il bancomat australiano. Perché non potevo dover dormire a Kuala Lumpur? Sarebbe stato una pacchia.
Il secondo volo....un dramma. Sono stato vicino ad uno che ha tirato su con il naso per 6 ( s-e-i) ore filate. Sniff...sniff...sniff. Volevo dagli un pugno in faccia. Non mi interessa un...niente se gli asiatici non si soffiano il naso. Che imparino! Sputano per terra, ruttano, scatarrano, fanno ogni tipo di verso vomitevole, ma il nasino non si soffia. Volevo dargli il mio tovagliolino e dirgli "oh, mi stai uccidendo, tieni". Qualcuno magari riderà, ma che ci provi, a stare sei ore di fianco a uno così. Spero gli venga una sinusite. Speravo che tirando su, una caccola partisse sparata e gli si conficcasse nel cervello, ma più probabilmente avrebbe rimbalzato per le pareti vuote del cranio.
Non c'era via d'uscita. Che vuoi fare, ascoltare musica per dormire? Non sono uno di quelli, e anche se fosse, per sentirla in aereo devi alzare il volume per sovrastare il rumore di fondo, e allora che dormi?
Non avevo libri, schermi con film Airasia non li ha, a meno che non affitti un lettore dvd. Ero perso nel labirinto della noia, con un serio debito di sonno, che speravo di compensare in aereo, invece no. Ma perché tutti io li devo beccare?
Anche qui, in due righe liquido un malessere di mezza giornata.
Ci consegnano il foglio dell'immigrazione, con allegata un'avvertenza per l'ebola...sintomi: mal di testa, diarrea, vomito e tremori. Mhmmm...però chiedeva solo la permanenza in Africa, quindi mi sono tranquillizzato.
A melbourne, ore 0:30, dopo che l'agente dell'immigrazione mi fa notare che nella foto del passaporto sembro molto più giovane, l'unico bar aperto mi accoglie con panini a 12 dollari.
FFFFFFFFFFFFFFFUUUUUUUUUUUUUUUCK!!!!!
Svaligio un distributore di noccioline e cioccolata (che qui hanno il lettore per bancomat) e poi mi metto a cercare un posto per dormire. Avevo letto su
gente che parlava dell'aeroporto di Melbourne come un aeroporto da terzo mondo, con annunci a volume altissimo e difficoltà di trovare posti. Una utente però aveva lasciato un feedback di un posto con una panca, lontano dal passaggio. Il posto c'era, ma due persone lo occupavano già. C'era posto per una terza, ma si sono messi ben distanti, quei porci.
Così torno dove avevo mangiato e arriva una coppia. Sembrano disperati all'idea di passare li la notte. Lui si allontana. Lei si siede poco distante da me, mi sorride e le chiedo "prima volta che dormite in aeroporto vero? Si vede" mi dice che l'albergo di fronte ha chiesto loro più di 300 dollari per una breve notte a dormire, e mi chiede quando è il mio volo e, appena un inserviente che passa si allontana, le dico "a dire il vero devo solo far venire domani mattina per andare in città. Comunque non ti preoccupare, starete bene qui, è un posto super...ieri sera all'aeroporto di Phuket ho dovuto dormire nei bagni per il troppo chiasso".
Incastrandomi tra i braccioli anti barbone dei sedili in riga, finalmente dormo, seppur scomodamente. La mattina mi sveglio a forza per non far venire troppo tardi, e sento lui che dice "dovremmo farlo più spesso, anche se ci fossero alberghi più economici"... Ahahahaha benvenuti nel club!
Seguendo indicazioni studiate e ristudiate su internet, riesco a raggiungere la casa della zia giulietta.
A tal proposto vorrei segnalare questo sito
per alternative meno costose del bus a 18 $ per raggiungere la città, per avermi dato spunto per cercare e trovare, sul sito dei trasporti di Melbourne, il modo migliore è assolutamente poco costoso per arrivare a destinazione. Il sito dei trasporti è fatto benissimo, con orari, mappe di itinerari e mappe per spostamenti e raggiungere fermate e stazioni.
Dopo un inizio thrilling di giornata dove sembrava che victoria, la figlia di Dario, mi avesse fatto sparire le chiavi, ho messo la batteria di babar, ovviamente a terra dopo un mese di inutilizzo, a caricare, e a fatica sono riuscito a metterlo in moto.
