martedì 11 novembre 2014

Chiang Rai, le frontiere e la bellezza del non prenotare

Scritto da Matteo
Direzione Chiang Rai, dunque.
La strada è piena di curve e saliscendi, ma la cosa peggiore è l'irregolarità del manto stradale. Persino con il fuoristrada si sballottava.
Prima fermata il white temple o wat rong Kuhn. Devo ammettere che è una struttura meravigliosa.




Visitarla però è abbastanza frustrante. I turisti vi si riversano a palate è una voce da un autoparlante li redarguisce su cosa fare e cosa no. Voglio dire, i visitatori è giusto che ci siano, ma così è un po' troppo, è la voce ammonitrice e pure giusto che ci sia, viste le stupidaggini che combina la gente. Ma la sua bellezza mi spinge ad estrapolarlo dal contesto. Sono un amante delle opere lavorate, che richiedono tempo e dedizione, piuttosto che l'arte moderna con la sua insipida semplicità. Gusti personali. Vedere che al giorno d'oggi l'uomo è ancora capace di simili meraviglie mi ha sorpreso. Il limite tra l'arte è il parco giochi è indefinito in questo luogo, e a Nink ad esempio non piace. All'interno del tempio, rovinato in parte da un recente terremoto, è possibile scorgere un affresco che a prima vista pare grottesco. Nella parte bassa neo di Matrix, Batman, Superman, personaggi di star Wars e cartoni animati, in alto Buddha e i suoi seguaci. Il tempio è opera di un artista, e ho capito quindi che si voleva trasmettere un messaggio, non solo abbellire le pareti come nei secoli passati. I personaggi citati sono attorniati da fiamme dell'inferno, navi spaziali e scenari apocalittici, salendo si trovano armi e sopra ancora ci sono i seguaci che ammirano Buddha. Come dire che il male è dato dalla modernità con tutti i suoi prodotti, mentre il bene, privo di tante frivolezze, lo sovrasta, e li vi sono i vari Buddha.
L'artista sta impiegando tutta la sua vita nella realizzazione, e non si paga biglietto d'ingresso, i fondi si ottengono dalla vendita di merchandising.
Quindi Nink ci ha portato ad un altro finto tempio, nero, di un altro artista, che gli piace di più. Anche questo in costruzione, ma non mi è piaciuto per la presenza di pelli di pitone, coccodrillo, teschi di muccoidi con relative corna. Dicono che il bianco è il paradiso e questo è l'inferno...sarà...
Scopro ora che tanti templi di chiang Rai non ci ha portato a vederli, ma pazienza.
Quindi ci ha portato al confine con il Myanmar, nella città di Mae Sai,


e li ci ha abbandonato per commissioni da fare oltre frontiera. Pagando 500 baht si poteva attraversare il confine è farsi portare in giro nei templi in tuk tuk mentre lo aspettavamo, ma non mi sembrava un grosso affare, troppo di fretta. Così abbiamo girato il mercatino locale e visto il monumento che dice che si tratta del punto più settentrionale del paese, ma ho evitato di fare la foto. Dopo averlo aspettato un bel po', tutti e tre siamo andati al confine con il Laos, ovvero un fiume, e dall'altra parte si vedeva la costa dell'altro paese.

Le rive dei due Paesi, divise dal Mekong
Nink al centro

Il famoso golden triangle, con Myanmar e Laos che ci separavano dalla Cina per qualche centinaio di km.

