domenica 20 agosto 2017

Inizio

Dopo il nostro volo, che tanto ci mancava, siamo atterrati a Nairobi. Per la prima volta qualcuno ci aspetta in aeroporto con i nostri nomi. Il tizio, da ora il killer,sembra simpatico ma Silvia aveva già intuito che c'era qualcosa di poco chiaro. Ci porta alla nostra dimora per passare la notte. Una simpatica signora ci accoglie nella sua casa. La casa è una catapecchia ma la signora é talmente simpatica che non c'era alcun problema, poi di notte sembra tutto più pulito :) La mattina seguente ci viene a prendere il killer e andiamo nell'ufficio, a pagare la quota. L'ufficio sembra una prigione ma insomma sarà quello che possono permettersi. Il tipo che paghiamo sembra molto più calmo e genuino rispetto a killer.
Ci dirigiamo verso la nuovissima stazione del treno di Nairobi. 
 
 
 
Primo controllo: mettersi in fila indiana e a 5mt di distanza ad una fila parallela con borse e zaini. Passano ben due "cani sniffo" e non trovano nulla. Secondo controllo: controllo del biglietto e passaporto. Terzo controllo: Separatamente uomini e donne fanno passare ai raggi-x il proprio bagaglio. Matteo viene fermato xke hanno intravisto un tagliaunghie. Gli fanno svuotare la borsa e ok vada pure avanti signore (anche se ha ben due coltellini svizzeri); insomma portatevi tutto ma a vostro rischio e pericolo. Quarto controllo: solita scena del biglietto con rispettivo documento d'identità.  Altra coda per entrare in stazione, ricontrollo dei biglietti e ricontrollo delle borse. 
Insomma difficile quanto facile entrare con una pistola ... i controlli sono tanti ma poco accurati. Entrambi non abbiamo mai visto così tanta gente prendere un treno..probabilmente perché eravamo tutti ammassati. In treno, dopo l'ennesimo controllo, ognuno si siede al proprio posto e diversamente da tanti posti ognuno piazza il proprio bagaglio e si siede ordinatamente. 
Il viaggio dura solo 4 ore ma è veramente palloso e quindi ci addormentiamo per quel che possiamo. 



Eravamo veramente stanchi visto che dal finestrino per tutte le quattro ore  si sarebbe potuto scorgere qualche animale selvatico esempio giraffe elefanti ecc. Questo perché la railway costeggia due parchi nazionali. 
Siamo scesi e come prima faccia vediamo dei cinesi ...ormai sono loro a comandare la ferrovia. Ci dovremmo informare sul come comandino! Le stazioni sono veramente enormi e per ora pulite e ordinate. Un vero rilancio per il turismo ma soprattutto per i locali vista l'accessibilità dei biglietti. 
Arrivati a Mombasa abbiamo un tizio che ci aspetta. Saliamo noi quattro: noi, il killer e lo spagnolo che ci ha raggiunto già a Nairobi. Lui è qui per lavoro e girerà un mini documentario su dei progetti attivi. Arriviamo all'orfanatrofio che di orfanotrofio ha solo i bambini. La prima impressione é di Africa povera ed emerginata. 



Cerchiamo di far conoscenza con i bimbi che sembrano subito molto simpatici. Poi ci cibano con le loro pietanze che noi troviamo molto buone. La notte la passiamo mezza in bianco ...a farci visita i nostri amici che avevamo lasciato in Indonesia, chiamati topi giganti. 
Silvia è schifata e Matteo prende paura quando sente le zampe sulle sue ginocchia, nonostante fossimo muniti di zanzariere sopra al letto. Fosse successo a Silvia le sarebbe venuto un infarto! 
Il giorno dopo Matteo lo passa praticamente a sistemare la camera e voilà ecco che Silvia vuole spostare un frigo rotto in camera e Matteo fa un salto. Silvia scappa perche aveva già capito cosa ci fosse lì dietro. Lo lascia solo (poverino) e va a cercare "aiuto". Killer che se ne sta seduto a cazzeggiare, le dice di andare ad ucciderli e lei risponde "vacci tu" "vai ad aiutare Matteo per favore". Si alza, probabilmente visto il terrore negli occhi di Silvia, e va ad uccidere violentemente quegli schifosi, da qui il nome killer. Anche Matteo però si stufa e ne uccide uno. Avevano il nido dietro il frigo (tra l'altro pieno di cacche dentro e fuori). 
L'inizio dell'avventura è cominciato in modo opposto per ognuno. Ricordiamo che siamo in una bidonville/baraccopoli quindi l'impatto è alto; non è una missione dove almeno una pratica igienica di base esista.





