lunedì 25 agosto 2014

Australian South-West Roadtrip

A grande richiesta, ecco il resoconto della nostra vacanzina!

Primo giorno
Il primo giorno è stato molto noioso, nonostante il nostro entusiasmo, perché la strada era tutta uguale e pure il paesaggio. Per chi ci segue sull’atlante siamo partiti da Bbay, attraversato la famosissima Jerramungup e proseguito per l’unica strada che porta a WAVE ROCK, nella cittadina di Hyden che sorge in mezzo al nulla, ma ciononostante è una metropoli rispetto a Bbay… Il primo giorno è stato solo di spostamento e si è concluso con la ricerca di uno spiazzo in mezzo al bush ed ai canguri dove passare la freddissima notte (a nostro parere la più fredda da quando siamo in Australia). Il paesaggio aveva un qualcosa di alieno ricordando a tratti la savana africana. 
 
 
 

Secondo giorno
Al risveglio sembrava di stare nel paradiso terrestre vista la particolarità del paesaggio completamente selvaggio e vuoto allo stesso tempo. Visitiamo Wave Rock che vedete in questa foto.
 
Matteo: Wave Rock mi è piaciuta, è in qualche modo imponente anche se in effetti tutti quei km li merita solo perché siamo in un posto dove non c’è nient’altro attorno. Cmq ne è valsa la pena.    
Silvia: la roccia è particolare ma più piccola di quello che mi aspettavo. Forse la lunga giornata noiosa del giorno prima non mi ha dato il giusto stimolo per apprezzarla al meglio.
Di fronte a Wave Rock c’è la più grande collezione di merletti dell’emisfero sud (così diceva la guida..grazie del bel regalo Anna ) e Silvia era tutta felice di poter fotografare qualcosa di particolare da mandare alla sua mammina ma…che delusione scoprire che proprio sua madre ne ha molti di più. La stessa struttura ospitava il negozio dei Wildflowers (fiori selvatici) e Silvia non vedeva l’ora di andare a vedere nuove specie; la delusione è diventata ancora più grande vedendo appesi al soffitto alcuni mazzi di fiori secchi che sembravano messi a caso. Vabbè non ci siamo depressi, anzi abbiamo apprezzato come gli Australiani sappiamo valorizzare “en toc de sas in mez al nient”.
Per pranzo con nostro grande piacere usufruiamo dei barbeque gratuiti che vengono usati anche dagli australiani, per i nostri amati zucchini.
Dopo pranzo siamo ripartiti in direzione Bunbury (sentite come suona bene Bun-bu-ry), fermandoci a dormire in un’area di sosta. Il paesaggio cambia continuamente e sembra di essere addirittura in Irlanda per i verdi prati e le pecorelle che pascolano silenziosamente……

Giorno tre
Visitiamo Bunbury trovandola una cittadina tranquilla, pulita e con qualche attrazione per turisti. La principale risulta per noi essere un bagno PUBBLICO altamente futurista e gratuito: entri e una vocina ti dice che puoi stare 10 minuti e parte la musichetta lassativa, con porta, sapone e acqua tutti automatici…uno sballo! Andiamo al centro Delfini, dove si possono fare gite organizzate alla ricerca dei simpatici animali, ma decidiamo di non entrare perché avevamo solamente mezz’ora a disposizione. Pranziamo con un succulento piatto riportato nel video sottostante.
Ci deliziamo con una “chocolate mint ball” in due (oppure mezza…a testa) e Silvia la trova superlativa!    
In un impeto di fiducia decidiamo di cercare delle scarpe, e puntualmente veniamo scherzati dalla sorte: quando entriamo in un negozio chiediamo “qual è la misura di scarpe da donna più piccola che avete? e qual è la più grande per uomo?” e ogni volta le scarpe da donna sono troppo grandi e quelle da uomo troppo piccole.  
Ci dirigiamo verso Margaret River, la nostra prossima meta, e troviamo da dormire in mezzo al bosco, vicino ad una macchina probabilmente rubata. Il posto era un po’ inquietante ma il profumo degli alberi (che non abbiamo capito cosa fossero) ci inebriava tanto da farci dimenticare tutto il resto (freddo e umidità inclusi).