Abbiamo cenato sul fiume su sei tavolini bassi senza sedie, tutto estremamente piccante e quindi continuavo a soffiarmi il naso e a sudare.
Tornati chiang Rai, giro del night bazar, molto meno movimentato di quello di chiang mai, ma la città è anche molto più piccola. Quindi arrivo in albergo, un po' trasandato ma Nink dice che non cambiano i prezzi da 15 o 20 anni.
Stamattina colazione con riso e verdure (piccanti...). Oh, non so come sia possibile ma con ste colazioni a pranzo non ho mica fame. Ah, una figata che ci ha fatto provare è lo sticky rice, ovvero riso cotto e stracotto in mille modi. Lo servono in varie forme, ma questa volta, era tutto pressato dentro una canna di bamboo di 35 cm. Lo compri, lo spaccano in una estremità con un sasso, e sbucci il bamboo come una banana, e dentro c'è sto riso dolciastro che proprio come una banana mantiene la forma, noi avevamo anche noccioline e fagioli dentro. Insomma, una porcata ma probabilmente meno peggio delle fonzies, seppur cucinata in quelle condizioni precarie.
Dentro il bamboo c'è il cosiddetto sticky rice...che delizia!
Il giorno prima ho parlato con il giapponese, il quale mi ha scioccato dicendomi che in Giappone hanno tre tipi diversi di alfabeto. Uno deriva dalla Cina e infatti alcuni caratteri cinesi li sa decifrare, un altro serve per trascrivere le parole occidentali, ovvero una serie di suoni senza significato che ricalcano la parola estera. Il terzo invece ha questo scopo: siccome il primo, per ogni pittogramma o come si chiama, ha diversi significati, tanto che il suono "ma" (gli ho chiesto se è possibile scrivere il mio nome in giapponese) si può scrivere con un miliardo di diversi pittogrammi, ognuno con un significato diverso, per cui Matteo potrebbe essere una fusione di significati nobili ma anche pessimi. Dicevo, siccome neanche loro sanno interpretare tutti i pittogrammi oppure sentendo la parola non saprebbero quale pittogramma scegliere, questo terzo alfabeto riporta solo il suono, senza significato, come fatto per il secondo per le parole straniere. Mi si è stropicciato il cervello.
Con Nink invece, la sera, abbiamo parlato di CouchSurfing e autostop. Dice che nessun thai farebbe mai autostop perché sono pessimistici e hanno troppa paura, ma che è vero che offrono passaggi facilmente. Come un Italia, gli ho detto. Poi ragionandoci gli ho detto che secondo me fare autostop è come fare CouchSurfing, e come può vedere e molto improbabile incontrare gente cattiva, sia  che ospiti o che tu sia ospitato. Ma dice che se avesse anche solo una esperienza negativa di CouchSurfing, penserebbe solo a quella e non alle quaranta e più positive che ha avuto. Mi ha parlato anche dei vari preconcetti thailandesi, e di quanta poca libertà di espressione abbiano le donne, tipo che bevono l'acqua in bottiglia con la cannuccia per non richiamare immagini a luci rosse...
Ho condiviso con lui il mio odio profondo per la tv, che spaventa la gente raccontando solo le storie andate male. Non ci sarà mai una edizione straordinaria che parlerà dei milioni di autostop andati a buon fine nel mondo, o dei CouchSurfing andati bene. Una volta in dieci anni parleranno di quel l'unica volta che è andata male e qualcuno si è fatto male, e tanto basterà per far diventare la gente sospettosa.
Arrivati a chiang mai nel pomeriggio, prima abbiamo portato il giapponese a prendere il suo treno per bangkok. Starà via sei mesi o forse più, andrà in India e girerà un po' l'Asia.
Poi Nink mi ha portato alla stazione dei bus, dove il mio bus....era pieno!
Oddio e adesso come si fa? Che si combina? Tutti i miei piani sono andati all'aria! Dovevo essere a pai questa sera!!!!!
Nessun problema, Nink si offre di ospitarmi ancora stasera e, mentre va dal dentista, vado a visitare il tempio di fronte alla clinica. Non prendere quel bus è stata una fortuna, perché ho visto forse il tempio più bello finora, così colorato!
Siccome i mei racconti scarseggiano di foto, eccone un paio giusto di antipasto

E ditemi se non è stato meglio così.
In più ho pensato, diamo un senso a questo momento, e ho proposto di andare a vedere un film che volevo tanto vedere, Interstellar.
Quindi a pai andrò domani, vediamo cosa viene fuori.
Ciau

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