lunedì 17 novembre 2014

Un'altra spunta alla lista: Ta Prohm (Angkor Wat, Cambogia)

Scritto da Matteo:
Questa foto la aspettavo da una vita
Bene, vi avevo lasciato a Sukhotai.
Il giorno dopo vado a noleggiare una bici vicino all'ostello per 30 baht, attraverso la strada e faccio il biglietto per il parco storico.
 
 
 
Sinceramente non so che dirvi, ma non mi è piaciuto. Voglio dire, ho fatto pure belle foto eh, ma non mi ha detto nulla.







Il posto è moooolto grande, ma solo la parte centrale merita il biglietto, è la si può girare a piedi.


Nella parte nord c'è una enorme statua di buddha che vale la pena di vedere,

e nella parte ovest...si sprecano solo tempo e soldi, in quanto le rovine sono piccole, niente di che, e magari bisogna pure fare del sentiero in salita per vederle.
Voglio dire, in Olanda ho pedalato tutto il giorno in un parco naturale. Qui in più c'erano anche le rovine, ma anche un caldo porcello. L'area come detto è molto vasta, e i templi da visitare saranno 3-4massimo 5. Insomma, avevo appena pagato la stanza per la sera e ho pensato "ma cavolo ho buttato i soldi". Per me è stato più interessante raggiungere delle rovine 2km fuori le mura, e nel viaggio guardare come vivono i locali, che costruivano tetti di paglia o aspettavano come sempre il cliente in improbabili punti di ristorazione. Le case qui sono in maggioranza costruite su palafitte, ma hanno una loro dignità, al contrario di quelle in Australia, costruite all'insegna del risparmio.
Nella parte ovest praticamente ho solo fatto il giro in bici, senza scendere dalla bici, rendendo inutile il biglietto acquistato. Avrei potuto risparmiare il biglietto della zona nord, se avessi raggiunto il buddha da un ingresso laterale che ho trovato per caso, invece che fare il boy-scout ed entrare dall'entrata principale.
Ad ogni modo, per mezzogiorno, andando con calma e si, un po' in modo superficiale, avevo finito. Meno male direi, perché quel pomeriggio la canicola non lasciava scampo, e me ne sono stato in stanza. A fare cosa, direte.
Allora, dal mio ingresso in thailandia, avevo sempre sto grillo che mi girava in testa di andare oltre confine per vedere angkor wat. Ma non sapevo, dicevo, si vedrà.
A sukhotai era tempo di decidere come impiegare i giorni seguenti. Volevo andare a lopburi, dove il francese mi aveva detto che le scimmie giravano per la città, poi ayutthaya, simile a sukhotai, poi c'era l'idea della Cambogia, ma ho realizzato che non potevo permettermi di essere così lento, almeno credo. Le recensioni dicono che sukhotai è da preferire ad ayutthaya, e così ho cancellato tutto il mio non-programma è deciso di farlo, seguire le indicazioni di un sito datomi dal bellimbusto i primi giorni a bangkok
e farmi questo regalo. Mi piacciono queste cavolate romantiche: quando ero in Australia e non sapevo se venire qui o no, il fondo di un bicchiere mi diceva "Lucky thailand", stavolta le cuffie per la musica avevano un pezzetto di plastica con scritto "cambodia", e così ho seguito i segnali. 
Il giorno dopo faccio colazione e chiedo alla donna dov'è il bus per la città. Lei mi dice "oh, eccolo qui" e salto sul al volo. Il mezzo più lento dopo la cyclette....
Arrivo in stazione dei bus e il bus per bangkok è dopo pochi minuti, incredibile! Potevo prendere la prima classe, ma la tizia mi ha detto aria condizionata e io ho detto "non avete niente senza aria condizionata?". Mi indica la seconda classe, un altro sportello. Il bus è più economico, e l'aria condizionata c'è lo stesso. Viaggio infinito fino a mo chit, la stazione nord dei bus di bangkok, dove mi fiondo a prendere il mio biglietto per Siam Reap, ovvero, similmente a sukhotai, la città nuova che gestisce angkor wat. Il mio bus partirà alle otto del mattino l'indomani.
Adesso si trattava di raggiungere il mio host a Bangkok, siccome guesthouse economiche vicino alla stazione non c'è ne sono, avevo rifatto richiesta. Le indicazioni da seguire sono diverse, ma me le ha date bene e raggiungo casa sua senza problemi. È dall'altra parte della città rispetto alla stazione, ma relativamente vicino al treno quindi ok. È un complesso di condomini con piscina in comune

