martedì 16 maggio 2017

Ultimi fatti prima del ritorno di Silvia in Italia

Passato più di un mese dall'ultimo post, siamo obbligati ad aggiornarvi almeno sul fronte foto.
Per il compleanno di Matteo, Silvia gli ha regalato un bel weekend ad Akaora, dove abbiamo dormito in un bed&breakfast, fatto un giro in canoa e Matteo ha pure fatto il bagno nell'acqua gelida!
Si Silvia, sei proprio bassa...

 
 
 
Finalmente Matteo ha visto (pare) la famosa "silver fern", la felce argentata che insieme al kiwi (animale) è simbolo del Paese

Quello che segue è il paesaggio in fondo ad una loro camminata prima che Matteo si denudasse e si cacciasse in mare
Tramonto artistico sul molo di Akaroa
Purtroppo non abbiamo documentato la scena fantozziana del nostro giro in canoa, che già di per se è comico visto che giravamo in tondo, ovvero durante una pausa sulla spiaggia ci corichiamo a guardare il cielo e parlare del più e del meno, e quando alziamo la testa scopriamo che la marea era salita, la nostra canoa rovesciata 30 metri più in là, un remo al largo e l'altro per fortuna vicino, cosa che ci ha costretto prima a svuotare la canoa, poi ad una partenza tipo Tom Hanks quando abbandona l'isola di cast away, viste le onde...immaginatevi la scena!

Altro weekend, Matteo con il gruppo di guasconi va ad esplorare Kaikoura, dove la strada che porta a nord dell'isola è stata interrotta da una frana dovuta ad un terremoto. A dire il vero il sentiero scelto dalla democrazia era dato per chiuso sui siti internet, ma non curanti della cosa sono andati lo stesso (e come prevedibile, sono tornati indietro con le pive nel sacco).
Prima della partenza
Ecco il momento dell'attraversamento del fiume...notate per favore quello zingaro dello spagnolo come si presenta per andare 3-4 giorni in montagna...
 Il ginocchio di Matteo iniziava a farsi sentire, così ha dovuto rimediare due bastoncini
All'arrivo nel "bivacco" non c'era nessuno, se non una bella stufa a riscaldarli e serbatoi giganti di acqua piovana dove Matteo ha potuto farsi la "doccia", unico a sfidare le temperature gelide.
Visuale dall'alto al crepuscolo
Dedica alla mamma di una certa Louisa
E' poi arrivato un ragazzo ceco che raccontava loro di aver lavorato alla ricostruzione della strada interrotta, sottolineando la disorganizzazione e la nullafacenza in un lavoro di importanza capitale per la mobilità del Paese.
La mattina dopo sono partiti per la parte "critica" del sentiero, ricongiungersi all'anello che fa il giro della montagna seguendo il fiume, scendendo da una sella.
Paesaggio alla mattina

Solita foto di gruppo
Come potete vedere di seguito, le montagne in Nuova Zelanda sono un ammasso di detriti (bellissime d'inverno quando la neve le "maschera"), e la sella in questione si vede all'estrema sinistra:
Si comincia!

Quasi in prossimità della sella
Arrivati a ridosso della sella, un mix tra essere impreparati, inesperti e cagasotto,  li ha fatti rinunciare, nonostante Matteo fosse andato in avanscoperta dopato dagli antidolorici. In questa foto si vede solo la prima metà della discesa alla sella, in basso si può scorgere Matteo.
Una settimana dopo avrebbero scoperto che il ragazzo ceco incontrato nel "bivacco" aveva proseguito e trovato la parte di sentiero lungo il fiume molto più difficile di questa.
Così, la compagnia dell'anello torna indietro,
e, visto che il bivacco era pieno di gente a causa del weekend lungo, hanno deciso di ridiscendere a valle per passare la notte in tenda, sulla spiaggia di fronte all'oceano intorno ad un fuoco.
Una via crucis per Matteo a causa del ginocchio, ma ne è valsa la pena.
Tenda da 17 $ che Matteo ha comprato per la gita
Ahhhhh...dopo averlo sognato per anni in giovine età, finalmente Matteo ha potuto passare il sabato sera in tenda davanti ad un fuoco, spensierato.
Luna piena sull'oceano
Quindi per concludere, la mattina seguente bimbo Matteo si fa portare a vedere le foche!
Al risveglio