All'inizio Silvia era terrorizzata dalla camera e la cosa la affliggeva sul resto, mentre Matteo vedeva molti problemi risolvibili con poco. Già dopo due giorni, Silvia si sta adattando alla nuova realtà (tranne alle camera, ma solo per paura dei topi), mentre Matteo è frustrato perché vede che i problemi che ci sono nessuno dei locali li percepisce e non vedono il motivo di cambiare. Piove dalle 3 alle 7 volte al giorno ed il cortile essendo in terra battuta diventa un porcile con bambini che si rotolano nel fango andando a cercare la parte più allagata apposta.
Ci sono due barili per un totale di forse 5000 litri, coricati su un fianco invece che cercare di raccogliere l'acqua piovana, l'acqua manca e quindi se non esce un filo di acqua dell'acquedotto tutti devono attraversare la strada a comprare per due soldi.
Il cemento che dovevano darci per tappare i buchi di ingresso dei topi non si vede e nonostante il fango il gioco all'aperto pare l'unica opzione, cosa che paralizza Matteo perché ha le scarpe che pesano 10 kg per il fango attaccato e quindi non può manco rientrare in "casa" visto che tutti si sciacquano i piedi nella pozzanghera danari casa e lasciano le infradito fuori "minimizzando" lo sporco che portano dentro. Continua a guardarsi in giro per vedere come risolvere i vari problemi ma capisce che non ne avrà modo. Intanto ha inchiodato un canestro ad un albero e costruito uno di fortuna da appendere ad un palo.


Versione economy
Versione deluxe

Inoltre su richiesta dei ragazzi Matteo ha dato una infarinata di fondamentali del basket, i risultati dopo pochi minuti sono incoraggianti e li potete ammirare qui


Silvia se la passa molto più tranquillamente, ideando attività per i bimbi e coccolandoli un po'. Oggi ad esempio ha fatto da pannolino umano in quanto in 2 o 3 le hanno fatto la pipì addosso. Ormai si sta abituando al l'odore di piscio costante e in realtà non si è mai cambiata di vestiti.
Come sempre siamo agli opposti, con Silvia che si passa la sua giornata e la notte non dorme a causa dei topi, e Matteo tutto il giorno sulle uova che vede nella notte la parte meno schifosa della giornata.  Inizialmente ci hanno detto "se vedete un problema ditecelo" ... Era una frase messa lì perché a loro non interessa cambiare (giusto o sbagliato che sia). Silvia continua a ripetere a Matteo che dar loro soluzioni a problemi che loro non vedono è stupido e significherebbe rifare gli errori commessi dai colonialisti o missionari del caso. Non è detto che come vive l'Occidente sia il modo giusto di vivere. Loro qui sono più felici quindi chi ha la verità? Silvia crede sia sbagliato fare l'occidentale in due modi: portare mille giochi sia perché non durano più di mezza giornata e sia perché venir visto come quello che ha soldi aumenta i problemi; seconda cosa, voler cambiare la loro realtà è voler imporre un modo di vivere che loro non potrebbero ne gestire ne sostenere una volta che i volontari se ne vanno. Ora Silvia capisce quanto importante sia il suo background fatto di storie di missionari, riviste ecc che parlavano dell'Africa. Lei ormai ha capito che deve accettare la realtà, non può cambiarla. Ah portare medicine è altrettanto stupido non sanno manco usarle. Le ferite dei bimbi sono mangiate dalle mosche ma a loro va bene così. Prima di tutto bisognerebbe piuttosto dare un'educazione agli adulti sulle malattie ecc. In un secondo momento si potrebbe far interagire adulti (locali) e  volontari con i bambini. Il volontario sarà sempre visto come il mzungu (bianco) che porta giochi=soldi. Silvia ce l'ha un po con le volontarie di prima che hanno portato giochi medicine ecc ai bambini e son rimaste qui una settimana. I bimbi son ancora affezionate a loro e il perché si capisce. Medicina che hanno buttato o che usano con mani piene di terra e giochi già rotti e lasciati ai topi. Silvia è convinta che non rimarremmo nei loro cuori perché non saremo i soliti volontari con le caramelle e i giochi costosi, senza regole...ma dove sta il giusto? Lasciandoli """"marcire"""  e portandogli cose che tanto non potranno mai avere? Perché questo è quello a cui sono abituati con gli altri volontari. Pure lasciare soldi non ha senso perché dove li usarebbero? Hanno roba per costruire ma buttata lì insomma sembra per ora veramente una battaglia persa. Ma avremmo tempo.
Il nostro tempo libero lo passiamo, ahimè, nel posto che normalmente più detestiamo, il centro commerciale, unico momento in cui torniamo nel  XXI secolo. Più che altro ci possiamo sedere, cercare giochi su internet per i bimbi, rilassarci le orecchie (Perche finora non abbiamo trovato altro posto che non sia pieno di clacson ed urla). Nei prossimi giorni andremo anche in spiaggia o in posti alternativi. 
Ad esempio oggi



La città l'abbiamo vista solo un paio di ore ieri ma eravamo troppo scoppiati per guardarci in giro, comunque diciamo che in stile Vietnam c'è molto degrado e nessun passato artistico a dare un tono.
Matteo spera di prendere il ritmo ma i giorni in cui non piove riesce a non essere teso (a parte quando i bimbi fanno la pipì addosso li allontana un po bruscamente) Silvia spera solamente che ci sia un'epidemia a sterminare i ratti. 

2 commenti:

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