giovedì 6 novembre 2014

Bangkok

Scritto da Matteo
 
Evvai sono a Bangkok!!!!
Vita selvaggia! Mi sono fatto un tatuaggio, ho consumato droga e sono andato a sfasciarmi nei locali più trasgressivi!
A presto per nuovi aggiornamenti

No.
 
 
 
Allora, il volo da Kuala Lumpur a bangkok l'ho passato di fianco a una che non ha fatto altro che vomitare nel sacchetto di carta tutto il viaggio.
Appena uscito dall'aeroporto...non riuscivo manco a respirare. Non so se è solo lo smog oppure se sia l'umidità dell'aria o tutti e due...sta di fatto che non riesco ad inspirare dal naso e a volte devo farlo con la bocca.
Cambio cinquanta dollari e cerco di seguir le indicazioni per raggiungere il ragazzo che mi ospiterà, che sta a soli 8 km dall'aeroporto, ma appena raggiungo la strada...un delirio. Macchine ovunque e gente ammassata che attraversa, aspetta, vende cibo cucinato al momento. Identificare la fermata del bus non è facile, complice anche il fatto che sono arrivato col buio.
Mi arrendo subito e decido di fare la strada a piedi, ma dopo 50 metri mi fermo e mi metto i pantaloni corti. Sto già boccheggiando e il mio corpo semplicemente non smette di sudare. Non c'è marciapiede e decido di seguire la ferrovia. Desisto subito appena vedo passare l'autobus che mi serve per ben tre volte. Arriva il bus, salgo, la controllessa mi chiede dove vado e forse capisce, pago il biglietto e spero nel suo buon cuore nel volermi aiutare. Non mi caga di striscio, anzi, va in fondo al bus. Provo a chiedere al l'autista che mi fa un gesto terrorizzato di rifiuto, ad un certo punto mi stufo e prenoto la fermàta, alche un signore si offre di aiutarmi, e la controllessa mi dice di aspettare che non è la mia fermata. Quando arriva la mia fermata scendo, è l'uomo rimane sul bus...mah.
Provo a seguire le indicazioni invitatemi da ragazzo ma i cartelli stradali sono sconfortanti, scritti in thailandese, che è magnifico dal punto di vista grafico, ma se non sai dove sei e un dramma, anche se poi in centro le vie sono scritte anche in inglese. Prendo il telefono e lo chiamo, al che arrivo circa in zona e lo devo richiamare, si vede che per lui non è così drammatico trovare la sua casa, e non mi viene a raccogliere in strada come avrebbe, secondo me, potuto. Mi viene da pensare "ma perché non potete mettere i cartelli stradali facili e aiutarmi?", e realizzo subito che un thailandese in Italia probabilmente ha lo stesso problema.
Arrivo nell'appartamento e mi apre riz. La stanza è un rettangolo di una quindicina di metri quadri, un materasso per terra, cesso senza carta igienica (credo che qui non usi, c'è sempre la manichetta a mò di bidet) e lavandino sul poggiolo. Siamo in 4 nella stanza e i convenevoli sono inesistenti. Chiedo cortesemente di usare internet e la prima cosa che trovo è una mail che mi avvisa che la mia paypal e stata disattivata. Ottimo inizio. Sono un po' in ansia per le diverse emozioni della giornata, lasciare silvia in Australia, partire da solo, il caldo, la confusione e ora la prospettiva di perdere mille euri.
Mi scuso per il mio isolamento è uno dei ragazzi mi dice "mille euro??? Con quei soldi ci viaggio un anno!". Lui è un ragazzo francese di chiari origini indiane o simili e mi parla della sua filosofia "one month-one country-one hundred", e che anzi, in India in un mese ha speso meno di cento euro. È partito 11 mesi fa dalla Francia in autostop e dorme o in tenda o con CouchSurfing, mi ha parlato di una sua fidanzata pure, evidentemente in qualche altra parte del globo, a testimoniare che le persone mentalmente aperte, viaggiando, si incontrano. Purtroppo dopo un paio di giorni sarebbe partito verso sud, mentre io andrò a nord, altrimenti avrei potuto sperimentare questo benedetto autostop, che dice in Asia funzioni molto bene. Il quarto ragazzo è un brasiliano con il quale dividerò il materasso testa-piedi. Padrone di casa e francese dormono sui loro stuoini.
La notte la passo circa in bianco e con le prime luci dell'alba, riz si doccia, si veste elegante e stende il suo tappetino per pregare nella sua religione. Cerco di sbirciare ma non riesco e non voglio essere invadente. Poi si cambia per andare al lavoro. Gli chiedo le ultime info e lo ringrazio. Mentre gli altri sono ancora a letto preparo le mia cose e me ne vado.
La missione del secondo giorno è comprare sapone e dentifricio, frutta per la colazione e raggiungere la ragazza che mi ospiterà un po più vicina al centro, entro le undici come mi ha chiesto.
Seguendo mappa e indicazioni di riz raggiungo la fermata del bus e prendo il mini van, più veloce a suo dire. Appena partito sono già sudato marcio. La donna a fianco a me mi aiuta a capire dove scendere e quanto pagare. Arrivo alla fermata della metropolitana ed incontro il primo dei mestieri strani di bangkok: all'ingresso delle cose importanti ci sono i metal detector, che suonano sempre e i guardiani che ti devono controllare la borsa, in realtà non lo fanno. Apri la borsa, ci puntano la luce e va tutto bene. Addirittura uno mi sventola addosso il suo fascio luminoso senza guardarmi, mentre una collega gli parla. All'uscita prendo un moto taxi, come da indicazioni della ragazza. Si, in mezza giornata ho preso tutti i possibili mezzi pubblici della città.
Arrivo verso le dieci e la ragazza mi apre con gli occhi chiusi che stava dormendo, le dico se vuoi torno dopo mi dice si tra un'oretta, se vuoi in strada c'è un bar con internet gratis. Il bar non lo trovo, ma trovo una rete a cui ci si può iscrivere gratis e la uso per controllare le notizie su sta maledetta paypal.
Dopo un'ora busso di nuovo e stessa scena, mi fa entrare e mi lascia fare la doccia, mentre lei e il suo concubino sono in catalessi. Dopo la doccia mi siedo sul divano e aspetto....sono quasi deciso ad andarmene ma poi si sveglia, mi dice che se ho fame c'è un ristorante thai nel palazzo di fronte e allora vado. Le razioni sono tipo monopasto da aereo, e così prendo tre piatti, cosa che fa sgranare gli occhi ai padroni...il vecchio parla due parole di inglese e mi chiede quanti anni ho. Sgrana gli occhi di nuovo e la padrona alza il pollice. "she thinks you are awesome" mi dice il vecchio...evvai! Un altra tacca sulla cintura. Un piatto costava 40 bath e alla fine pranzo con meno di tre euri.