Intanto, la partenza di Silvia si avvicinava, così abbiamo deciso di dare un'ultima occhiata assieme al Paese. Abbiamo sfruttato un ponte festivo per tornare a nord, Abel Tasman era l'idea, visto che Silvia lo adora, ma poi lo spirito esplorativo ha avuto il sopravvento ed abbiamo finito per vedere solo posti nuovi.
E così direzione nord, ma passando per la costa ovest!
Ci siamo persi i 12 apostoli sulla Great Ocean Road in Australia, ma ci siamo rifatti in Nuova Zelanda:
Strane formazioni rocciose
 Usuale delirio lungo il sentiero
Quindi ci siamo diretti verso la parte centrale del nord dell'isola del sud (l'abbiamo apposta per farvi confondere ahahah), a St. Arnaud, per vedere l'alba sul lago. Arrivati col buio, abbiamo trovato un modo per passare la notte dentro la nostra scorpacciata, e alla mattina lo spettacolo era questo
Il primo raggio di sole ad entrare nella valle
Ma Silvia non era soddisfatta dei colori (a causa della mancanza di nuvole a risaltarli), e così è tornata a dormirsela  pigramente, perdendosi la nascita del giorno a livello del lago:
Moooolto suggestivo
Quando ha deciso di svegliarsi, i suoi amici volatili sono venuti a salutarla
 
 
Dopo un giro nel bosco li attorno, siamo partiti alla volta di Picton, estremità settentrionale dell'isola...quel furbone di Matteo voleva vedere l'isola del nord dall'altra parte dello stretto di Cook, ma non ha fatto i conti con la cartina, dove avrebbe visto che da lì la miriade di isolette non gli avrebbero permesso una veduta simile. Poco male, abbiamo trovato un posto bellissimo, dove Silvia ha deciso di fare il suo primo bagno da quando è giunta in Nuova Zelanda...non che le temperature invogliassero a farlo, ma era giusto farlo per non avere rimpianti. Ecco l'ingresso in acqua:
 la danza propiziatoria:
 l'immersione:
 il pentimento:
e la fuga:
La sera siamo andati a trovare un amico di Silvia che vive anche lui in Nuova Zelanda, e che ci ha ospitato per la notte (stranamente il pavimento era più comodo di scorpacciata...e la casa più calda)
 
Una sosta sulla via del ritorno a Christchurch
La settimana seguente invece,  una mattina c'è stato un esempio di alba di quelle che ci sono in Nuova Zelanda (o almeno a Christchurch) ogni tanto, e per questo Silvia non era entusiasta dell'alba sul lago a St. Arnaud
Purtroppo la foto non rende l'idea di quanto rosso fosse il cielo


Il weekend prima della partenza di Silvia invece abbiamo deciso di fare una sparata di quelle da "ultima volta", ovvero andare in un giorno a Mount Cook, 8 ore in totale di macchina per portare Silvia a vedere la montagna più alta del Paese. Durante la strada abbiamo visto anche dei maestosi cervi d'allevamento, ma le foto se le è tenute Silvia...erano davvero bellissimi.
Lake Pukaki
Silvia era un po' fuori forma, così Matteo ha dovuto convincerla a fare il sentiero da ciccioni per vedere il ghiacciao
Ma a quanto pare la meta non è valsa la "fatica" secondo lei
E così si riparte per dare l'addio al gruppo escursionistico, e lungo la strada le nuvole ci hanno regalato un altro tramonto di quelli da ricordare
Silvia ormai è tornata in Italia da qualche giorno, lasciando Matteo in Nuova Zelanda (finalmente può muoversi quanto vuole nel letto) a cercare di sistemare le ultime cose mentre anche il suo visto si esaurisce.
Errando per le strade, il fato gli ha indicato la via, di modo che potesse schiarirsi le idee
ora si sente più tranquillo...

Ultimi 15 giorni e poi anche lui dovrà fare i bagagli, con una piccola sosta in programma a salutare un amico e personaggio di codesto blog.
Ci scusiamo per il post un po' raffazzonato, ma è così che va.
Saludos









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