martedì 22 gennaio 2019

Nong Khiaw


Tornato alla guesthouse prendo quindi il biglietto per Nong Khiaw, un paesino più a nord distante dal frastuono e dalla mondanità luangprabanghese. Non che Luang Prabang sia caotica intendiamoci, ma ne avevo letto e sentito parlare bene e così sono andato.
 
 
 
La mattina seguente mi vengono a raccogliere e portare alla stazione dei bus (chi volesse risparmiare qualche spicciolo può trasferirsi per conto suo alla stazione dei bus invece che affidarsi alla guesthouse, che sono poi i punti di riferimento per i biglietti dei bus ecc).

I tempi vanno sempre presi con le molle ad ogni modo, perché alla guesthouse ti raccolgono alle 8:30 e ti dicono che ci vogliono 3 ore ad arrivare, ma il minivan parte dalla stazione dei bus alle 9:30, ecc.
Un'altro modo per raggiungere Nong Khiaw era, fino a pochi anni fa, via fiume, cosa non più possibile in quanto il governo, sempre grazie ai cinesi, sta costruendo una o più dighe. Essendo le colline lungo il fiume evidentemente di argilla, mi son chiesto se non fosse un po' pericoloso usarle come bacino per un lago artificiale per eventuali frane e dissesti, ma non ho conoscenze di geologia e la mia valutazione volante dal finestrino di un minivan non può essere certo accurata. L'argilla è notoriamente impermeabile ma anche estremamente molle una volta bagnata. Come dicono in Nuova Zelanda non è un problema tuo non te ne crucciare....di sicuro le varie frane visibili sulle colline a anche in tratti di strada qualche dubbio me lo fan venire. Ma l'ingegneria cinese di sicuro ha tenuto conto di tutto. Alcuni paeselli stanno per essere rasi al suolo dalle ruspe ed insomma la situazione sarà parecchio diversa tra qualche anno.
Il minivan si ferma alla fermata a 1,5 km dal ponte monolitico che unisce Nong Khiaw a Sophoun, dove stanno la maggior parte delle guesthouse e che possono essere considerati un paese unico. Così mi son messo in marcia anche per farmi un'idea del posto. Arrivato sul ponte mi accoglie quello che al momento mi pare proprio una bella visione

Che magari in termini assoluti non sarà chissà che, ma le falesie sulla sinistra, nel nuvole a tagliare la montagna laggiù al centro ed il fiume mi sono parsi come un bel quadro.
Tra parentesi la mia guesthouse è nell'angolo a destra e il Wi-Fi arriva praticamente fino al punto in cui ho scattato la foto, ma non in camera mia...misteri dei campi elettromagnetici.
Per pranzo provo i due peggiori ristoranti indiani in cui abbia mai messo piede, poi tra le cose da fare scopro esserci il trekking denominato "100 waterfalls", scoperto da un tedesco che ha poi aperto un'agenzia di outdoor ed una guesthouse. Ormai tutte le altre agenzie portano a fare quel trekking, che addirittura è finito su qualche TV internazionale e definito come il migliore del Paese, ma ho trovato giusto andarci con chi lo ha ideato invece che con altri "avvoltoi", anche se magari sarebbe costato di meno.
Siccome fa buio presto ho deciso di andare a vedere una delle due principali grotte dei dintorni, Pha Tok cave, il cui accesso avviene attraverso una passerella di bamboo senza ringhiere (oddio sarà abbastanza sicuro????? Cosa direbbero gli addetti alla sicurezza in Nz?) è una scalinata assai ripida di cemento armato, con certi scalini di profondità di una decina di centimetri. All'interno si sono rifugiate delle milizie e popolazioni locali durante le guerre indocinesi. Grotta molto breve anche perché dall'altro capo finisce in un buco enorme che non mi son sentito di affrontare da solo e con i sandali, vista anche la terra polverosa che ricopre tutto, anche se per la metà inferiore c'era una scala di bamboo. Ovviamente ai tempi la gente la faceva in infradito ma che volete...
Così giro i tacchi e vado nuovamente in cerca di cibo locale, impresa assai ardua.
Visto che il primo posto che provo di tutto il menù hanno solo 2 cose, non locali, anche per cena finisce che provo 2-3 posti solo per sperare di mangiare cibo laotiano.
Al momento mi pare di aver capito che il cibo laotiano sia carne e pesce alla brace, venduti su uno stecco di bamboo così che lo si possa mangiare tipo gelato, e i vari lap, ovvero carne di pollo o maiale sminuzzata e condita con erbe ed aglio.
In due pasti ho perciò approcciato il 30% dei ristoranti locali, e come premio arriva a trovarmi un mio caro amico che ritrovo ad ogni viaggio in Asia

