Esatto! Finalmente è stata resa pubblica la data della nostra ripartenza verso Sydney e il capitolo 2 della saga australiana.
La letargia del blog è stata effettiva, ma solo apparente. E così vi aggiorniamo, soprattutto per i nostri pochi lettori sparsi per il mondo.
Mentre Silvia andava ai matrimoni delle sue amiche, Matteo cercava di rimettersi in pace con il proprio intestino e corpo in generale.
Per aiutare il processo, ha cercato di mantenersi fisicamente attivo e fare un po' di quel sano movimento che non ha potuto fare down under.
E' passato un mese senza che ramblingzucchini venisse rinnovato.
Ne avete sentito la mancanza? Non sembrerebbe.
I propositi esplorativi di Matteo si sono dovuti ridimensionare, e quindi niente Cina, niente Tibet, niente più speranza di vedere e capire di persona, senza fidarsi del mezzo televisivo o di uno schermo in genere.
Siamo così tornati in Italia, in quanto Silvia aveva due grandi amiche che hanno deciso di fare il grande passo, e di onorarla nel diventare testimone o damigella. Sarebbe bello tenere una lista di questi piccoli sogni, per rendersi meglio conto del vero significato di questi mesi trascorsi, dove a tanta fatica e frustrazione si sono alternati anche momenti importanti da ricordare.
Certo tornare è stato un po' scombussolante: se l'anno appena trascorso per noi è stato come 10 anni per le esperienze che abbiamo fatto, qui abbiamo trovato "congelati" sia luoghi, che stati d'animo. Certa gente manco si è accorta di non averci visto per più di anno, data la loro abitudinarietà, che è in parte anche un po' quello da cui siamo "scappati".
Finita l'esperienza culinaria, si presentava l'interrogativo della prossima tappa. Non sapevamo se andare verso Pai al fresco, o ricacciarci verso sud a cuocere. Dato che, probabilmente, le attività da fare a Pai sarebbero state a caro prezzo come trekking o incontri con elefanti o gironzolare in motorino, abbiamo deciso di andare a Sukhothai, fidandoci di Matteo e della sua esperienza passata.
La mattina seguente quindi abbiamo raggiunto la stazione dei bus di Chiang Mai e abbiamo fatto colazione al centro commerciale li dietro, in modo molto stressante visto che Matteo stava ancora male e non sapeva cosa mangiare e Silvia non riusciva a farsi servire qualcosa che non fosse ghiaccio e zucchero.
Sul bus per Sukhothai abbiamo incontrato una coppia bresciana in viaggio di nozze zaino in spalla. Avevano già un nome di un posto dove dormire decente, ma noi ci siamo affidati al verbo di GuideWithMe (è ora di promuovere la libera informazione! Basta con la gente che compra la Lonely Planet e poi se ne lamenta!) e abbiamo trovato un posto passabile proprio di fronte alla stazione dei bus, con noleggio biciclette in omaggio, a 14 km dalla città vecchia, distanza che, il giorno seguente, abbiamo coperto in bici, per la felicità di Silvia che poteva finalmente sgambettare come le piaceva tanto fare con la sua amata Amelie.
Dovevamo venire qui in due e, alla fine, eccoci qua!
Il piano originale del nostro viaggio asiatico prevedeva il Nepal e uno dei sogni della giovinezza di Silvia, ovvero il Bhutan.
Ma chi ci conosce sa che Matteo ha un ritardo mentale per l'organizzazione e le prenotazioni. "Vedremo quando siamo li" è la frase ricorrente, che spesso ci si ripercuote contro.
Per chi non lo sapesse, il Bhutan è il paese meno amico dei turisti del mondo, e lo si può visitare solo attraverso tour organizzati da tipo 250 euro a testa, tutto compreso, al giorno. Fate due conti e scoprite per stare 4 giorni quanto si spenderebbe, esclusi i voli per il paese.
Ma per realizzare un sogno si affronta questo ed altro!
Ma alla fine abbiamo desistito, sebbene più volte fossimo li li per prenotare.
Poi, il terremoto in Nepal ha definitivamente chiuso le nostre speranze di visitare l'Himalaya e percorrere i sentieri attraverso quelle maestose montagne. Avevamo anche pensato di far del volontariato dopo il terremoto ma informandoci un po' ...se non sei un'organizzazione o non hai qualche skills tipo medico, non servi a nulla e anzi usi preziose risorse tipo acqua e un posto letto!
