mercoledì 6 febbraio 2019

Battambang e Koh Rong Sanloem


Dopo Siem Reap, con l'intento di vedere più sfaccettature possibile del Paese nelle esigue due  settimane a disposizione, mi sono diretto a Battambang, pronunciata senza evidente motivo Battambong. Avendolo segnato sulla mappa come un posto da visitare solo di passaggio, l'identità a era di arrivare nel pomeriggio, fermarmi a dormire e ripartire, ma la destinazione seguente era realisticamente raggiungibile solo con bus notturno, pertanto mi sono fermato un po' più del dovuto.
Avendo il bus fatto il giro di tutto il perimetro della città (la seconda più grande del Paese), sono stato preso dall'impulso di prendere il bus notturno successivo per la sera stessa. Città dal grande fascino quindi, direte voi.
 
 
 
Pertanto mi son messo giocoforza a cercare di avere un piano di massima per l'ultima settimana di viaggio. Ho deciso di fermarmi a Battambang, anche perché a quel punto ero già madido di sudore e la doccia era la preoccupazione principale.
Altra camminata fino in centro e trovo la sistemazione più economica di tutto il viaggio, e forse pure la migliore a conti fatti.
Mentre mi avvicino verso il centro scopro che le persone qui sono molto cordiali, sorridono, i bambini salutano sempre in modo molto vivace. Ed è una cosa che ho notato per tutte le 30 passa ore che sono rimasto in città.
Il posto non ha granché da offrire, anche se c'è chi consiglia di stare due/tre giorni a vedere le cose intorno alla città, c'è il bamboo train per i gioveni, ovvero rotaie quasi in disuso dove tra un treno e l'altro qualcuno ha messo una pedana di bamboo su delle ruote ed è diventato una delle attrazioni del Paese, poi ci devono essere un paio di templi, e c'è il circo. Insomma, qualsiasi paesello di periferia in Europa ha più attrazioni di Battambang.
Però son stato contento di essere passato di lì, perché a parte saltare da un'attrazione turistica all'altra a me interessa vedere com'è veramente il Paese. Ed in effetti la città è fatta per i cambogiani, i ritrovi sono per loro e non per stranieri, la musica che si sente è quasi sempre la loro, ecc. C'è un night market principalmente per mangiare dove gli stranieri sono pochissimi. C'è il mercato locale molto vispo. I bambini giocano nel fiume e quando passi urlano come pazzi per salutare

Altro da dire non ne ho


Una cosa che mi ha fatto sentire un po' così è stato essere a cena al night market e dovermi vedere arrivare il bambino che mi fissa e chiede soldi. Come sempre non so se allungare qualche spicciolo che credo verrà speso dai genitori nel modo peggiore e farà da incentivo per continuare a mandarli a mendicare, o dire di no e sentirmi un verme.
Anche perché la mia idea entrando in Cambogia è che provino a spillarti soldi con le peggiori truffe (ci sono infinite storie su internet che non sto ad elencarvi ma che coprono qualsiasi situazione). Una volta a pranzo ho chiesto dove fosse il bagno ed i genitori hanno chiesto al bimbo di accompagnarmi. Una volta uscito il bimbo chiude la porta ed indica la scritta 500 Riel sul muro, che sono 12 centesimi, ma non li avevo, così sono andato a chiedere ai titolari se dovessi pagare e loro hanno detto "no no!", al che ho capito che il bimbo la sapeva già molto lunga.
Comunque, cercando informazioni sulla mia ultima tappa, ho trovato la definizione "Cambogia Paese del sorriso". E devo dire che è vero, fuori dai carrozzoni turistici. Anche la Thailandia ha questa nomea ma non l'ho mai trovata calzante perché lì i sorrisi li ho sempre sentiti "falsi" con il fine di avere i tuoi soldi, mentre qui la gente saluta e sorride a prescindere dal fatto che tu stia tirando dritto o ti fermi per qualcosa di più.
Comunque per farmi passare la giornata in attesa del bus notturno ho fatto su e giù per il fiume innumerevoli volte, perché seduto non ci volevo stare e non avevo niente da fare.
L'albergo mi regala la doccia prima del bus che assolutamente ha cambiato la giornata perché ero in condizioni pietose dopo tutto il giorno a 35 gradi.
Il pullmino che raccoglie i vari clienti mi fa conoscere un pilota di aerei francese che lavora da anni a Macao, al quale ho potuto chiedere qualche info sui cinesi quindi, e che non vede ora di scappare da lì.
Il bus notturno è stato come vincere alla lotteria! Mi hanno dato il letto in fondo di traverso da solo!

Direi che la soddisfazione mi si legge in faccia, mi avanzava mezzo metro in lunghezza, è stato come essere una persona normale!
Peccato che il viaggio fosse solo 6 ore. A Phnom Penh, la capitale, cambio bus e ho salutato il francese che andava da un'altra parte. Lavorare per i cinesi è stato il viatico per sporcare il curriculum ma in un anno e mezzo aveva accumulato 3 settimane di ferie non consecutive. Recentemente aveva deciso di cambiare contratto facendo tipo 37 giorni consecutivi e 14 di riposo così da poter girare un po'. Solita storia, poteva stare in Francia come i suoi colleghi e come loro non aver ancora accumulato manco un'ora di volo. A chi interessasse dice che c'è molta richiesta di medici, per le zone rurali.
Avvicinandomi a Sihanoukville (da tutti indicata come da evitare a tutti i costi), il paesaggio iniziava ad inverdirsi. La città è stata lasciata alle fauci cinesi, che la stanno riempiendo di alberghi e casinó. Sembra di entrare in zona di guerra, tutto un cantiere ma nel modo peggiore. Appena il bus si ferma mi dirigo verso il molo per raggiungere le isole, trovo un traghetto (c'è molta scelta ma io nella fretta ho preso il primo che ho trovato) e dopo un'ora sono per mare. Il capitano ci dà dentro quasi come se il viaggio fosse parte del divertimento offerto al turista (cinese).
Quando sbarco inizio la mia ricerca di un posto per dormire ed essendo il capodanno cinese, è tutto pieno e prenotato. Buon anno del porcello!

Quindi dopo aver attraversato l'isola e ritorno, mi arrendo a accetto un posto in camerata. Speravo almeno che ci fosse qualche festeggiamento da parte dei cinesi ma niente.
Qui a Koh Rong Sanloem non ci sono strade, tutto è sulla spiaggia e c'è qualche sentiero per spostarsi in altre aree dell'isola 



Ovviamente nella mia incapacità di stare fermo ho deciso di andare scalzo fino al faro pensando come il giorno prima che fosse tutto su sabbia (la sabbia più fina che abbia mai visto). Negativo, tutto su sassi e sassolini essendo terra rivoltata dai bulldozer, quindi oltre a non essere una camminata interessante ho anche sofferto come un cane.
Per il resto bagni in mare e poco altro!
A cena ho trovato due polacchi, uno che vive tra un'isola e l'altra da 5 anni e che mi ha fatto una battuta sul calcio di Genova che non ho colto perché di calcio non mi interesso, l'altro invece fa il cameriere ed è sull'isola da tre mesi, prima lavorava con un visto di lavoro come bigliettaio ma ora ha cambiato il visto in uno da volontario e mi dice in un inglese stentato "prima con un lavoro in ufficio non avevo niente, ora faccio il volontario qui e ho tutto!".
Quante belle storie di vita diverse che si trovano girando.
Domani si riparte, statemi bene 

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