dove, dopo cena, andiamo a fare un bagnetto. Mi racconta che fare l'insegnate di inglese qui è facile e lui lo ha fatto in diversi posti, ma la periferia lo annoia, vuole la vida loca di bangkok. È filippino e parla di tutte le feste e i party che fa ogni giorno con un sacco di gente. In casa vive con una sua amica che mentre eravamo li ha ricevuto la conferma di essere stata assunta per un nuovo lavoro.
La mia sveglia sarebbe stata alle 5.30 e mi chiedono se mi va di uscire velocemente da una loro amica e che torneremo presto. Certo, come no.
La loro amica anche sta ospitando una che fa CouchSurfing, e dopo poco arriva una loro vicina a far cagnara. Esce fuori la possibilità di andare a fare karaoke al secondo piano del palazzo in un locale che prende tutto il piano. Ok dai, tanto è presto, staremo un'oretta.
Al karaoke realizzo quanto stonato sono. Voglio dire, in alcune canzoni pensavo di cavarmela, invece dal microfono usciva una voce che manco riconoscevo!
A mezzanotte e mezza c'è ne andiamo, alchè la loro amica al telefono si mette d'accordo con uno per un graaaaande party. Ragazzi, che vi devo dire, non è che vi posso dire io che dovrei dormire, dovreste arrivarci. Ok, andiamo...
Arriviamo in sto posto e ci apre la porta uno che fa fatica a tenere gli occhi paralleli, in un albergo della madonna, nel silenzio più totale.
Entriamo nella sua casa all'interno dell'albergo e sono lui è un altro, messo pure peggio, e infatti sparisce subito dopo non essere riuscito a cerntrarsi la bocca con le patatine.
Ci sediamo, in 5, attorno ad un tavolino, e Fester (da zio Fester della famiglia Addams, per farvi capire il tipo), ci mette la sua musica house cessa per riscaldare l'atmosfera. La loro amica oca inizia a prenderlo in giro perché si, insomma, non sembra sto gran party, e va a prendere lo champagne che le aveva promesso. Faccio finta di berlo perché ho il sospetto che ci sia qualche sostanzella dentro. Dopo un po vedo che gli altri non svengono e allora lo assaggio. Un cesso da un sacco di soldi. Sto qui inizia a parlare di quanti soldi spreca in feste e alberghi ecc e io penso "ma devo star qui a sprecare tempo con sto idiota?". Tutti pendiamo dalle sue labbra, e pure la sua lingua, quasi.
Realizzo che si è inventato tutto, la festa, i suoi amici che se ne sono andati per la troppa droga ecc, solo per far venire Oca da lui, e noi eravamo solo il cuscinetto.
Dati i valori ed la moralità propri della città e dei suoi abitanti, ovviamente lei casca nella trappola.
Alle 4.30 siamo a casa, mi corico un'ora e poi sparisco in silenzio. Arrivo a mo chit alle 7 e vai di colazione riso e verdure piccanti! (i fruttivendoli erano spariti...)
Il bus è una mezza schifezza, d'ora in poi non chiederò più posti con spazio per le gambe perché sti qui non capiscono niente. Ero nei posto davanti con un muro davanti a me, quindi per stendere le gambe durante il viaggio dovevo alzarmi in piedi. Il risultato è stato un forte male alle ginocchia.
Di fianco a me un italiano sulla cinquantina che non fa altro che sbuffare e mugugnare, e non lo considero per quasi tutto il viaggio fino alla frontiera.
Data la mia notte da leone, ho trascorso il viaggio in quel limbo che, pare, mi permetti di annullare il jet lag senza problemi, dormendo si e no. Lui intanto litiga con quello dietro e russa.
Verso le due del pomeriggio arriviamo alla frontiera. Dal sito avevo letto cosa evitare di fare per non farsi fregare, e avrei dovuto scendere e fare tutti gli scarabocchi a piedi.
Invece arriva un giovane e ci fa scendere dandoci indicazioni di come compilare le richieste per il visto ecc. Servono due fottessere, che non ho, e allora per 100 baht mi fanno una foto col cellulare e vanno a stamparla. Per inciso, quelle foto c'è le ho ancora dietro e nessun ufficiale è l'arso turbato dalla loro mancanza. Cerco di stare in allerta per capire dove sia il confine con lo scam. La compagnia è di linea, si dovrebbe potersi fidare. Ci fanno risalire sul bus e dopo un minuto e pochi metri, scendere di nuovo. Qui inizia quello che avevo letto sul sito, ovvero attraversare a piedi la dogana, con code lunghissime ed immobili, ma alla fine mi stampano il passaporto. Esco, e un portale mi dice che sto entrando in Cambogia, 