Come vi abbiamo già accennato , avevamo aspettative troppo alte per il Vietnam e quindi siamo rimasti un po' delusi. Alcune singolarità però ci sono rimaste impresse e alcune sono davvero divertenti...
La retromarcia delle macchine specie nei xe om, cioè i tuk tuk, riproduce un motivetto ad esempio le canzoncine di Natale o le sigle di qualche telefilm e fa molto ridere soprattutto la prima volta che non sai da dove arriva la musica.
Le biciclette e i motorini portano di tutto..oltre a diversi animali sgozzati, abbiamo visto una bici portare un armadio e un'altra portare il serramento di un portone. oppure quando con la sinistra tengono almeno cinque scatole in pila dietro la schiena e con la destra guidano...schivandoti se sei fortunato o centrandoti.
L'idea che in Asia siano tutti vegetariani é una farsa inventata dagli occidentali. Il Vietnam é considerato come uno dei paradisi per vegetariani ma di fatto non lo é. Si può fare molto più facilmente che in altri Paesi ma nella loro cultura la carne é onnipresente. L'idea invece che mangino tutto quello che ha quattro zampe tranne i tavoli...é vera.
Di questi ultimi giorni in Vietnam, non c'è molto altro da raccontare.
Una volta lasciata Dalat, siamo giunti ad Ho Chi Minh City, la fu Saigon, come sempre senza un posto dove andare. Speravamo di essere lasciati davanti a qualche accomodation economico come già accaduto, ma stavolta no, così ci siamo messi a cercare un posto con il gran caldo della città.
I prezzi sembravano sempre oltre il nostro standard, così ci siamo fermati in un bar e scrutato le offerte internet, scoprendo che alcuni hotel hanno un prezzo minore su internet che nella realtà reale.
Così abbiamo prenotato un albergo per 11$/camera.
Il giorno seguente abbiamo provato a fare un giro turistico della città, che non offre assolutamente NIENTE sotto tutti i punti di vista. Abbiamo cercato riparte nella nostra guida, sperando che, seguendo l'itinerario proposto, avremmo visto la parte bella della città.
Il percorso offriva viste di...hotel, viste di...statue, viste di....edifici che di notte si riempiono di gechi. Patetico e triste. A metà abbiamo rinunciato e dato per assodato che questo posto è una latrina.
Il traffico è ad un livello leggermente più isterico che non ad Hanoi e, forse, se proprio uno vuole trovarci un fascino, potrebbe essere di notte, con le luci, quando compaiono mercatini e bancarelle.
Come Bangkok, forse, se uno vive nella via dei backpakers, con tante lucine e distrazioni psichedeliche, magari vede la città con un altro sguardo.
Durante una sosta del viaggio in bus verso Hue, abbiamo incontrato i due israeliani, anche loro diretti nella stessa città, con un bus pagato 12 $ che era uguale identico al nostro pagato 20$...................
Giunti a destinazione, fuori dal bus diversi motorini offrivano alloggi, e abbiamo accettato semplicemente perché il passaggio in moto fino in centro era gratis e non vincolante con la scelta dell'accomodation. Ad ogni modo le stanze erano passabili e quindi ci siamo fermati.
Appena incontriamo gli israeliani, ci dicono che il giorno dopo se ne sarebbero andati, utilizzando quello che, a quanto pare, dal Vietnam centrale in giù, è una realtà molto consolidata: i viaggi cosiddetti easyrider, ovvero in moto, dove ti portano il bagaglio a destinazione e tu diventi un vero ribelle on the road seguendo la tua guida in soste predefinite e arrivi nella prossima città senza alcun tipo di scomodità.
In effetti su Internet tutti parlano della strada tra Hue ed Hoi An in modo entusiastico se fatta in moto.
Ad ogni modo, preso atto che non avevano la minima intenzione di fare gruppo con noi sebbene i nostri itinerari fossero sovrapponibili, abbiamo deciso di organizzarci per i fatti nostri. (Chissà cosa abbiamo sbagliato precedentemente?!)
L'ultimo giorno a Manila è stato un supplizio perche non sapevamo cosa fare e dovevamo aspettare l'aereo delle 10 di sera. Per raggiungere l'aeroporto ci siamo spostati (dall'altra parte della città) in treno, un colpo di genio di cui andiamo abbastanza fieri: l'intero spostamento dalla stazione di Blumentritt al terminal 3 di Manila (treno sulla linea PNR e jeepney fino all'aeroporto), ci è costato soli 40 PHP in due! Chiaramente NESSUN blog citava questa alternativa.