Giorno quattro          
Il nostro tour gastronomico inizia proprio da oggi ed eravamo i primi clienti alla Chocolate factory di Margaret River. C’era molta cioccolata, truffles e un bar con una media scelta di torte. Gli assaggi consistevano in gocce di cioccolato al latte, bianco e fondente. Entrambi rimaniamo un po’ delusi perché è….cioccolata industriale con quel gusto da poco che hanno tutte le cioccolate senza il burro di cacao, ciononostante lasciamo lì 60 dollari sia per provare i vari truffles che ovviamente non te li fanno assaggiare, sia per una cioccolata fondente con cacao della Tanzania. Come detto rimaniamo delusi dal gusto ma la troviamo comunque una bella esperienza.    
Mentre eravamo dentro, arriva un gruppo di turisti giapponesi che rimangono circa 15-20 minuti e poi se ne vanno senza probabilmente sapere cos’hanno comprato. A noi i tour organizzati non piacciono perché ti costringono a rimanere in un posto solo per il tempo prestabilito…        
Ritorniamo a Margaret River, il famoso luogo del pruning, dove tanti backpackers come noi si ritrovano a fare gli 88 giorni. Ahah è divertente leggerci perché conosciamo i posti in base ai lavori che possono offrire o alla gente che si può trovare. La cittadina è molto carina e soprattutto i paesaggi che si vedono tutt’attorno.
Per non annoiarci troppo nel pomeriggio facciamo una lunga passeggiata che costeggia l’oceano ed è parte del Bibbulmun Trail. L’aria che respiriamo e la vegetazione che vediamo ci ricordano Finale Ligure e insomma la Liguria in generale.
La sera ci trattiamo bene e andiamo al ristorante messicano. Matteo ordina come al solito il piatto più grande e a grande sorpresa gli portano un tortino di patatine, ma non quelle fritte che sarebbe ancora passabile ma le nachos dei sacchetti! Ahah qui proprio non sanno fare da magnà.           

Giorno cinque
Ci alziamo con l’umidità, come da copione, e andiamo alle Jewel Cave cioè delle caverne di stalattiti e stalagmiti, dove Matteo non vede l’ora di entrare. Silvia non è molto interessata allora mentre Matteo entra e fare il tour guidato (obbligatorio), passeggia li attorno al bosco. Le caverne non erano sensazionali ma abbastanza interessanti, con una stalattite lunga 5 metri, il che risulta essere una qualche tipo di mezzo record locale o mondiale, boh.       
Non sappiamo bene qual è la prossima tappa e ci pensiamo un po’. Decidiamo di prendere la strada più a sud, saltando Manjimup. Arriviamo a Walpole per la notte. La strada ci riserva la famosa foresta di Karri, degli alberi enormi con un fusto altrettando enorme. Sono anche chiamati Eucaliptus diversicolor e infatti la corteccia è liscia e bianca come per gli altri eucalipti. Pensate che sono il terzo tipo di albero più alto del mondo! Siamo stupefatti.      
Finalmente ci fermiamo in un ostello per una doccia perché puzziamo un po’ troppo e con nostra grande sorpresa è un ostello fantastico, assomiglia più ad un convento per l’atmosfera molto tranquilla e per la super-pulizia. Troviamo una mamma con bambino teenager, francesi che sono qu in vacanza, una coppia di giapponesi e una coppia di antipatici che non sappiamo nemmeno la loro provenienza. Poi la coppia dei depressi, entrambi magri come due stecchini, probabilmente appartenenti a qualche gruppo non-mangiamo-che–il-cibo-fa-male però sono gli unici a parlarci. Hanno deciso di lasciare la loro casa (sotto Perth) e di viaggiare in macchina fino a raggiungere la Tasmania, lavorando negli ostelli in cambio di un posto dove dormire gratis. Erano sulla 40ina forse 50ina e giustamente non avendo figli a carico hanno deciso di vivere questa vita. Ci hanno fatto pena e tenerezza allo stesso tempo, ma solo per la loro magrezza non per altro.          
La gestrice dell’ostello invece sembra la radio locale, molto simpatica e come dire logorroica nel senso che avrebbe parlato per ore, dandoci informazioni e dicendo che Walpole era il posto più bello del mondo. Ah si, da questo momento iniziamo a non avere più copertura per il cellulare e lo stesso vale per la radio 