e gli autisti mi dicono di farmi stampare il visto di ingresso nel paese e tornare indietro. Altra cosa infinita, in cui parlando con l'italiano capisco che invece che 1400 baht tra visto e foto, potevamo mandare tutti a quel paese e fare tutto per i fatti nostri, spendendo meno visto che ora abbiamo un visto inutile di tre mesi, quando ne bastava uno di 1, ma il problema è che non sapevamo dove fossero gli uffici, sebbene per lui non fosse la prima volta in questa dogana, ma la prima volta un finto bus per la stazione aveva portato lui e i suoi compagni in mezzo alla campagna per estorcere loro dei soldi con la scusa di cavilli fasulli, e se ne erano dovuti tornare indietro a piedi. Quindi non era esperto manco lui.
Vabbè, risaliamo sul bus e dopo tanti mesi rivedo la guida a destra. Le strade sono una presa in giro. Ci mettiamo più delle due ore promesse ma alla fine eccoci a siam reap. 
Ti immaginavi i templi nella jungla, vero? Eccoti servita una schiera di alberghi a 18 stelle, luci, gente e traffico. E tanti saluti.
L'italiano dice che i russi stanno investendo nel posto e questi sono i risultati. Io più che russi, qui come a sukhotai, ho trovato orde di francesi. Francesi ovunque. Qui pure i cartelli turistici sono anche in francese.
Il bus si ferma davanti all'agenzia cui fa riferiemento, dove i tuk tuk ti porteranno gratis nell'albergo che hai prenotato. Perché tutti hanno prenotato.
Io no, allora cerco di capire se qualcuno ha prenotato in un albergo economico così da seguirlo e scroccare il passaggio. Un giapponese ha prenotato in ostello, dormitorio, per otto dollari.
Eh?
L'italiano aveva detto che la Cambogia e molto più economica della thailandia! E vabbè, vado a provare inutilmente a prelevare dei dollari e il giappo si è già messo d'accordo con un'altra coppia che fa quello che volevo fare io, seguirlo nel l'ostello.
Grazie, giappo.
Allora faccio quello che non volevo fare, e mi faccio turlupinare da un tuktukkista. Gli do il nome dell'ostello del giappo ma lui me ne consiglia uno più economico. Come dire, farsi prendere per polli proprio. Ma accetto. Mi porta in sto posto e mi danno una stanza per 12 dollari (i dollari qui sono quasi la prima moneta) che secondo loro fanno 450 bath. Visto che i dollari non ce li ho, do loro 1000 bath e il resto in dollari è un po meno del dovuto, ma siccome sto cercando di capire se è una fregatura o no, decido di non fare storie.
Il tuktukkista vuole essere sicuro che domattina sarà lui a portarmi ai templi per 15 dollari, tutto il giorno.
Cambogia economica eh? Altrove, forse.
Acconsento. 
In camera cerco recensioni dell'hotel dove sono, e ovviamente ne parlano tutti malissimo. In effetti è patetico, e se sei abituato a pagare 12 dollari, in thai trovi, penso, delle belle stanze. Io ne pago la metà o meno in genere, e le mie stanze sono dei buchi. Alla fine questa stanza è un livello superiore per me, ma non per i soldi che costa.
A cena pago in bath e mi danno il resto in dollari e rial, così ora ho 2000 rial che mi risultano inutili, dato il loro esiguo valore.
Dopo cena cerco info sui templi, ma mi sento quasi male dalla stanchezza. Resisto un po ma poi mi arrendo.
Prima cosa stamattina vado dal tipo e gli dico "ascolta lo so che ci sono dei tuoi colleghi che dicono 15 dollari e poi appena comprato l'ingresso ai templi sparano 85. Mi auguro tu non sia uno di quelli". Lo avevo letto la sera prima per prepararmi ed evitare scene tipo a Bangkok.
Non era molto convinto ma ho dato per sottinteso il fatto che avesse capito.
Durante la strada vedo uno che se la fa a piedi e avrei voluto farlo anche io, come anche prendere solo la bici, ma il caldo bestia di sukhotai mi ha fatto escludere la cosa. La notte è piovuto parecchio e l'aria era anche mezza fresca, facendomi quasi ricredere, ma viste le distanze, e giri da fare e il caldo, a posteriori direi che ho fatto bene, sebbene girare in carrozza mi faccia sentire un turista privilegiato e avere orari da rispettare mi metta le catene alle caviglie.
Arrivati ad angkor, c'erano pure le scimmie, 
 e così aver saltato lopburi, forse, è stato un bene. Uno allunga la mano per dar loro da mangiare, la scimmia mostra i denti e fa per saltargli addosso..ahahaha!
Ecco il momento dell'aggressione!
Ok, si entra. Mostro il mio biglietto con foto presa sul momento alla biglietteria, e mi incammino.
Angkor wat è semplicemente s-p-l-e-n-d-i-d-a. Quasi azteca o Maya. 