La mattina a casa di Mars, che ci ha ospitato, è stata un po' noiosella perché pensavamo si svegliasse presto ed invece ha poltrito fino a tardi, quindi ci ha consigliato un bar dove trovare internet gratis dicendo che eravamo suoi amici. Ovviamente abbiamo sbagliato il posto, infatti non la conoscevano, ma abbiamo rimediato internet ugualmente.
Arrivati in stazione dei bus, con la nostra camera già, prenotata telefonicamente, abbiamo cercato comunque un posto più economico, ma o non ce n'erano, o erano tutti prenotati.
Eccoci quindi al Cliffside Cottage, tanto decantato su Internet come posto per backpackers e con buon rapporto qualità prezzo. Il che è vero, ma bisogna ammettere che dover sempre andare a chiedere alla manager di mettere l'acqua nel serbatoio per potersi lavare i denti, fare la doccia o andare in bagno, è un po' una rottura.
Ci siamo informati per i prezzi su kayak, i vari tour ecc e provato a fare amicizia, ma sembra che la vena sociale non sia tanto esposta negli umani moderni, a meno che non sia filtrata da uno schermo...
La caparbietà di Silvia comunque ha portato i suoi frutti: i nostri vicini di cottage sembravano predisposti (lui, perlomeno) a venire a fare il giro in kayak con noi, avendo loro lo stesso programma. Ovviamente la fortuna di ramblingzucchini ha voluto che la sua lei sia stata male il giorno seguente, quindi prima li abbiamo aspettati fino alle 11, poi lui è venuto a scusarsi e ha detto che lei sarebbe rimasta lì ma che saremmo potuti andare in cima al "monte" che sovrasta il nostro alloggio (per altro qui ci sarebbero falesie fino alla nausea, ma nessuno le ha ancora attrezzate, quindi è tutto allo stato brado), siccome un suo "amico filippino" gli aveva assicurato che era "molto facile e breve".
Il diario sarà diviso in due parti: la prima di pure info per facilitare altri viaggiatori o altri seguaci con low budget ;), la seconda sarà narrativa, che piace tanto a Matteo.
Giorno 1
Trasferimento aereoporto di Sydney: invece di pagarvi il treno per 15dollarazzi o il minivan per 12$ minimo, potete prendere il bus 400, pagando al massimo 4,5$. Guardate la tratta su http://www.transportnsw.info/ in modo da trovare la fermata più vicino a voi. Ricordate che ci sono due terminal, l'autista vi potrà indicare dove scendere.
Sydney- Manila (Airasia): non c'è nulla da sapere, il check-in é abbastanza veloce. Come ormai in tutti i Paesi, per entrare nelle Filippine dovrete compilare la card di entrata, cercate di avere un indirizzo a caso, tanto non lo controllano e soprattutto avere la prenotazione stampata del VOLO DI USCITA.
Aeroporto di Manila: prendete i taxi gialli e assicurarvi che il tassametro sia in funzione. Il foglio di carta che vi danno prima di salire, quando l'autista ve lo chiederà, fate finta di averlo perso (come ci ha spiegato un locale prima di arrivare) altrimenti rischiate di avere dei complaint o di pagare la tassa fissa.
Allora la giornata è cominciata correndo perché il tipo dell'ostello che doveva farci fare il check out ovviamente era in ritardo e Matteo è dovuto andare a bussargli per svegliarlo.
Quindi mentre Silvia era già andata a mettere i soldi nella tessera del trasporto pubblico, Matteo ritirati i 20$ di caparra per le chiavi, correva con due zaini verso la stazione.
Coincidenza col bus persa e nell'attesa del bus seguente, Matteo sporca di cioccolato lo zaino (non sa come sia stato possibile) perché mangiavano una torta presa la sera prima.
Almeno sul bus l'oblitratrice non andava quindi non hanno pagato il viaggio.
Sul primo volo Sydney-Kuala Lumpur a Matteo mentre mangiava un panino (meno male che Silvia ci aveva pensato altrimenti staremmo patendo la fame) è partita un'otturazione, per cui abbiamo contattato il nostro host (CouchSurfing) per chiedere se poteva informarsi per un dentista.
Finito questo, all'ora del l'imbarco per Manila, ci informano che saremmo partiti due ore dopo.
Il nostro host però sembra comprensivo e simpatico e collaborativo.