I bolidi

NUOVA ZELANDA
Il nostro primo mezzo in Nuova Zelanda si chiamava Scorpacciata.
Era una subaru legacy del 1999 ed era una vera macchina di extra lusso e le volevamo tanto bene. Purtroppo verso i 265000 km e 50000 fatti insieme a noi, non se la sentiva più di vivere sulla cresta dell'avventura ed abbiamo dovuto separarci.
Lavori interni non ne abbiamo fatto se non basilari, ovvero appendere due spaghi per tenere su le tende quelle poche volte che ci dormiamo, levare i sedili posteriori di modo che Matteo possa coricarsi (Silvia è tascabile e sta ovunque).
Con lei abbiamo girato l'isola sud nelle brevi festività sparse durante l'anno.
 
Dopo diversi mesi di attesa, ora possiamo includere anche Carrella all'elenco:

avevamo esitato un pochino perché non ci avevamo ancora fatto un vero viaggio, e per noi era solo una macchina normale, ma dopo averci dormito dentro più volte grazie alle tende ereditate da Scorpacciata (ed anche più comodamente date le maggiori dimensioni), Carrella è entrata di diritto nel novero dei bolidi ramblingzucchiniani.
Dotata di touch screen e telecamera posteriore, con i suoi 7 posti modulari, rispetto a Scorpa pecca in sprint ma guadagna in comodità.

Se volete vedere il nostro primo van australiano scorrete la pagina in basso!

AUSTRALIA
Babar è stato la nostra casa su quattro ruote per quasi un anno.
è un mitsubishi L300 del 1999 a benzina e gpl.
Ora ha dei nuovi padroni, ma dato il tempo e le energie spese con e per lui, rimane parte del nostro capitolo australiano.
Nella foto in alto potete ammirare la sua maestosità mentre pascola in totale libertà tra le lande sconfinate nel sud-ovest dell' Australia.
Come lo abbiamo equipaggiato? in principio era completamente vuoto, abbiamo creato un "pavimento" confortevole grazie alle conoscenze tecniche e la perizia di Silvia.

quindi matteo ha costruito il letto, ma non fisso come quelli che abbiamo visto negli altri van, per poter accedere facilmente anche agli angoli più remoti.
ha calcolato un po' a spanne lo spessore del materasso piegato a metà (senza pensare che ci sarebbero dovuti stare anche sacchi a pelo e lenzuola, ma vabbè) e ha creato una specie di chiusura a libro. una volta chiuso il letto occupa solo metà del van.




siccome il pianale di truciolato non avrebbe retto da solo il dolce peso di Silvia, ha installato due travetti che ne irrubustiscono la sezione.
per tranquillità ha messo un braccio mobile di alluminio su cui si appoggia la metà del letto, di modo da annullarne la flessione.
il braccio di alluminio è mobile di modo che, una volta aperto, si liberi una gran parte di spazio.
silvia ha poi pensato a fare le tende

che hanno dei tubi passanti appesi a degli appositi supporti.
il materasso è in foam (ottimo per il peso di silvia, un po' meno per quello di matteo), e abbiamo chiesto al rivenditore se poteva tagliarcelo a metà, non si sa mai.
i nostri vestiti (e comunque la quasi totalità dei nostri averi) è riposta dentro scatole di plastica, come accade anche per il cibo.
quindi c'è un eski, come lo chiamano qui, ovvero un frigo da campeggio, che al momento ci fa solo da contenitore. completano la formazione una bombola del gas da 4 kg ed un fornelletto da campo a 2 fuochi. Impossibile non menzionare "lo scaldotto", uno scaldabagno piccolo regalatoci da una coppia irlandese nella nostra esperienza in quel di Kojonup, che ci regala un po' di tepore la sera grazie alla prolunga messa a disposizione del nostro capo.
A dire il vero spazio non ne è che ne avanzi molto, ma la trovata di matteo del letto pieghevole torna utile più volte al giorno quando si cercano utensili e vestiti (eh si, anche noi ci laviamo!)
ultimamente la parte di letto di matteo, assai povera di doghe (e dopo un mese di utilizzo la cosa iniziava a farsi sentire) è stata arricchita da un cartello di plastica abbandonato ripulito, di modo che anche la sua parte di letto sia bella pianeggiante come quella di Silvia.

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