Ogni centimetro quadrato, e dico sul serio, è scolpito, con una cura dei particolari simile agli ingressi dei templi buddhisti in Thailandia, ma questa è pietra, non legno. Colonne, corridoi, muri a volte hanno incisioni leggerissime, che sembrano tessute nella pietra. 



Qui le statue di buddha non hanno gli occhi a mandorla, ma di buddhista qui non c'è veramente niente. Se non ho letto male era un tempio dedicato a shiva, poi sono arrivati i buddisti e hanno fatto le loro modifiche, inserendo altri particolari e le statue. Si nota, se non fosse altro, dalle dimensioni. In Thailandia ci sono statue gigantesche e i templi sono in funzione di esse. Qui spazi per le statue non c'è ne sono, e in un complesso così grande, ci sono statuine da ridere. 

Alla fine credo sia un peccato che il buddismo sia diventato una religione. Non ho avuto modo di parlarne con nessuno qui per capire, se non con Nink, ma trovo difficile capire come un percorso prettamente personale come quello di siddharta possa essere diventato una religione che si prende pure la libertà di modificare dei templi.
Anche qui ci sono scalinate da suicidio, ma molto meno che al wat Arun. Nella terrazza superiore un ragazzo si mette a meditare. Lo scenario è molto suggestivo, ma dubito ci sia ancora qualcosa di spirituale qui dentro.









La mia macchina fotografica non è in grado di cogliere l'essenza del posto, vuoi per la vastità, vuoi per i giochi di ombre sfavorevoli, vuoi per le geometrie.
Comunque sia, bellissimo, e chissà come doveva essere da nuovo.
Dopo le due ore datemi dal mio autista, vado fuori a cercarlo e dopo aver girato un po, mi viene a chiamare giusto prima che me ne cercassi un altro.
Mi fa vedere brevemente il tempio di bayon, molto rovinato ma per questo molto suggestivo, con pezzi del tempio accatastati a formare muri e muri.


Per pranzo mi porta al jungle restaurant, dove persino le verdure sono intagliate. 