Per digerire passeggio per la via e incontro il corso d'acqua...avete presente le immagini apocalittiche dell'inquinamento in Asia? Uguale, un liquido grigiastro pieno delle peggio cose che scorre a fatica lungo i canali di cemento armato.
Torno all'appartamento e si va in città a...fare shopping. La cosa che mi piace di meno del CouchSurfing è quando l'host si sente o vuole passare tempo con te anche se non c'è n'è motivo, e si va a sprecare tempo in questo modo. Anche perché a suo dire, nella parte antica della città non c'è niente da vedere...ah no?
Centri commerciali su 7 piani con un tema per ogni piano...wow, sono venuto qui apposta!
Il reparto elettronica ha prezzi decisamente convenenti, tanto da farmi dubitare che siano pezzi originali, e così meglio evitare di sprecare soldi per un pezzo falsificato ad arte, magari.
Incontriamo un loro amico crucco, che poi scopro hanno semplicemente incontrato la sera prima, con il quale passerò il resto della pomeriggio.
Mimi deve accompagnare il suo bellimbusto a prendere il treno notturno per il sud. Tra pochi giorni ci sarà il full moon party, evento pieno di giovani da tutto il mondo con fiumi di alcol droga e anche gente che ci lascia le penne pare. L'avvenimento per ogni giovine che si sia recato in Thailandia.
Visitiamo la via dei backpackers, effettivamente molto colorata e piena di gente che ti vuole vendere cose più o meno legali, un ristorante che sull'insegna scrive "noi la carta di identità non la controlliamo" è uno che su richiesta falsifica qualsiasi tipo di documento, tra le altre cose. Notare che all'inizio della via c'è la stazione di polizia. Poi con il tuk tuk andiamo a vedere il Buddha sdraiato e inizia a piovere violentemente. Essendo sera non sappiamo che vedere visto che le attrazioni turistiche hanno già chiuso e allora vaghiamo alla ricerca di un taxi che ci porti per una cifra ragionevole, nel quartiere che il tedesco definisce soft red-light. Alla fine ci andiamo in tuk tuk, passando una vita bloccati nel traffico cittadino a rifoderarci i polmoni. Il quartiere lo troviamo ma la visita non è esaltante, anche se magari potevamo cenare nel locale sadomaso.
Cenare a prezzi sensati sembra impossibile in zona, così cerchiamo di raggiungere in taxi il centro commerciale del pomeriggio, ma il traffico vuole impedircelo.
Ceniamo in un locale di cucina asiatica mangiando poco e spendendo molto.
A questo punto non sappiamo che fare, e alla fine lui va in ostello a docciarsi e io raggiungo la casa, dicendogli che gli farò sapere visto che la ragazza non risponde ai messaggi.
Dopo la doccia è tardi e io vengo da due notti di sonno precario, e me ne vo a dormire.
Stamattina sta qui alle nove era ancora in letto e la prospettiva di passare una giornata come ieri non mi esalta, faccio su le mie cose e me ne vado.
Missione cercare un ostello e vedere la città. Finalmente posso osservare bangkok. Compro frutta per colazione e raggiungo il centro a piedi una volta sceso dello skytrain. La strada è lunga, l'aria inquinata, fa caldo e lo zaino comunque pesa, ma il tuk tuk non lo voglio prendere per osservare le cose a passo d'uomo. Bangkok è un tessuto di strade e viadotti. Serve una strada, una passerella, un viadotto? Nessun problema, tirano su due piloni e ci appendono quello che serve, e sopra un altro, e poi un altro. La soprelevata di Genova qui è ripetuta cento volte, in un grande intreccio. Ai lati delle strade la gente il lavoro se lo inventa, con un bancarella vendendo cibo fritto e cotto alla brace, o con qualche servizio tipo sartoria o vendendo cose inutili. In tanti hanno la mascherina. Vedo un uomo con dei sacchetti che gira tra le macchine ferme al semaforo. Cosa fa? Vende banane fritte. Non hai un lavoro? E che ci vuole, prendi delle banane, una padella e dell'olio e poi vai a vendere tutto al semaforo. Ci sono negozietti che non so manco come la gente faccia ad essere al corrente della loro esistenza, senza insegna in un angolino di un vicoletti cieco.
Però non se la devono passare troppo male, dato che hanno tutti gli ultimi modelli di smartphone.
I negozianti passano intere giornate in attesa del cliente, vedo un motorino che porta due cestelli d'acqua in un negozietto e così mi immagino questo qui che era a farsi i fatti suoi, gli han chisto delle bottigliette d'acqua e lui parte e le porta, per poi ritornare ad oziare in attesa del prossimo o cliente. Forse è per questo che in Italia hanno dovuto mettere le fascie orarie per i negozianti, perché qui la gente non va al lavoro, vivono al lavoro, o meglio è il modo in cui passano il tempo, le giornate. Non hanno attività extra lavorative o cose da fare, solo un negozio da tenere aperto, ad aspettare qualcuno che compri qualcosa. E in Italia questo porta via clienti. O magari è solo un mio film.
Arrivo nella via dei backpackers
e a pochi metri vedo un vicoletto, mi ci butto dentro e scopro un paio di ristoranti vegetariani e delle guesthouse, vado in quella che mi pare meno derelitta e con prezzi migliori. Così ho preso questo tumulo, stanza 4x3, senza finestre, un letto un tavolino e un ventilatore. Punto. Bagno in comune col piano e internet incluso.
Sinceramente, non mi serve altro. I vicoletti qui intorno sono stretti e tipicamente asiatici,
ma i turisti sono tutti al di là delle case, nella via dei backpackers.
Dopo pranzo parto a visitare la città e dopo poco un tizio in camicia mi inizia a dare informazioni non richieste sulla città dicendo che oggi è festa nazionale e il tuk tuk Costa solo 20 bath, ma solo quello giallo eh! E alla agenzia turistica governativa posso prenotare qualsiasi cosa con il 20% di sconto. Cerca di levarmelo dai piedi prima che mi chieda dei soldi per le info. Faccio trenta metri e al semaforo mi ferma un altro a dire le stesse cose, ma stavolta è in borghese e mi dice "non lo sai che i thailandesi sono amichevoli? Non essere spaventato ti voglio solo aiutare". E mi indica il tuk tuk giallo. Cerco di convincermi della loro buona fede. Deciso a non prenderlo, ci passo davanti e il tuktukkista mi dice che per soli 20 bath mi porta in giro per tutte le attrazioni. "Ma 20bath a viaggio o in totale?" In totale, dice. Accetto solo perché la città è grande e le cose da vedere sono molto distanti tra loro, girare a piedi richiederebbe un sacco di tempo speso a camminare nello smog e nel caldo soffocante, letteralmente.
Primo tempio ok, foto qui li su e giù. Secondo tempio ok,






