lunedì 9 maggio 2016

Kuala Lumpur

Ritorno al futuro

Avrete notato che non ho scritto "diario di viaggio", perché non sarà un diario di viaggio come quelli che abbiamo cercato e sono serviti a noi per informarci su Paesi come le Filippine, Raja Ampat ed il Myanmar. Quelli erano Paesi su cui non si è ancora scritto molto, devono ancora essere scoperti dal grande pubblico e pensiamo di aver fatto, passatemi il termine, anche un servizio parlando di luoghi, spese e trasporti. Quindi, per la Malesia, non vi scriverò quanto ho speso qui o lá perché sono informazioni che potrete trovare altrove su siti più intriganti e specializzati.
Qui leggerete solo quello che mi capita e magari qualche pensiero.
 
 
 

Accompagnata Silvia al varco oltre il quale non potevo andare, mi sono diretto in bus verso la città, che sta a 60 km. La sveglia delle 5:30 si faceva sentire e mi sono lasciato cullare dal bus.
Avevo scelto un ostello vicino alla stazione Pudu Sentral, ottima mossa perché non ho dovuto girare molto per trovarlo e infilarmi nel letto.
Kuala Lumpur si può girare in mezza giornata o anche meno, se vi piacciono i centri commerciali allora vi serve una settimana.
Non ho messo nessuna sveglia e la mattina la levataccia è stata alle 11. Ho chiesto in reception se conoscevano un posto dove potevo far riparare la mia macchina fotografica e mi hanno segnato alcuni centri commerciali, così inizia il mio giro cittadino.
Devo ammettere che ho dovuto lavarmi il cervello nell'acido per cercare di vedere questa città con occhi nuovi, come se fossi appena arrivato dall'Italia, senza scappare dopo due ore.
La parte positiva è che sono ritornato un signor nessuno, non mi calcolano minimamente, sono uno su un miliardo che han visto passare di qua e c'è gente anche più alta di me. Il clima è incredibilmente umido, non caldo (almeno arrivando dal Myanmar), ma diciamo che se piove ti asciughi. La città è...se avete visto ritorno al futuro, è come essere passato dalla Hill Valley del 1885 a quella del 2015 nel giro di una notte: grattacieli immensi, linee del treno e monorotaie sospese per aria, tutto è nuovo, scintillante e pulito. Stonano i barboni che dormono per terra come se fossero stati freddati da un colpo di pistola.
I centri commerciali hanno l'aria condizionata a 15 gradi e lì dentro divento "Sir" oppure "Mister" mentre tutti mi chiedono come possono essermi utili.
Purtroppo, nessuno mi risulta utile e le speranze di aggiustare la mia macchina fotografica diventano minime, se manco in un posto del genere si pongono il problema di aggiustarla.
Giro a piedi fino a tardo pomeriggio, entrando ogni tanto in questi complessi in cerca di aiuto.
Di interessante vedo le Petronas Towers, le famose torri gemelle protagoniste di diversi film. Mi viene da chiedere quale azienda possa permettersi di sborsare per un gigante simile, immagino una compagnia petrolifera, ed infatti poco dopo un distributore me lo conferma.