Giorno sei
Andiamo al Tree Top Walk cioè un percorso sospeso sugli alberi…molto bello per i bambini e ancora una volta apprezziamo lo stile australiano di valorizzare l’equivalente del “bosco del Cappuccetto Rosso” o “il bosco sopra Bogliasco”. Invece di grande fascino è il percorso in mezzo ai Giant Trees (alberi giganti), erano enormi e ancora non ci spieghiamo come facciano ad essere vivi pur essendo bruciati. Insomma sono sopravvissuti a degli incendi enormi! Altra attrazione è “Art trail” che Matteo aveva capito sarebbe stata un’altra …cagata ma Silvia, fiduciosa della parola “Art”, ha voluto andarci lo stesso. Un percorso di attenzione, attenzione ben 500 metri con un cerchio e una foglia sospesi in aria. Non ce ne pentiamo in ogni caso, anzi è tutto comunque da scoprire. Andiamo poi a vedere un altro Giant Tree; percorso abbastanza lungo ed infatti pioveva, giusto perché potrebbero definirci i fantozziani. L’albero era davvero enorme, un tronco cavo al cui interno ci potrebbe passare una macchina sia in orizzontale che in verticale. Siccome non c’era più nulla da fare e pioveva ci siamo diretti a Denmark. Era sera e posti per dormire spartani non ne abbiamo trovato quindi siamo andati in un campeggio cioè nel cortile di una casa…perché qui sono furbi e fanno business facile.  

Giorno sette  
Siamo andati a visitare Denmark: dapprima colazione nella rinomata Bakery (panificio) che ci ha deluso: unico dolce buono era un panetto dolce cannella e zucchero che Matteo ha preso nonostante non gli piaccia la cannella. E quando diciamo che c’ha deluso è perché abbiamo provato un po’ di tutto…tipo 40dollari di roba. Dopodiché giro dei negozietti della via che abbiamo soprannominato Hippie perché c’erano alcuni negozi biologici ed alcuni etnici…insomma Silvia era felicissima. Matteo ha riprovato a trovare dei sandali (perché una bestiaccia maledetta qui gli ha rubato un sandalo, il suo amatissimo e perfetto sandalo). E’ disposto persino a trovare degli odiatissimi infradito, ma della sua misura ci sono solo di quelli da doccia…soldi buttati. Ad ogni modo non trova niente, la frustrazione rimane e l’odio per quella bestia aumenta. Ci dirigiamo a William Bay, meglio conosciuta come la spiaggia degli elefanti ….provate a cercarli!

Passeggiamo e rimaniamo estasiati, praticamente delle piscine naturali. Andiamo poi alla cantina/MIELERIA e Matteo appena entra inizia a ingurcitare i tasting di miele senza ritegno e infatti la proprietaria non ci caga di striscio. Comunque compriamo un miele, anche se siamo poco convinti della sua bontà e un vino bianco buonissimo che lo terremmo per festeggiare la fine dei dannati 88 giorni. Iniziamo il tour “scenic drive” cioè un tour di 30 km da fare in macchina e come prima cosa troviamo un negozio all’aperto di frutta e verdura autogestito, ovvero ti rifornisci di ortaggi e metti il denaro in una cassetta di metallo. Guardate la foto cosa dice…        

Chiaramente ci riforniamo, vista anche la qualità biologica degli ortaggi e giustamente paghiamo il dovuto. Poi tutti meravigliati, nel senso che in Italia non potrebbe esistere una cosa simile, ci dirigiamo verso la prossima tappa, un caseificio dove già pregustavamo i free tasting. E invece nulla…
Il giro continua senza niente di nuovo visto che è tutto chiuso, vediamo comunque molte mucche e pascoli verdi. Chiuso l’anello e ritornati a Denmark ci fermiamo quasi involontariamente davanti alla mini-cioccolateria di John Wade,..non che lo conosca nessuno ma noi ce ne siamo innamorati. Prendiamo un truffle Vegan e non c’è paragone con nessun cioccolato…per Silvia è il più buono che abbia mai assaggiato, dopo forse quello del Sassello (ma dovrebbe riprovare ..anzi se qualcuno vuole inviarcene un po’….). Matteo invece prende la cosa più grande (ovviamente) cioè una tortina grande come un biscotto però alla ganache e caramello salato, anche per lui è uno dei cioccolati più buoni. Giustamente le finanze non ci hanno permesso di prendere ancora cioccolato anche perché dobbiamo ancora finire quell’altro e quindi ci siamo accontentati di questa merenda.      
Purtroppo dobbiamo lasciare la bellissima Denmark in direzione Stirling Range National Park, dove Silvia ha il suo appuntamento con le amate montagne. Ci fermiamo a dormire in un camping gestito dai Ranger, cioè ti fermi a dormire nella macchina e la mattina i Ranger passano a prendere i soldi.       
Qui ci sono un sacco di canguri e Matteo riesce ad avvicinarsi quasi per toccarne uno.