Per strada bambini cercano di vendere oggetti ai turisti, e i venditori di cibo e i tuktukkisti ti chiamano in continuazione, più fastidiosi delle zanzare nelle orecchie.
E così eccomi ad attraversare la jungla, seppur su di un sentiero sterrato carrabile, con il richiamo stranissimo di alcuni uccelli che sembra il rumore dei freni del treno, ininterrotto. 

Una banda di mutilati suona una musica che aggiunge spessore all'ambiente.
E poi eccolo li, Ta Prohm, il luogo sulle cui foto ho sbavato per anni e anni. 

Come sempre parto per le vie secondarie per aggiungere eccitazione e non rovinarmi subito la sorpresa. Stavolta non ha funzionato perché l'agitazione era troppo forte, e gli alberi sulle rovine sono nel cuore del complesso. Aver preso le vie laterali mi è servito solo per trovare in fretta un posto per i bisognini quando ho sentito il richiamo della natura. Devo dire che le alte radici di questi alberi forniscono dei paraventi che si prestano bene allo scopo.
Comunque l'ora che mi aveva dato il tizio stava per scadere e io non avevo combinato ancora niente. Le rovine le avevo viste si, ma io volevo quelle avvolte negli alberi!
Decido che mi aspetterà il tempo che mi serve, non è che posso fare tutto di corsa per lui.
E alla fine le trovo, come avete visto nella foto ad inizio post


Che meraviglia questo albero...








Ta Prohm è come angkor wat, solo meglio, a mio parere. Cioè, è giusto che abbiano messo in ordine angkor perché uno si rende conto della funzionalità del luogo, ma qui è tutto così.......non so come dire, sembra quasi finto, un parco giochi, ma è vero! È questa la sostanziale differenza, il fatto che sia autentico, genuino, vero. 
I tetti che da fuori sembrano di tegole, vedi che invece sono fatti di macigni pesantissimi che vanno, piano piano, ad avvicinarsi e chiudere la volta. 
Se uno non è troppo stolto, c'è anche una discreta libertà di azione fuori dai punti più turistici, ci si può intrufolare in angoli chiusi al pubblico e arrampicare sui tetti ( non volevo fare il pirla, ma solo studiare come appunto costruivano i tetti).
Dopo un'ora e tre quarti ho avuto pietà del tipo e sono tornato indietro, ma sarei stato lì non so quante ore, e me ne sono andato come se il posto non lo avessi guardato per davvero.
Le foto forse qui mi sono venute un po meglio, ma un luogo del genere è solo da vedere, non si può raccontarlo ne tanto meno leggerlo.
Templi c'è ne sono ancora tanti da vedere, tanto che si può fare il biglietto per tre o sette giorni, e forse il tempio di Pheah Khan poteva essere come Ta Prohm o meglio, ma guardando il calendario ho visto che se voglio andare a sud, è meglio muoversi, sebbene ora realizzo che la vita da spiaggia non sia fatta per me, quindi spero di aver fatto la scelta giusta. E poi qui è troppo costoso.
Al rientro, dopo aver preso il biglietto per domani per Bangkok (di nuovo...), il tizio mi ha chiesto 20 dolla invece che 15...e vabbè dai, giusto perché mi ha aspettato, ma me li avrebbe chiesti comunque.
Come letto sul sito scritto all'inizio, volevo provare l'opzione minibus+casino bus, che tra l'altro mi avrebbe obbligato a vedermela da solo con la dogana e accumulare esperienza, ma visto che il bus sembra partire a metà pwomeriggio e ci vogliono 6 ore, dice, arriverei in città troppo tardi per trovare una sistemazione sul momento. Peccato. Proverò a tornare alla guesthouse in cui ero stato e poi iniziare ad impostare lo spostamento a sud.
Una puntata e fuga da turista viziato, ma ora ho un sorriso a 32 denti per aver toccato quei muri e quelle radici, e tanto basta.
Passatevela bene gente
Matteo

1 commento:

  1. Belin Fabio non so one mai ma non mi visualizzava i commenti sul sito. Li ho visti solo ora scusa.
    Sei l'unico ed inimitabile commentatore del blog, come faremmo senza di te?

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