Mi fermo a mangiare due banane ai piedi delle torri e mi tocca vedere le pose da contorsionisti o le sfilate di moda di quelli che si fanno le foto ed i selfie, del tipo che anche io mi vorrei fare una foto lì davanti, ma dopo le scene cui ho assistito mi sentivo troppo stupido unendomi al gruppo.
Girando per questa città il calderone del mio cervello fa ribollire una serie di pensieri, soprattutto venendo da una realtà come il Myanmar, che si stanno ancora formando quindi per ora ve li risparmio, per non essere troppo pesante inutilmente.
Una delle parti forse più interessanti della città era completamente chiusa per lavori, pare che all'immagine della città qui tengano particolarmente, ed è probabile che la stessero rendendo più vivibile. Peccato perché era un quartiere musulmano con una bella moschea ed architettura araba.
Il giardino botanico l'ho dovuto saltare a causa della pioggia, ed ho concluso il mio giro a Chinatown, la parte più interessante della città che abbia visto, che ho letto essere il primo insediamento di Kuala Lumpur, una città nata a fine '800. Chinatown per lo meno ha delle vecchie casette in mattoni e le lanterne rosse, oltre ad un mercato sempre aperto per le strade che fa un po' di colore. Lì vicino c'è anche il mercato centrale, che però mi ha dato l'impressione di essere fasullo, pieno di vestiti "etnici" per turisti e ambientazioni ricreate ad hoc.
Tornando in ostello ho assistito per caso ad una cerimonia al tempio hindu a pochi passi dal mio alloggio.
L'indomani mattina avevo il dubbio se visitare le Batu Caves in mattinata e nel pomeriggio spostarmi verso nord, oppure se fare con calma e spostarmi il giorno seguente. Devo dire che se uno ha un programma serratissimo e poco tempo, può tranquillamente visitare Kuala Lumpur e le caverne in un giorno e sloggiare, senza perdersi niente perché non c'è niente da assaporare.
Così mi sono preso tutto il tempo per le caverne.
Sul treno, l'altoparlante mi fa notare che ero in una delle due carrozze riservate alle donne...i musulmani stanno un po' esagerando, ma decido di rispettare la cultura locale e mi sposto. Tra l'altro ci sono anche carrozze miste, quindi boh non capisco...vabbè.
Devo dire che i templi hindu mi piacciono molto, sono coloratissimi e appaiono molto meno seri e bacchettoni dei luoghi di culto delle altre religioni, come un presepe colorato, tanto per capirci.
Sulla destra, il dio piccione!
Chissà come mai qui questa presenza indiana è così marcata mentre in Myanmar, che è confinante, abbiamo visto solo due templi.
La parte più interessante è stata la Dark Cave, dove ti portano con elmetto e torcia a fare un giro didattico per bambini (prenotando puoi anche fare il tour avventuroso esplorando più zone e strisciandoti per bene sulla cacca di pipistrello). A tal proposito è interessante scoprire che, all'interno delle caverne, l'ecosistema si basa sul guano, che alimenta altri animali anche attraverso la sua trasformazione da parte di funghi e microbi. Insomma, un gran bel posto di m..........eraviglie, come vermetti ciechi, pipistrelli per l'appunto, grilli (che pare, in caso di carestia, si mangino le gambe per sopravvivere), una specie di geco scoperta da poco che vive solo lì e via via altre specie, tra cui un ragno che arriva dall'era dei dinosauri e vive dentro un astuccio che si costruisce da sè. Meno male che, dopo decenni di distruzione per tirare fuori il marmo ed il guano, hanno deciso di farne una riserva...chissà che non imparino anche nelle Alpi Apuane.
Siccome il posto conta molte altre caverne minori, volevo girare tutto intorno a questo panettone che esce dalla terra. Mentre procedevo, già mi vedevo in una delle mie solite infinite camminate senza sbocco. Purtroppo o per fortuna, la zona è industriale e chiusa da muri e cancelli, quindi ho desistito, non che non si potesse continuare, ma tutte ste mille cavernette non mi parevano così accessibili. Davanti all'hotel "Dolomite" ho comunque potuto vedere della gran bella roccia, infatti pare che in zona qualcuno stia tentando di lanciare l'arrampicata.
Consiglio sempre di chiedere come raggiungere la vostra stazione perché, nonostante la mappa sia chiara, il mio treno mi ha portato a destinazione senza cambiare, come invece avrei dovuto fare.
Fa sorridere vedere alcune parole malesi, che in pratica sono la pronuncia delle parole inglesi: bus diventa bas, museum diventa muzium, central diventa sentral, monorail diventa monorel e via via di questo passo, una specie di inglese intelligente! Così a sentirla pare infatti che la lingua malese si pronunci come si scrive, così la domanda che anni fa faceva mio padre "Come mai l'italiano è l'unica lingua che si pronuncia come si scrive?", trova un'altra eccezione: al momento la lista conta italiano, turco e malese (da verificare).
Non ho combinato molto altro in questi due giorni, tranne andare a vedere la stazione dei bus per la mia prossima meta: Pudu Sentral, che credevo fosse la stazione dei bus centrale, è stata dismessa e sono dovuto andare a Bandar Tasik Selatan, un mostro gigantesco che pare un aeroporto e che mi ha fatto sentire un retrogrado dovendo chiedere informazioni su dove prendere i biglietti perché non mi orientavo.
Poco da raccontare in questo aggiornamento, ma volevo farvi sapere che sto ancora "ramblando".
Alla prossima 

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