poi mi porta nella agenzia turistica per prenotare quello che voglio a prezzi scontati. Combinazione stiamo facendo lo stesso giro disegnatomi dal tipo in camicia lungo la strada.
Devo prenotare bus o treno che sia per il nord, quindi tanto vale...entro e mi fanno sedere. Chiedo info e quando il mio addetto vede che non ho il minimo programma dei cosa fare, inizia già ad essere in panico e a guardare in giro mentre gli parlo.
Inizia a tirare giù una tabella di cosa fare giorno per giorno, come spostarmi, come muovermi ecc, al che gli dico "no, senti, io non riesco a prenotare tutta sta roba, posso prendere solo il treno notturno per chiang mai?" E mi dice di no, che vendono o tutto il pacchetto o niente. Me ne vado.
Il mio Virgilio mi dice"ma perché non hai prenotato niente?" E quando gli spego che volevo solo il biglietto del treno mi dice "avresti dovuto rimanere lì dentro per almeno dieci minuti, così io avrei ricevuto il mio coupon per la benzina".
Ops, ho rotto il giochino.
Mi dice "per favore ora ti porto in due altri posti, non serve che compri niente, ma resta dentro per almeno dieci minuti e fai domande e fai finta di essere interessato, così ricevo un buono benzina e uno per l'olio, che qui costano molto". Mi fa un po' pena e penso ma si, 20 minuti cosa vuoi che siano, se ha bisogno. E nel viaggio mi immagino questa grande rete di persone, costruita per fregare il turista scemo. Ma è possibile che i due uomini per strada ne facessero parte? Strano, ma probabile, direi.
Allora via col teatrino. Negozio di sartoria, entro, guardo l'ora per contare i dieci minuti e mi mostrano vestiti eleganti su misura e cataloghi di marche italiane che possono replicare fedelmente. Devo solo scegliere il modello. Mentre sfoglio, il tipo mi chiede da dove vengo e cosa faccio ecc...poi guarda il suo collega fare lo stesso con un'altra turista e allora ricomincia a farmi domande su cosa facevo in Australia, che tipo di barca era quella dove lavoravo. Come dire, un modus operandi collaudato in cui si aspetta che io mi trovi a mio agio. Dopo 4 minuti ho già sfogliato tutti i cataloghi e ricomincio da capo. Quando si avvicina il decimo minuto trovo la scusa per andare via. "Avevi detto 800, non 8000" e così dico che costa troppo ecc.
Altra fermata, un'altra agenzia turistica. Entro, guardo l'ora, il vecchio mi approccia come dall'altra parte, stavolta semplicemente chiedo più informazioni e me la scampo come fatto la prima volta.
Ora lui ha i suoi buoni e io ho fatto la mia parte, stavolta nell'ingranaggio metto solo un granello e non un macigno. Mi porta ancora in un tempio e poi lo congedo quando arriviamo alla montagna dorata.
Cammino lungo mercatini in allestimento è un uomo mi indica le scale per salire la golden Mountain con i suoi 400 scalini, come dettomi dall'uomo in camicia all'inizio.
Comincio a salire e noto che le rocce sono palesemente finte, in cemento tipo parco giochi. Poi, non so perché, sarà perché mi parevano troppo finte anche per essere di cemento, mi viene da bussarci, come faccio spesso per testare i muri, come si ricorderà forse marco, il mio ex collega.
Suonano di plastica. Mah. Da lassù si vede tutta la città, ma non faccio foto perché da vedere non c'è niente, solo un ammasso disordinato di case e grattacieli in lontananza, dove sono i centri commerciali ecc.
Volevo vedere un altro tempio