La mattina seguente sto decentemente e così mi presento per il mio trekking, dove su 11 persone 10 sono francesi. Gente simpatica comunque


Un'ora di barca ci porta al villaggio, dove arrivano anche genti di altri tour organizzati, compresa una famiglia che quando scopre che ci vorrebbero dei sandali visto che finiremo coi piedi a bagno, strabuzza gli occhi sorpresa cadendo dal pero dicendo che hanno solo scarpe (per inciso gli asiatici fanno tutto in infradito o scalzi). Se cerchi una, dico una immagine del trekking la prima cosa che vedi è che probabilmente finirai completamente a bagno, come l'ho scelto sto giro, con la lonely planet??
Per chi vuole c'è anche la possibilità di fare foto stile zoo ai bimbi locali con le madri ecc

No comment.
La guida ci spiega due cose sul villaggio che ha tre etnie differenti e tre lingue, come vivono ecc.
Putroppo a sto punto iniziò già ad accusare la nottataccia e l'assenza di cibo in corpo nonostante non mi senta di mangiare, perciò le foto che ho fatto non sono granché ma prendete quello che viene



Il pranzo è in cima a quest'ultima cascata. Ovviamente non mi avvicino a nessun cibo ed il solo odore mi nausea, oltre ad avere molta sonnolenza. I francesi comunque sono molto carini e si preoccupano per me.
Alla fine i momenti di marcia son quelli che mi hanno tenuto sveglio. Per quel poco che ho potuto assorbire, il giro è carino e moderatamente avventuroso per chi non sia molto allenato, visto anche il ritmo della camminata. Speravo fosse più a contatto con l'acqua visto che su Internet ci sono foto di chi si tira su per la cascata con una corda, cosa che non mi pare fosse  fattibile.
Al ritorno una delle francesi ha attaccato a parlarmi così mi ha tenuto sveglio, forse per empatia visto che mi pare di aver capito che avesse una condizione per la quale si ritrova spesso nel mio stato. Poveraccia.
Al ritorno ci fermiamo nella seconda delle caverne principali, Pha Kuang, anch'essa usata dalla popolazione come rifugio in tempo di guerra ed interessante perché ci fermiamo quasi subito di fronte ad un "orifizio" di 70x40 cm, che a detta della mappa è neanche a metà della profondità, dopo ci sono appunti che parlano di discese di 10 metri ed una di 60 con scritto "serve corda?" Ahahaha vedi un po'!
Comunque non era decisamente la giornata per me per incastrarmi in quel buchino visto che neanche la guida "tascabile" ci si è mai infilato. Dopo la grotta la maggior parte del gruppo va a passar la notte in un villaggio ed io insieme ad altri 3 ritorniamo al paese, dove barcollando vado a prendere biglietto per il night bus per tornare a Vientiane, dopo di che mi fracasso a letto fino a stamattina.
Qua vicino c'è un villaggio accessibile solo in barca che si chiama Muang Ngoy, dove a quanto pare va una grande percentuale di chi arriva qui per gustare il senso di isolamento (ma credo di aver letto che il famigerato banana pancake trail si sia esteso fino lì, quindi chissà...).
Mi aspettano un paio di giorni abbastanza noiosi ma l'idea è di essere alla frontiera con la Cambogia per la fine della settimana, ed i trasporti sono tutt'altro che veloci, quindi vivrò in bus per un po'.
Ora comunque mi pare di stare di nuovo bene, ma non mi va di esagerare né col cibo né con l'attività fisica.
Forse dovrei indulgiare di più nella pasticceria francese che è ubiqua qui in Laos, ma che gran noia venire in Asia e mangiare europeo!
Saludos


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