Giorno otto    

La mattina seguente aspettiamo fino alle otto e nessun Ranger si presenta a ritirare la mazzetta, allora andiamo a vedere se esistono dei box dove buttare i soldi ma nisba…così andiamo all’attacco del Bluff Knoll, la montagna “più alta della metà sud del Western Australia” dopo aver pagato il pedaggio: bisogna prendere una busta, scrivereil nome la targa, il tutto il duplice copia e la busta va inserita in una cassetta con l’importo esatto. I Ranger passeranno durante il giorno al parcheggio a controllare. 
Il sentiero è ripido per i dilettanti ma siccome siamo fuori forma abbiamo pure un po’ sudato. Il sentiero era ben segnato e addirittura c’erano un sacco di scalini (legno e terra). Avanzando la vista era molto bella ma arrivati in cima la nostra nuvoletta di Fantozzi ci ha completamente avvolti per poi dissolversi una volta arrivati al parcheggio, mentre tutti gli altri erano in cima. Il fiuto di Silvia per la montagna non si spegne neanche nel continente più piatto del mondo…era la persona più felice del pianeta!
Dopo pranzo siamo andati a vedere un’altra montagna, con un sentiero ripido (questa volta sul serio) e ad un passo dalla vetta abbiamo dovuto rinunciare perché Silvia lo trovava troppo pericoloso, viste le rocce molto instabili e non si capisce infatti come possano fare alpinismo su questa roccia.            
Al ritorno abbiamo un piccolo inconveniente

Arrivati a Porongurup sede della formazione montuosa più vecchia del mondo decidiamo di viziarci con una notte in ostello soprattutto per la puzza che emaniamo e sembra quasi fatta ma quando chiediamo agli stessi proprietari di ostello e distributore (costituito da un’unica pompa di benzina solitaria in mezzo ai fiori) di gonfiare la gomma, ci chiedono 10$, poi 5$ a ruota. Decidiamo di andarcene per una questione di principio e andiamo nel campeggio di fronte. Ci va molto bene perché incontriamo due coppie di anziani molto simpatici e abbiamo addirittura una cucina normale con una stufa a legna e la tv…superlusso! Inotlre ci fanno i complimenti per il nostro inglese, altro che i cazzoni di Bbay che non ci capiscono.

Giorno nove  
Andiamo a vedere Castel Rock e la Balancing Rock ...un’altra cagatina australiana ma davvero geniale…guardate.

Insomma ci son molte attrazioni adatte per famiglie con bambini. Era penoso ammirare esemplari di Australiano medio approcciare il ridicolo sentiero ansimando e fermandosi cinque volte. La cosa più bella è stata incontrare una coppia australiana con origini austriache e italiane che alla domanda “Cosa ne pensate di Bbay?” hanno risposto “Bbay? Oh shit. That’s boring. There’s nothing there” e loro hanno girato veramente tutto il mondo per anni e a Bbay sono riusciti a stare solo un’ora. Abbiamo speso circa un’ora assieme ascoltando i loro racconti di viaggio e di vita e anche loro ci hanno fatto i complimenti per il nostro inglese. (Quindi Bremerbayesi fanculizzatevi).
La donna dice a Matteo “ma lo sai chi mi ricordi? Heath Ledger…Ovviamente non ti fermano per strada perché è morto, ma sei proprio uguale”.
Ma sentiamo Matteo a riguardo: “Quella signora doveva essere EVIDENTEMENTE un’intenditrice, la somiglianza è indubbia, come potete verificare

Presa coscienza del suo rinnovato e riconosciuto appeal, Matteo si è affidato ad un makeup artist per dare una spinta alla sua nuova carriera da personaggio pubblico, i risulati sono i seguenti

e come si può vedere le fans non gli resistono.