Oggi non ho fatto molto, troppa la stanchezza. I prossimi piani sono rimediare una ruota di scorta (quella esplosa nel viaggio da Adelaide è ancora li), accertarsi che babar sia in ordine e poi raggiungere silvia a Sydney, dove ricomincerà una vita abbastanza sedentaria, quindi dovrete arrendervi e rinunciare a post con frequenza quasi giornaliera come vi ho abituato nell'ultimo mese. Sarà come a bremer Bay che scrivevamo una volta al mese.
Spero che silvia abbia tempo per aggiornarvi sulle sue ultime novità.
Riflessioni finali sul viaggio: credo non esista luogo così diametralmente opposto all'australia, come la thailandia. Voglio dire, è l'unico paese asiatico che ho visitato, quindi che ne posso sapere? Ma per la mia personale esperienza è così. Caotica, sporca, inquinata, umida, fuorilegge, rilassata e senza restrizioni, piena di vegetazione, economica, un sacco di cose da vedere, internet di qualità facilmente reperibile e persino per i tailandesi andare a mangiare fuori è più economico che cucinare a casa.
L'Australia? Pulita, perfetta, curata, arida, inquadrata nei suoi regolamenti (il neighborhood watching mi metteva la mano al collo già a fremantle...), deserta, costosissima, da vedere non c'è niente se non paesaggi a perdita d'occhio, internet introvabile e a livello di paleolitico, e se non vuoi finire sul lastrico meglio cucinarsi uno spaghetto del Coles in casa.
E soprattutto, la cucina thailandese è buonissima, mentre in Australia non hanno cultura culinaria...proprio in questi giorni alla tv gli spot gridano al miracolo per l'invenzione della...pizza con corona di patatine...di cosa stiamo parlando?
Oggi sul bus mi guardavo in giro e vedevo aiuole rasate, macchine nuove che seguono corsie con freccie dipinte per terra, e provavo a fare una sovrapposizione traslucida con le strade thailandesi, motorini con 3 persone senza casco, il cui pilota legge il cellulare, che vanno a zig zag tra la auto, e venditori di pad thai a bordo strada.
Il bianco ed il nero proprio, mi pare quasi di essermi appena svegliato da un sogno disordinato e coloratissimo, su una metropolitana di zombie apatici e accidiosi. Non che pensi questo degli australiani, serviva solo per far capire la sensazione.
Tra l'altro ho già visto orde di obesi in giro per le strade, e anche questo stride parecchio con i lineamenti filiformi degli asiatici. A pensarci bene, la prima fetta di pane l'ho mangiata ieri. Uno più uno...
Vorrei scrivere ancora, altri pensieri e riflessioni, ma è tardi e finalmente ho un letto morbido tutto per me. Di sicuro il materasso di ton sai non mi mancherà, e neanche le formiche che ci giravano sopra ( e manco lo scorpione rosso che girava per il pavimento, o la ranocchia che mi ha accolto una sera nella capanna).
Già, solo ora mi è arrivata questa sensazione alla Inception. Così tanta vita ed esperienze, sembra passato un mese nel mondo dei sogni che ho abitato, mentre qui tutto è uguale a prima, come fosse passata giusto solo una notte.
Se qualcuno avesse ancora perplessità sul perché viaggiare, avrò pazienza e cercherò di spiegarlo ancora, se non si fosse capito.
Vi lascio con questa foto, che come la frase del primo post del viaggio, ho trovato sul giornalino di Airasia. Un riassunto iconico del mio ultimo mese
Matteo
Magari un pò meno in questo periodo ma sempre presente causa trasloco di casa cairese!
RispondiEliminaQuindi si torna alla civiltà, ci racconterai allora solo col tempo com'è ripassare da un simil stato brado all' iper-organizzato perchè te ne renderai conto solo rilavorando ;)
In compenso forse un minimo di stabilità ti porterà al recupero delle forze prima di andare in Tasmania a caccia di Taz selvatici.
Vostro Fry
hai fatto i soldi e ti trasferisci in una villa eh?
Eliminaa fine anno riceverai la medaglia come commentatore ufficiale # 1 !!!
No, in realtà la tanto amata padrona di casa voleva aumentarmi di 100 euri e io x simpatia ne ho trovato un'altra sistemazione a 70 euro in meno tra l'altro perfetta x la mia vita da scapolone, ahahah!
EliminaLa medaglia però la voglio in bambù che spero tu sia riuscito a introdurre furtivamente in australia ;P