ma alle cinque era già chiuso. Alla fine, comunque, posso già dire che sono tutti uguali. Allo stesso tempo mi sento un grande ignorante, perché non so niente di quello che vedo, tipo ci sono riproduzioni assolutamente realistiche di un monaco che pare sia morto un anno fa è una di queste riproduzioni era addirittura sotto teca, rendendo tutto molto tetro, ma vedo anche gente che si inginocchia davanti a pezzi di pietra o cemento e capisco che alla fine sempre una religione è. Addirittura in cima alla golden mountain (o wat saket) uno vendeva coppe piene di monetine, che i fedeli infilavano una a una in raccoglitori molto poco spirituali, in schiera, con una foto religiosa per ogni fessura. Non so quali benefici dovrebbe portare tutto ciò, che sapeva più di slot machine che non di atto di fede.
Direi che ho scritto a basta, come se dixe a zena.
Ora vado a farmi i rasta e ad emulare il trio di una notte da leoni, come si confà ad un giovine in questa città.
Alla prossima

Matteo

2 commenti:

  1. ok, capito, vorrà dire che quando vorrai vedere il tenero Mike Tyson per un'occasione "speciale" ti porteremo direttamente nell'economica Las Vegas
    firmato, il solito molestatore

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  2. tra l'altro, tu che di solito risali all'etimologia dei nomi di cose, persone e città, come la vedi Bangkok se la inglesizzi? Bang-kok.... ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;) ;)

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