Siccome Silvia non stava bene, giorno un po’ smorto e ce ne siamo andati ad Albany. Wow (per chi non lo sapesse è un wow sarcastico).       
Appena arrivati ad Albany ci ha pervaso una mollezza disarmante e praticamente ci sembrava di essere già condannati a tornare a Bbay nonostante tutti gli sforzi mentali per non pensarci. Per ammazzare l’inutilità di Albany abbiamo mangiato dei calamari fritti con patatine fritte alle 5 di pomeriggio e ci siamo sentiti due obesi, visto che eravamo pure contornati da tali. Non lo rifaremo più, promesso.
Parlando con una coppia francese in riva al mare abbiamo scoperto che ad Emu Point ci sono delle docce calde gratis calde.

Giorno dieci   
Il giorno dopo siamo andati a fare la solita scorta di cibo e altre varie spese per Bbay e ci siamo rammolliti di nuovo e poi ci siamo obbligati a non sprecare altri giorni a quel modo, visto che il capo stranamente ci ha avvisato in tempo su quando ritornare, e così siamo ripartiti in direzione dell’amata Denmark. Ci siamo fermati a dormire nel campeggio gratuito di Cosy Corner Beach munito di toilette e barbeque tutto gratis. Matteo ha avvistato due roditori tipo topo gigante mentre faceva da mangiare.

Giorno undici
La giornata era abbastanza bella e siamo tornati a Denmark a saldare alcuni conti culinari in sospeso, ma con nostra grande sorpresa la cioccolateria di John Wade aveva un cartello con scritto che entro breve  avrebbe chiuso i battenti. La cosa ci è molto dispiaciuta.
Volevamo fare il bagno a Elephant Cove e lungo la strada abbiamo fatto visita alla fabbrica di toffee, dove abbiamo assaggiato tutto l’assaggiabile e preso un paio di cosette.
Il mare era bellissimo perché Elephant Cove ha degli scogli che fanno da barriera e le onde vi si infrangono, quindi a riva è come essere in una piscina. Matteo il temerario si è tuffato e ne è stato contento.
Tornati al van a pranzare Matteo adocchia un personaggio che nel suo immaginario doveva essere l’ultimo sopravvissuto di una vecchia generazione di surfisti e decide di andare a parlargli. Scopriamo che è australiano e, sui 35-40 vive girando l’Australia e facendo lavori come quelli che possiamo fare noi per il rinnovo del visto, tanto per mantenersi, e ci racconta degli anni passati, quando Margaret River era un ritrovo di Hippie e viaggiatori, ma ora, come in tutto il Paese, il governo ha deciso di chiudere le aree di campeggio libero e non si può più vivere quell’atmosfera spensierata. Dice che tutto è cambiato 5 anni fa circa. Comunque non era un surfista, e stava seguendo le balene e diceva di aver pensato di andare a Bremer Bay a vederle.
La sera torniamo all’area di sosta di Cosy Corner, dove la luna, bellissima come la sera prima, saluta la fine del nostro viaggio.

Adesso divertitevi a vedere le nostre peripezie!
  

P.S. se vi sembra che questa vacanza l’abbiamo passata solo a mangiare, vi sbagliate, non potete capire la “frustrazione” di mangiare sempre razionato perché non sappiamo mai quando potremo andare a fare la spesa ad Albany. Vi abbiamo raccontato solo i momenti in cui ci siamo trattati bene.

5 commenti:

  1. Semplicemente spettacolare! Siete dei grandi! Finalmente ve la siete goduta un pò.
    E per quanto poco ci vediamo, non vedo l'ora di rivedervi! Credo che Matteo per allora dovrà essere imbarcato come bagaglio a mano e non debba finire nella stiva dato che supererà i 200 kg ;)

    Ovviamente il video l'ha fatto Silvia, qualcun altro non penso ne sia capace ;) Complimenti!

    Matte, no scusa Matt, no scusa Met, no scusa Argh, il ballo non fa per te, prendi lezioni dai canguri, bwahahah!

    Vostro Fry

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    1. Yep! argh...argh! argh argh argh? argh argh..yep..
      cioè scusa, voelvo dire...grazie per il voto eccezziunale che hai dato e grazie anche per essere l'unico che commenta un po'!
      comunque quello era il ballo del canguro eh!
      dai, le prossime feste fai un salto qui. un abbraccio!

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  2. filmato di una tristezza direi importante ahahah

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  3. Tutto stupendo!!!! Però ti devi fare la barba Met... che fa rima con Heath... FR

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    1. devo accontentare il pubblico femminile, non quello uomosessuale

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